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BCE, TASSI ANCORA IN AUMENTO DELLO 0,75%

Il saggio di riferimento è salito al 2%, mentre quello sui depositi è passato all'1,5%. Inoltre, il consiglio direttivo prevede di aumentare ulteriormente i tassi

di Edoardo Fagnani 27 ott 2022 ore 16:56

bce_19Come nelle attese, è proseguita la stretta della politica monetaria della BCE. In particolare, l’istituto centrale ha alzato i tassi di interesse di 75 punti base. Inoltre, il Consiglio direttivo prevede di aumentare ulteriormente i tassi di interesse per assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine.

"Aumentando sensibilmente i tassi di riferimento per la terza volta consecutiva, ha compiuto progressi considerevoli nell’abbandono dell’orientamento accomodante della politica monetaria", ha precisato la BCE.

 

Le decisioni della BCE nella riunione del 27 ottobre 2022

Nel dettaglio, la banca centrale ha aumentato di 75 punti base i tassi di interesse, per assicurare un ritorno dell’inflazione verso il suo obiettivo del 2% a medio termine. Di conseguenza, il saggio di riferimento è salito al 2%, mentre quello sui depositi è passato dallo 0,75% all'1,5%.

Inoltre, il Consiglio direttivo intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del Programma di acquisto di attività per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui ha iniziato a innalzare i tassi di interesse di riferimento della BCE e, in ogni caso, finché sarà necessario per mantenere condizioni di abbondante liquidità e un orientamento adeguato di politica monetaria.

Per quanto riguarda il PEPP (pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024.

In ogni caso, la futura riduzione del portafoglio del PEPP sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento di politica monetaria. Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.

Il Consiglio direttivo ha deciso anche di modificare i tassi di interesse applicabili alle OMRLT-III. Nel dettaglio, a partire dal 23 novembre 2022 fino alla data di scadenza o rimborso anticipato di ogni rispettiva OMRLT-III in essere, il tasso di interesse sulle OMRLT-III sarà indicizzato alla media dei tassi di interesse di riferimento della BCE applicabili per ogni operazione in tale periodo. Il Consiglio direttivo ha deciso inoltre di offrire alle banche ulteriori date per il rimborso anticipato volontario degli importi. In ogni caso, esso riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate di rifinanziamento contribuiscono all’orientamento della politica monetaria.

Infine, il Consiglio direttivo ha confermato di essere pronto ad adeguare tutti gli strumenti a disposizione nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione si stabilizzi sull’obiettivo del 2% a medio termine. Lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il mandato di preservare la stabilità dei prezzi.

 

Le reazioni degli analisti alle indicazioni della BCE

 

Altaf Kassam - EMEA Head of Investment Strategy and Research di State Street Global Advisors - prova a fornire un'indicazione sulle prossime mosse della BCE:

Ci aspettiamo che la BCE rallenti il ritmo dei rialzi dei tassi, aumentando “solo” di altri 50 punti percentuali a dicembre, raggiungendo un tasso di deposito del 2% entro la fine dell'anno. Dato il consenso sul rialzo odierno, l’interesse principale si è concentrato sulla strategia di uscita della BCE: il QT è stato discusso in questa riunione politica, ma non sarà presa alcuna decisione prima di dicembre e sembra che le preoccupazioni per la frammentazione e la stabilità del mercato potrebbero vedere un'attuazione lenta, e solo dopo che i tassi di policy avranno raggiunto il loro punto finale.

Come hanno dimostrato le previsioni riviste della BCE, il 2023 si preannuncia un anno difficile e la Banca Centrale ha bisogno di quanta più flessibilità possibile.

 

Secondo Anna Stupnytska - Global Economist di Fidelity International - la mossa odierna della BCE sarà probabilmente l'ultimo grande rialzo di questo ciclo:

La BCE continua a trovarsi di fronte a un forte compromesso tra un'inflazione elevata, che rimane ai massimi storici, e un rapido deterioramento delle prospettive economiche, con una recessione incombente all’orizzonte.

Con l'aggravarsi della crisi energetica mondiale e con l'Europa che ne sopporta il peso, l'opportunità di anticipare in modo aggressivo l'inasprimento delle politiche si sta rapidamente riducendo. La mossa odierna sarà probabilmente l'ultimo grande rialzo di questo ciclo, seguito da aumenti dei tassi più contenuti e da una pausa anticipata, o addirittura dall'abbandono dell'inasprimento, rispetto alle aspettative. Date le molteplici variabili in gioco, l'incertezza sulle prospettive macro europee rimane molto elevata e dipenderà soprattutto dall'entità e dalla composizione delle risposte fiscali che, insieme agli sviluppi dell'euro e degli spread dei Paesi periferici, determineranno il percorso della BCE da qui in avanti.

 

Antonio Cesarano - Chief Global Strategist di Intermonte - ha segnalato che la riunione BCE è stata molto incentrata sulle modifiche della TLTRO più che sullo scontato rialzo di 75 punti base:

Leggendo congiuntamente comunicato e risposte della Lagarde, l'impressione è che la BCE si sta avvicinando al punto di approdo in termini di rialzo tassi, avvicinandosi il momento in cui verrà discusso (a dicembre) il QT ma sul solo programma APP, ossia quello più rigido con riferimento alle capital keys rispetto al PEPP.

Le modifiche sulla TLTRO introdotte cercano di fatto di partire già con la riduzione del bilancio ed inoltre sono indirizzate anche a contenere alcuni sintomi di instabilità finanziaria, come il tema della carenza di collaterale esplicitamente richiamata dalla Lagarde.

Le attese di mercato si stanno spostando verso l'ipotesi di rialzo tasso depositi fino al massimo del 2,5% entro il 2023, verso attese di qualche giorno fa che si spingevano fino al 3%.

L'aver dato prova, inoltre, dell'attenzione alla stabilità finanziaria è ulteriore elemento di possibile conforto per il mercato, che evidenzia come le banche centrali stiano progressivamente tenendo in considerazione anche gli effetti collaterali prodotti dalle manovre restrittive corpose e rapide, al fine di decidere le manovre future.

 

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