BCE: TASSI ANCORA IN AUMENTO, MA DI 25 PUNTI BASE
L’istituto centrale ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base, portando il saggio di riferimento al 3,75%
di Edoardo Fagnani 4 mag 2023 ore 16:27Gli argomenti
Come nelle attese, è proseguita la stretta della politica monetaria della BCE. In particolare, l’istituto centrale ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base, portando il saggio di riferimento al 3,75%, segnalando che le prospettive di inflazione continuano a essere troppo elevate da troppo tempo.
In particolare, il Consiglio direttivo della BCE ha evidenziato che le informazioni più recenti sono sostanzialmente in linea con la valutazione delle prospettive di inflazione a medio termine condotta nella scorsa riunione. La banca centrale haaggiunto che l’inflazione complessiva ha registrato una riduzione negli ultimi mesi, sebbene le pressioni di fondo sui prezzi restino intense.
Il Consiglio direttivo ha sottolineato che i passati incrementi dei tassi di interesse si stanno trasmettendo con vigore alle condizioni monetarie e di finanziamento nell’area dell’euro, mentre il ritardo e l’intensità della trasmissione all’economia reale rimangono incerti.
Le decisioni della BCE nella riunione del 4 maggio 2023
Il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di innalzare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 3,75%, al 4% e al 3,25%, con effetto dal 10 maggio 2023.
L’istituto centrale ha aggiunto che le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine e siano mantenuti su tali livelli finché necessario. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati per determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento continueranno a essere basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, sulla dinamica dell’inflazione di fondo e sull’intensità della trasmissione della politica monetaria.
Inoltre, il Consiglio direttivo ha segnalato che il portafoglio del Programma di acquisto di attività (PPA) si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema reinveste solo in parte il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Il ritmo di tale riduzione sarà pari in media a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine di giugno 2023. Il Consiglio direttivo prevede di porre fine ai reinvestimenti nell’ambito del PAA a partire da luglio 2023.
Per quanto riguarda il PEPP (pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024. In ogni caso, la futura riduzione del portafoglio del PEPP sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento di politica monetaria. Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.
Inoltre, a fronte dei rimborsi degli importi ricevuti dalle banche nelle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, il Consiglio direttivo riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate contribuiscono all’orientamento della politica monetaria.
Infine, il Consiglio direttivo ha confermato di essere pronto ad adeguare tutti gli strumenti a disposizione nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione torni all'obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria. La BCE dispone di tutti gli strumenti necessari per fornire liquidità a sostegno del sistema finanziario dell’area dell’euro, qualora ve ne sia l’esigenza. Lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il mandato di preservare la stabilità dei prezzi.
Le reazioni degli analisti alle indicazioni della BCE
Secondo Altaf Kassam - EMEA Head of Investment Strategy and Research di State Street Global Advisors - il rialzo di 25 punti base rassicura il mercato mentre si manifestano gli effetti delle tensioni bancarie:
La BCE ha deciso un rialzo "dovish" di 25 punti base, in linea con le attuali previsioni del mercato. Il primo calo dell'inflazione core da giugno dello scorso anno, nonché l'ultima rilevazione trimestrale delle banche che ha mostrato il maggior irrigidimento degli standard creditizi dalla crisi del debito del 2011, sembrano aver influenzato la decisione.
Alla fine, la scelta di una riduzione a 25 punti percentuali è stata la scelta più semplice, permettendo alla BCE di continuare a dimostrare la propria determinazione nella lotta all'inflazione, mantenendo al contempo uno sguardo sui rischi per la stabilità finanziaria. Probabilmente, il rialzo di 25 punti base offre alla BCE il margine di manovra di cui avrà bisogno in futuro, dato il duplice rischio di crescita e inflazione.
Tuttavia, la decisione odierna è stata forse la più "equilibrata" dall'inizio dell'attuale ciclo di rialzi. Abbiamo assistito a una certa persistenza dell'inflazione - con l’inflazione headline che è tornata a salire nell’ultima lettura e l'inflazione relativa ai servizi che è rimasta vischiosa - e a dati recenti che hanno mostrato che il mercato del lavoro, anziché allentarsi come previsto, sembra essersi nuovamente irrigidito, rendendo molto incerto qualsiasi aumento della disoccupazione nel breve periodo. Alla fine, le persistenti preoccupazioni sugli effetti variabili e ritardati delle precedenti azioni, così come i continui problemi legati al settore bancario (anche se ancora incentrati sugli Stati Uniti), hanno portato all’aumento, più “dovish”, di 25 punti base.
