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BCE: TASSI ANCORA IN AUMENTO DI 25 PUNTI BASE

Il saggio di riferimento è stato portato al 4%. Il Consiglio direttivo porrà fine ai reinvestimenti nell’ambito del PAA a partire da luglio 2023

di Redazione Soldionline 15 giu 2023 ore 16:50

bce_19Come nelle attese, è proseguita la stretta della politica monetaria della BCE. L’istituto centrale ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base, portando il saggio di riferimento al 4%. La presidente Christine Lagarde ha segnalato che sulla decisione c'è stato ampio consenso dei componenti del Consiglio direttivo.

In particolare, la Banca Centrale Europea ha segnalato che l’inflazione è diminuita ma al contempo ritiene che dovrebbe rimanere troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato. In base alle proiezioni macroeconomiche di giugno 2023, gli esperti dell’Eurosistema si attendono che l’inflazione complessiva si attesti in media al 5,4% nel 2023, al 3% nel 2024 e al 2,2% nel 2025.

Il Consiglio direttivo ha sottolineato che i passati incrementi dei tassi di interesse si stanno trasmettendo con forza alle condizioni monetarie e di finanziamento nell’area dell’euro.

Infine, il Consiglio direttivo ha confermato che porrà fine ai reinvestimenti nell’ambito del Programma di acquisto di attività a partire da luglio 2023.

 

Le decisioni della BCE nella riunione del 15 giugno 2023

Il Consiglio direttivo ha deciso di innalzare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 4,00%, al 4,25% e al 3,50%, con effetto dal 21 giugno 2023.

L’istituto centrale ha aggiunto che le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine e siano mantenuti su tali livelli finché necessario. Inoltre, i Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati per determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento continueranno a essere basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, sulla dinamica dell’inflazione di fondo e sull’intensità della trasmissione della politica monetaria.

Inoltre, il Consiglio direttivo ha segnalato che il portafoglio del Programma di acquisto di attività (PPA) si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema reinveste solo in parte il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Il ritmo di tale riduzione sarà pari in media a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine di giugno 2023. Il Consiglio direttivo prevede di porre fine ai reinvestimenti nell’ambito del PAA a partire da luglio 2023.

Per quanto riguarda il PEPP (pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024. In ogni caso, la futura riduzione del portafoglio del PEPP sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento di politica monetaria. Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.

Inoltre, a fronte dei rimborsi degli importi ricevuti dalle banche nelle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, il Consiglio direttivo riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate e i rimborsi in atto contribuiscono all’orientamento della politica monetaria.

Infine, il Consiglio direttivo ha confermato di essere pronto ad adeguare tutti gli strumenti a disposizione nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione torni all'obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria. Lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il mandato di preservare la stabilità dei prezzi.

 

Le reazioni degli analisti alle indicazioni della BCE

Secondo Altaf Kassam - EMEA Head of Investment Strategy and Research per l'area EMEA di State Street Global Advisors - è probabile un nuovo aumento dei tassi di interesse a luglio di 25 punti base, aggiungendo che la politica rimarrà restrittiva per diverso tempo:

La BCE ha deciso di alzare i tassi di interesse di 25 punti base, come ampiamente previsto e annunciato, quindi in linea con gli attuali prezzi di mercato. A differenza del rialzo più contenuto di maggio, quando la banca centrale ha deciso di non aumentare i tassi di 50 punti base ma di 25 tenendo ovviamente in considerazione gli effetti della crisi bancaria, la decisione odierna ha avuto un’impronta decisamente aggressiva, in quanto la BCE ha voluto rassicurare il mercato sul fatto che il picco dell’inflazione core non implicherebbe un’immediata inflessione dei tassi d’interesse. Tale rassicurazione era particolarmente pertinente se si considera che negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Canada l’inflazione core ha iniziato a diminuire, per poi rallentare o addirittura invertire la tendenza e la BCE doveva quindi affermare in modo chiaro che non aveva alcuna intenzione di allentare il tiro.

