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BCE, ARRIVA IL TAGLIO DEI TASSI DI 25 PUNTI BASE

Arriva l'agognato taglio dei tassi della BCE. Come nelle attese degli analisti l’istituto centrale ha deciso di ridurre i tassi di interesse di 25 punti base

di Redazione Soldionline 6 giu 2024 ore 16:27

bce_19Arriva l'agognato taglio dei tassi della BCE, il primo dal 2019. Come nelle attese degli analisti l’istituto centrale ha deciso di ridurre i tassi di interesse di 25 punti base, portando il saggio di riferimento al 4,25%.

Nel corso della conferenza stampa a commento delle decisioni di politica monetaria, la numero uno della BCE, Christine Lagarde, ha precisato che il taglio è stato deciso praticamente all'unanimità dei membri del consiglio direttivo, con un solo voto contrario.

 

Le decisioni della BCE nella riunione del 6 giugno 2024

Il Consiglio direttivo ha deciso di tagliare i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale sono stati ridotti rispettivamente al 4,25%, al 4,5% e al 3,75%.

I vertici della banca centrale hanno segnalato che sulla base di una valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, è ora opportuno moderare il grado di restrizione della politica monetaria dopo nove mesi di tassi di interesse invariati. La BCE ha aggiunto che dalla riunione del Consiglio direttivo di settembre 2023 l’inflazione è diminuita di oltre 2,5 punti percentuali e le prospettive di inflazione sono migliorate notevolmente; l’inflazione di fondo è scesa, rafforzando i segnali di un indebolimento delle pressioni sui prezzi, e le aspettative di inflazione hanno registrato una flessione su tutti gli orizzonti.

Tuttavia, la Banca Centrale europea ha ricordato che, malgrado i progressi degli ultimi trimestri, persistono forti pressioni interne sui prezzi poiché la crescita delle retribuzioni è elevata e non esclude che l’inflazione resterà probabilmente al di sopra dell’obiettivo fino a gran parte del prossimo anno.

Lo statement della BCE segnala che le ultime proiezioni formulate dagli esperti dell’Eurosistema per l’inflazione complessiva e quella di fondo sono state riviste al rialzo per il 2024 e il 2025 rispetto alle proiezioni di marzo. Nel dettaglio, gli esperti indicano che l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,8% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e al 2,0% nel 2026.

Con riferimento alle stime sul Pil per il triennio 2024/2026, la BCE si attende che la crescita economica aumenti allo 0,9% nel 2024, all’1,4% nel 2025 e all’1,6% nel 2026.

Il Consiglio direttivo resta determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine e manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi.

Il Consiglio direttivo ha evidenziato che il portafoglio del PAA (Programma di acquisto di attività) si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

Per quanto riguarda il PEPP (pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo continuerà reinvestire integralmente il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma sino alla fine di giugno 2024. Nella seconda parte dell’anno ridurrà il portafoglio del PEPP di 7,5 miliardi di euro al mese, in media. Il Consiglio direttivo intende terminare i reinvestimenti nell’ambito di tale programma alla fine del 2024. Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.

Inoltre, a fronte dei rimborsi degli importi ricevuti dalle banche nelle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, il Consiglio direttivo riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate e i rimborsi in atto contribuiscono all’orientamento della politica monetaria.

Infine, il Consiglio direttivo ha confermato di essere pronto ad adeguare tutti gli strumenti a disposizione nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione torni all'obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria. Lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il mandato di preservare la stabilità dei prezzi.

 

Le reazioni degli analisti alle indicazioni della BCE

Morgane Delle Donne - Head of Investment Strategy Europa di Global X - ha segnalato che quello odierno è stato un taglio da falco:

Il dibattito rimane sul futuro ritmo del ciclo di tagli della BCE, che oggi non si è impegnata a definire un percorso di tassi, ma ha invece sottolineato di essere dipendente dai dati. In termini reali, il tasso di rifinanziamento principale della BCE si attesta all'1,85%, molto più basso rispetto a quello degli Stati Uniti (2,14%) e del Regno Unito (4,95%), lasciando alla BCE un margine di manovra limitato.

L'economia dell'Eurozona si sta dimostrando solida, con il tasso di disoccupazione ai minimi storici e il PMI dei servizi in territorio di espansione. Le migliori prospettive globali dovrebbero dare sostegno al settore manifatturiero nel resto dell'anno, in particolare con la ripresa dell'attività industriale cinese.

Nel complesso, l'odierna revisione al rialzo delle previsioni di inflazione per il prossimo anno è stata interpretata dai mercati come un'azione relativamente da falco, con l'euro che si è rivalutato sul dollaro nonostante il taglio dei tassi.

Mi aspetto che la BCE tagli solo un'altra volta nel 2024, vista la crescente possibilità che la Fed non tagli i tassi quest'anno e dato che la BCE ha rivisto le sue previsioni di inflazione per il 2025 al 2,2%, rispetto al suo obiettivo del 2%. Mi aspetto che la BCE cerchi di evitare un allargamento degli spread tra le due regioni, che potrebbe altrimenti portare a un conseguente crollo dell'euro rispetto al dollaro USA. Detto questo, un euro leggermente più debole potrebbe sostenere ulteriormente le esportazioni e il settore manifatturiero in un contesto di crescente domanda industriale globale.

