NAVIGA IL SITO

BCE, TASSI INVARIATI

Si è fermata la stretta della politica monetaria della BCE. L’istituto centrale ha confermato i tassi di interesse

di Redazione Soldionline 26 ott 2023 ore 16:31

bce_19Si è fermata la stretta della politica monetaria della BCE. L’istituto centrale ha deciso di non modificare i tassi di interesse, confermando il saggio di riferimento al 4,5%. La presidente Christine Lagarde ha segnalato che la decisione è stata presa con una maggioranza solida dei componenti del Consiglio direttivo.

Nel corso della conferenza stampa a commento delle decisioni della BCE in materia di politica monetaria, Christine Lagarde ha precisato che ogni decisione su un eventuale taglio dei tassi di interesse è da considerarsi prematura. La numero uno della BCE ha aggiunto che l'economia nell'area euro nell'ultima parte del 2023 dovrebbe rimanere debole.

Christine Lagarde ha precisato che lo stop al rialzo dei tassi di interesse non esclude la possibilità di nuovi aumenti in futuro, ribadendo che le decisioni dipenderanno dai fututi dati macroeconomici.

 

Le decisioni della BCE nella riunione del 26 ottobre 2023

Il Consiglio direttivo ha deciso di non modificare i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale sono stati confermati rispettivamente al 4,5%, al 4,75% e al 4%.

Il Consiglio direttivo ritiene che le nuove informazioni abbiano confermato sostanzialmente la valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine. Inoltre, la BCE si attende che l’inflazione resti troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato, anche se l’inflazione ha registrato un netto calo a settembre, ascrivibile anche ai forti effetti base, e gran parte delle misure dell’inflazione di fondo ha continuato a diminuire. "I passati aumenti dei tassi di interesse decisi dal Consiglio direttivo seguitano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento, frenando in misura crescente la domanda e contribuendo pertanto alla riduzione dell’inflazione", ha puntualizzato la BCE.

Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine. In base alla sua attuale valutazione, il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse di riferimento della BCE si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo. Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria.

Inoltre, il Consiglio direttivo ha segnalato che il portafoglio del Programma di acquisto di attività (PPA) si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

Per quanto riguarda il PEPP (pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024. In ogni caso, la futura riduzione del portafoglio del PEPP sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento di politica monetaria. Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.

Inoltre, a fronte dei rimborsi degli importi ricevuti dalle banche nelle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, il Consiglio direttivo riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate e i rimborsi in atto contribuiscono all’orientamento della politica monetaria.

Infine, il Consiglio direttivo ha confermato di essere pronto ad adeguare tutti gli strumenti a disposizione nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione torni all'obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria. Lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il mandato di preservare la stabilità dei prezzi.

 

Le reazioni degli analisti alle indicazioni della BCE

Gurpreet Gill - Macro Strategist Global Fixed Income di Goldman Sachs Asset Management - ritiene terminato il ciclo di rialzi della BCE:

Riteniamo che il ciclo di rialzi della BCE sia concluso e ci aspettiamo che la decisione odierna di mantenere i tassi fermi al 4% si estenderà fino al 2024. L'aumento dei prezzi dell'energia rappresenta un nuovo rischio di rialzo per l'inflazione headline, ma una crescita contenuta e un raffreddamento dell'inflazione core probabilmente precluderanno ulteriori rialzi dei tassi.

Il nostro scenario di base prevede un taglio dei tassi a partire dal terzo trimestre dell'anno prossimo, anche se un forte rallentamento dell'economia o un deterioramento del mercato del lavoro più ampio del previsto potrebbero spingere ad anticipare l'allentamento delle politiche.

 

Sulla stessa lunghezza d'onda Ulrike Kastens, Economist Europe di DWS:

Per la prima volta da luglio 2022, la Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso di non aumentare i tassi di interesse. I dati, dunque, continuano a guidare le decisioni della BCE. Ma se l'inflazione si evolve in linea con le previsioni della BCE e con le nostre, il rialzo dei tassi di settembre 2023 sarà probabilmente l'ultimo: i tassi di inflazione continueranno a scendere a causa degli effetti base e dei fattori sottostanti.

Inoltre, la BCE subirà pressioni anche dal punto di vista economico: gli indicatori di sentiment, gli standard di credito e il calo dei prestiti indicano un significativo indebolimento della domanda interna. Nel medio termine, questo aprirà la porta a un adeguamento dei tassi d'interesse. Ci aspettiamo ancora un primo taglio dei tassi alla fine del secondo trimestre.

 

Alexander Batten - Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments - ritiene che la BCE sia sempre più vicina al picco:

La BCE ha mantenuto i tassi fermi, una decisione che era stata ben annunciata dai membri del comitato della Banca Centrale europea e pienamente prezzata dai mercati. Tuttavia, la porta rimane aperta a ulteriori possibili rialzi, data la crescente evidenza e fiducia della BCE nella trasmissione della politica monetaria all'attività economica. Ma riteniamo improbabile che sarà necessario attivare questa opzione.

Prima della riunione di oggi si era ipotizzata una possibile anticipazione della data di fine dei reinvestimenti dei rimborsi dal programma PEPP, attualmente previsti fino alla fine del 2024. Il Consiglio direttivo non ha discusso di questo, in quanto il recente inasprimento delle condizioni finanziarie, dovuto alle curve più strette e agli spread più ampi della periferia, avrebbe ridotto la necessità di adottare ulteriori inasprimenti monetari.

 

Tutte le ultime su: bce , tassi interesse
Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.