Più precisamente, nonostante i segnali di miglioramento dell’inflazione sottostante e gli indizi del fatto che la politica monetaria più restrittiva stia sortendo i suoi effetti, dalle dichiarazioni di oggi si evince un probabile aumento di 25 punti base in occasione del meeting di luglio e si ribadisce che la politica rimarrà restrittiva per diverso tempo (senza specificare un arco temporale o delle condizioni particolari). Di conseguenza, i rischi per l’outlook di politica monetaria della BCE rimangono al rialzo, ma con un’incertezza crescente. La mancanza di una chiara indicazione sul fatto che il ciclo di rialzi dei tassi si concluderà a luglio potrebbe spingere il mercato a non prezzare alcuni dei tagli dei tassi attesi per il 2024.

 

Katharine Neiss - chief European economist di PGIM Fixed Income - ha segnalato che le proiezioni aggiornate dello staff e il linguaggio della dichiarazione di politica monetaria suggeriscono una prospettiva di politica monetaria decisamente più aggressiva del previsto:

L'ultima decisione della BCE sui tassi di interesse e la conferma di una più rapida riduzione del bilancio sono in linea con le aspettative. Detto questo, le proiezioni aggiornate dello staff e il linguaggio della dichiarazione di politica monetaria suggeriscono una prospettiva di politica monetaria decisamente più aggressiva del previsto. Le proiezioni sulla crescita del PIL sono state riviste al ribasso, ma solo di poco, visto il flusso di dati più debole. Ma soprattutto, le previsioni sull'inflazione sono state riviste al rialzo per ogni anno, compreso il 2025, che la BCE vede ora al 2,2% - quindi al di sopra dell'obiettivo della BCE.

Tutto ciò suggerisce che la BCE si sta dirigendo verso tassi più vicini al 4%, in un contesto di consumi già indeboliti, che rimangono al di sotto del livello pre-pandemico. Per ora, tuttavia, sembra che la variabile chiave per la BCE siano i dati sull'inflazione in tempo reale.

 

Antonella Manganelli - AD e Responsabile Investimenti di Payden & Rygel Italia - si è soffermata sulle indicazioni di Christine Lagarde nel corso della conferenza stampa a commento delle decisioni di politica monetaria:

Nel corso della conferenza stampa Christine Lagarde ha offerto dei commenti più benigni sul fatto che l'inflazione sia in discesa, anche se ha precisato più volte che le preoccupazioni sul costo del mercato del lavoro restano.

Per quanto riguarda le prossime mosse, Lagarde ha poi reso abbastanza esplicito il rialzo di luglio, a meno che non si verifichi un cambiamento sostanziale del quadro macro, dopo di che ha indicato che le mosse successive dipenderanno dai dati. Si può quindi dedurre che in questo momento la BCE non voglia contraddire l’aspettativa del mercato su un tasso terminale del 3,75-4%. Nessun commento invece sulla dimensione del bilancio e sul PEPP; pensiamo questo possa diventare argomento di conversazione una volta raggiunto il tasso terminale.

 

Felix Feather - analista economico europeo di abrdn - non esclude un rialzo dei tassi di interesse anche a settembre:

La BCE non ha perso un colpo nel suo ciclo di rialzo dei tassi - con un ulteriore rialzo dello 0,25% che porta il tasso di deposito al 3,5%. Se da un lato la BCE continua a sottolineare la dipendenza dai dati, dall'altro la presidente Christine Lagarde ha suggerito che anche a luglio un rialzo dei tassi sarà molto probabile. Pensiamo che questo rialzo sarà l'ultimo del ciclo, vista la diminuzione dell'inflazione. Ma il tasso di crescita dei salari è ancora molto elevato, per cui è probabile che possa esserci un rialzo anche a settembre.

Con una politica già in territorio restrittivo e con gli effetti ritardati dei precedenti rialzi, che si stanno facendo sentire sull'economia reale, gli investitori devono fare i conti non solo con tassi più alti, ma anche con un'inflazione ancora elevata e con la possibilità di una recessione determinata dalla politica monetaria nel corso dell'anno.

 

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