 

Mauro Valle - Head of Fixed Income di Generali Asset Management (parte di Generali Investments) - ipotizza ulteriori tagli nella seconda metà del 2024:

La decisione odierna della BCE è sufficientemente equilibrata da non modificare le aspettative sui prossimi tagli. La BCE ha margine di manovra per tagliare ancora nella seconda metà dell'anno, poiché le politiche monetarie saranno ancora percepite come restrittive.

Il dibattito verte sulle probabilità di un terzo taglio a dicembre 2024: il mercato valuta circa il 50% di probabilità che si verifichi, mentre la nostra ricerca prevede tre tagli. La decisione dipenderà dai prossimi dati economici, soprattutto dall'andamento dell'inflazione e dei salari, come ha ribadito la Lagarde durante la conferenza stampa.

Lo scenario economico dell'euro dovrebbe confermare il trend di ripresa dalla fase di stagnazione dei trimestri precedenti, ma non è percepito come abbastanza forte da generare un rischio di inflazione.

 

Ulrike Kastens - European Economist di DWS - si attende altri due tagli nel 2024, rispettivamente a settembe e a dicembre:

Le banche centrali di tutto il mondo sono pronte a moderare il grado di restrizione monetaria. Dopo le banche centrali di Svizzera, Svezia e Canada, oggi anche la BCE ha ridotto i tassi di interesse. Le differenze nei cicli economici e inflazionistici hanno permesso di abbassare i tassi d'interesse di riferimento prima della Fed.

Come ci aspettavamo, la BCE non si è impegnata in un percorso specifico per ulteriori tagli dei tassi. La dipendenza dai dati rimane fondamentale. Allo stesso tempo, la revisione al rialzo delle previsioni di inflazione per il 2025 suggerisce che potrebbe essere necessario più tempo per raggiungere l'obiettivo di inflazione. Questa previsione implica tagli molto graduali dei tassi di interesse.

Ci aspettiamo una pausa a luglio, prima che la BCE riduca nuovamente i tassi a settembre e dicembre.

 

Sulla stessa lunghezza d'onda Nicolas Forest - CIO di Candriam:

Nonostante le previsioni di inflazione più elevate, la BCE ha deciso di entrare nel “club dei tagli dei tassi”, riducendoli di 25 punti base al 3,75%. È la quarta banca del G10, dopo BNS, Riksbank e la Bank of Canada, a iniziare il suo ciclo di allentamento.

Questo segna una differenza significativa rispetto al passato, poiché la BCE si sta muovendo in anticipo rispetto alla Fed, che sembra essere più paziente, in attesa di dati più convincenti che indichino una decelerazione dell'inflazione verso il suo target. La prossima settimana Powell dovrebbe ribadire che la politica monetaria è sufficientemente restrittiva e necessita di più tempo per mostrare i suoi risultati. Tuttavia, stanno emergendo segnali positivi: l'attività economica sembra moderarsi e le tensioni sul mercato del lavoro si stanno attenuando.

Non bisogna però cantare vittoria troppo presto! La Presidente Lagarde non vuole impegnarsi in anticipo su ulteriori tagli. Sta adottando un approccio graduale e cauto come le altre banche centrali e rivaluterà la situazione di riunione in riunione. La velocità e la tempistica dipenderanno dai dati sull'inflazione. Tuttavia, ci aspettiamo altri due tagli dei tassi prima della fine dell'anno, a partire da settembre, poiché gli effetti temporanei dell'inflazione nei servizi dovrebbero scomparire.

Allo stesso tempo, la BCE ha alzato le previsioni di inflazione per il 2024 e il 2025, lasciando intendere che questo taglio iniziale potrebbe non essere l'inizio di un ciclo di allentamento prolungato. Al contrario, la nuova guidance rimane cauta, evitando di dare indicazioni chiare sulle mosse future. Questo primo taglio potrebbe continuare a supportare le azioni europee, soprattutto quelle a piccola e media capitalizzazione, dato il contesto macro favorevole.

 

Antonella Manganelli - AD di Payden & Rygel Italia - non prevede tagli in rapida successione e ipotizza che la BCE manterrà un occhio attento anche alle altre banche centrali:

La riunione della BCE ha portato innanzitutto il primo, atteso e ben telegrafato, taglio di 25 punti base ai tassi di deposito. Il mercato, però, in questi minuti lo sta già definendo “il taglio falco”. Perché?

In primis, la Banca Centrale ha fatto molta attenzione a non prendersi alcun impegno preliminare su decisioni future di politica monetaria, ribadendo la dipendenza dai dati delle prossime mosse e un approccio che possiamo definire “una riunione alla volta”.

Particolarmente interessante per gli osservatori è stata poi la revisione ai dati di proiezione macro: in una seduta che ha consegnato un taglio, l'inflazione è stata rivista al rialzo del 2,5% quest'anno, rispetto al 2,3% precedentemente stimato. Anche la previsione sulla crescita è stata rivista al rialzo ben dello 0,3%, per arrivare allo 0,9% nel 2024.

A specifica domanda sul tema, Christine Lagarde ha commentato che l'inflazione è comunque rallentata abbastanza da consentire la mossa al ribasso sui tassi, ma il messaggio è stato chiaro: i tassi rimarranno probabilmente in zona restrittiva per un certo periodo di tempo. La nostra opinione è quindi che non ci saranno tagli in rapida successione e che ragionevolmente la BCE manterrà un occhio attento anche alle altre banche centrali, Fed su tutte, al fine di monitorare le dinamiche delle condizioni monetarie nel mondo.

 

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