BCE, TASSI ANCORA INVARIATI
Nessuna sorpresa dalla prima riunione del 2024 di politica monetaria della BCE. L’istituto centrale ha deciso di non modificare i tassi di interesse
di Redazione Soldionline 25 gen 2024 ore 17:05Gli argomenti
Nessuna sorpresa dalla prima riunione del 2024 di politica monetaria della BCE. L’istituto centrale ha deciso di non modificare i tassi di interesse, confermando il saggio di riferimento al 4,5%.
La presidente Christine Lagarde ha confermato che resta prematuro discutere di un taglio dei tassi di interesse, ribadendo che ogni decisione al riguardo sarà basata sull'andamento dei dati macroeconomici.
Le decisioni della BCE nella riunione del 25 gennaio 2024
Il Consiglio direttivo ha deciso di non modificare i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale sono stati confermati rispettivamente al 4,5%, al 4,75% e al 4%.
Il Consiglio direttivo ha evidenziato che le nuove informazioni hanno confermato sostanzialmente la valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine. In particolare, secondo la BCE, a parte un effetto base al rialzo sull’inflazione complessiva legato all’energia, la tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo è proseguita e i passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento. "Le condizioni di finanziamento restrittive frenano la domanda, contribuendo al calo dell’inflazione", ha aggiunto il Consiglio direttivo.
Il Consiglio direttivo resta determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine. In base alla sua attuale valutazione, il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse di riferimento della BCE si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo. Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria.
Inoltre, il Consiglio direttivo ha segnalato che il portafoglio del Programma di acquisto di attività (PPA) si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.
Per quanto riguarda il PEPP (pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire integralmente il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma nella prima parte del 2024. Nella seconda parte dell’anno il consiglio intende ridurre il portafoglio del PEPP di 7,5 miliardi di euro al mese, in media, e terminare i reinvestimenti nell’ambito di tale programma alla fine del 2024. Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.
Inoltre, a fronte dei rimborsi degli importi ricevuti dalle banche nelle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, il Consiglio direttivo riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate e i rimborsi in atto contribuiscono all’orientamento della politica monetaria.
Infine, il Consiglio direttivo ha confermato di essere pronto ad adeguare tutti gli strumenti a disposizione nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione torni all'obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria. Lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il mandato di preservare la stabilità dei prezzi.
Le reazioni degli analisti alle indicazioni della BCE
Secondo Morgane Delle Donne - Head of Investment Strategy Europa di Global X - i mercati insistono nel prevedere una BCE più colomba nel corso dell’anno:
La dichiarazione più importante della conferenza stampa della BCE, a mio avviso, è l’affermazione che lasciare i tassi di interesse a "questo livello per una durata sufficiente" dovrebbe mantenere la tendenza al ribasso dell'inflazione. La BCE è soddisfatta dell'attuale livello dei tassi di interesse, e in questa frase ha indicato chiaramente che rimarrà a questo livello per un periodo di tempo non definito, finché la tendenza al calo dell'inflazione continuerà a questo ritmo e le condizioni economiche mostreranno resilienza. In sostanza, non si prevedono tagli fintanto che l'inflazione e le condizioni economiche non cambieranno.
Le aspettative di una svolta dovish della BCE si erano affievolite già dopo l’uscita degli ultimi dati sull'occupazione, migliori del previsto, e dopo l'aumento dell'inflazione salariale. Tuttavia, il mercato degli OIS (Overnight Index Swaps) prevedeva ancora più di cinque tagli da 25 punti nel 2024, il che appariva troppo ottimistico. Le condizioni economiche e il livello basso dei tassi reali limitano le manovre delle banche centrali, almeno nella prima metà dell'anno. Inoltre, sembra altamente improbabile che la BCE tagli i tassi prima della Fed.
Martina Daga - Macro Economist di AcomeA SGR - ha segnalato che l'analisi degli sviluppi economici e i positivi progressi sia dal punto di inflazione sia dal punto di vista del mercato del lavoro, mostrano una BCE più "colomba":
Il board riconosce che i tassi di riferimento hanno ormai raggiunto un livello che, se mantenuto sufficientemente a lungo, contribuirà a riportare l’inflazione al target del 2%, quindi senza la necessità di ulteriori rialzi. Tuttavia, il board della BCE non ha ancora iniziato a discutere dell'inizio del ciclo dei tagli e rimane legato a un approccio meeting by meeting e strettamente dipendente dai dati sia per determinare il livello dei tassi di riferimento sia la durata appropriati per riportare l’inflazione al target. Il tono della Bce rimane ancora cauto, ma credo sia rilevante il fatto che, sia nel comunicato stampa sia durante la conferenza stampa, abbia riconosciuto importanti progressi in termini di rallentamento dell'inflazione e stabilizzazione del mercato del lavoro.
Nonostante non ci siano stati cambiamenti significativi nella comunicazione della BCE, l'analisi degli sviluppi economici e i positivi progressi sia dal punto di inflazione sia dal punto di vista del mercato del lavoro, mostrano una Bce più "colomba". Infatti, l'analisi sui dati di inflazione e sul trend del mercato del lavoro riportata oggi durante la conferenza stampa indica un contesto in cui le pressioni al rialzo sulla crescita dei prezzi al consumo sono ora meno forti. Il mercato del lavoro, in particolare, recentemente era stato la principale fonte di preoccupazione per la Bce, e il fatto che si riconoscano segnali di rallentamento, riduce i rischi sull'outlook di inflazione.
Nicolas Forest - CIO di Candriam - ha evidenziato che la BCE resta dipendente dai dati "dati" e non dalla "data":
Nella sua prima riunione del nuovo anno, non ci sono state sorprese nella politica della Banca Centrale Europea. Come previsto, i tassi di riferimento sono rimasti invariati, confermando lo status quo di dicembre.
Con il tasso sui depositi al 4% e l’inflazione inferiore al 3%, la politica monetaria continua a essere in territorio restrittivo, lasciando aperti gli interrogativi su quando avrà luogo il primo allentamento.
Con gli operatori di mercato che anticipano un primo taglio in estate, Christine Lagarde ha confermato che si prenderà il suo tempo prima di allentare la politica monetaria, rimanendo più dipendente dai dati economici che da qualsiasi calendario.
Le dinamiche di inflazione dovranno essere attentamente monitorate nei prossimi mesi.
Allo stesso modo andranno monitorate sia l’inflazione interna, con alcune componenti sotto pressione, sia le aspettative di inflazione, che hanno registrato un rimbalzo all’inizio dell’anno.
Se il processo di disinflazione continuerà, la BCE potrà allentare la propria politica monetaria e fornire ulteriore sostegno ai mercati obbligazionari ma non prima di giugno.
David Chappell - Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments - ha segnalato che Christine Lagarde possibilista su un primo taglio a giugno:
Come previsto, il comunicato stampa relativo alla politica monetaria ha rimarcato lo stesso statement “durata sufficientemente lunga” per descrivere i tassi attesi in un orizzonte temporale di mantenimento. La presidente Lagarde in una recente intervista aveva indicato la possibilità di un primo aggiustamento dei tassi a partire da giugno, tema ripreso anche oggi durante tutta la conferenza stampa, dove ha suggerito che fosse prematuro discutere di un allentamento.
Tuttavia, l’evoluzione del trend dell’inflazione di fondo e alcuni rilevatori salariali indipendenti hanno consentito ai membri del comitato di acquisire maggiore fiducia nel fatto che l’attuale politica monetaria stia avendo l’effetto desiderato, aprendo la porta a un cambiamento di passo forse prima del previsto.