Kevin Thozet - membro del Comitato Investimenti di Carmignac - ritiene che la BCE sia la fine del percorso di rialzo dei tassi:
Come ampiamente previsto dagli investitori, la BCE ha aumentato i tassi di 25 punti base.
Gli elementi prospettici della dichiarazione indicano la fine del percorso di rialzo, con altri due rialzi di 25 punti base in programma. Insieme alla riduzione del programma di acquisto di asset, che terminerà a luglio. La luce in fondo al tunnel della fine dei rialzi dovrebbe essere di supporto per i mercati obbligazionari in generale. Mentre la fine dei reinvestimenti nell'ambito dell'APP dovrebbe esercitare una pressione al rialzo sui rendimenti degli emittenti sovrani che hanno beneficiato maggiormente del programma, ossia i cosiddetti Paesi periferici, soprattutto perché finora non hanno mostrato alcun segno di stress dovuto alla stretta quantitativa.
Dave Chappell - Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments - ha analizzato le dichiarazioni di Christine Lagarde nel corso della conferenza stampa:
La BCE ha raffreddato il ritmo della traiettoria di aggiustamento dei tassi, scendendo in linea con le aspettative del mercato e optando per un rialzo di 25 punti base, la metà delle tre mosse precedenti. Per placare i falchi, il reinvestimento delle obbligazioni in scadenza all'interno della APP sembra destinato a terminare a luglio, prima del previsto. Questo dovrebbe aggiungere una certa spinta al rialzo degli spread periferici, anche se la conferma dei reinvestimenti del PEPP fino al 2024 continuerà a offrire maggiore flessibilità all'esposizione dei paesi e pertanto un sostegno.
Christine Lagarde ha tenuto a sottolineare che la BCE non sta facendo una "pausa" - un chiaro tentativo di distinguere il suo aumento da quello della FED - ma ha anche segnalato che la maggior parte del percorso verso un livello adeguato di politica restrittiva è ormai nello specchietto retrovisore. In prospettiva, gli effetti ritardati di quello che è stato un aggiustamento aggressivo della politica monetaria cominceranno a ripercuotersi sull'economia reale nei prossimi mesi, in concomitanza con un'accelerazione della liquidazione dei bilanci e con la scadenza dei prestiti a basso costo resi disponibili con le operazioni TLTRO. L'insieme di queste misure dovrebbe agire come un freno molto potente sull'economia dell'Eurozona, che è già in fase di stallo, come confermato dai dati del PIL del 1° trimestre. Lo scenario peggiore di un inverno rigido può aver risollevato il sentiment e l'attività nel breve termine, ma la triplice stretta politica farà presto appassire nuovamente gli spiriti.
Antonio Cesarano - Chief Global Strategist di Intermonte - prevede un ulteriore rialzo di 25 punti base nella prossima riunione del 15 giugno:
La decisione rappresenta un compromesso tra le istanze di falchi e colombe, lasciando ancora aperta la decisione sulla TLTRO in scadenza a fine mese. Su quest'ultimo punto la Lagarde ha dichiarato che le banche dovrebbero essere preparate, che nel caso vi sono già diverse linee di liquidità cui attingere e che in caso di necessità la BCE può essere "inventive".
Nella riunione del 15 giugno l'attesa è per un altro rialzo di 25 punti base, rimanendo aperta la possibilità di un ulteriore rialzo della stessa entità nel meeting del 27 luglio. Di conseguenza il tasso sui depositi potrebbe essere portato al massimo al 3,75%, con la possibilità però che il rialzo di giugno possa già rappresentare l'ultimo del ciclo, in vista di un marcato rallentamento della crescita causato dal restringimento dei criteri e degli ammontari di credito erogato già emerso dall'ultimo Bank lending Survey.
Nel breve vi potrebbe essere un temporaneo allargamento dello spread in area 200/230 punti base in conseguenza anche della prospettiva di minore supporto derivante dai reinvestimenti dell'APP, soprattutto ad ottobre, quando sarà raggiunto il picco 2023 mensile di scadenze di circa 53 miliardi di euro.