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LA BCE TAGLIA I TASSI DI INTERESSE

Come nelle attese degli analisti l’istituto centrale ha deciso di tagliare i tassi di interesse, portando il tasso sui depositi dal 3,75% al 3,5%.

di Edoardo Fagnani 12 set 2024 ore 17:13

bce_19Nessuna sorpresa dalla BCE.

Come nelle attese degli analisti l’istituto centrale ha deciso di tagliare i tassi di interesse; in particolare, il tasso sui depositi (il tasso mediante il quale orienta la politica monetaria) è stato ridotto di 25 punti base dal 3,75% al 3,5%.

Nel corso della conferenza stampa a commento delle decisioni di politica monetaria, la presidente della BCE, Christine Lagrade, ha precisato che la decisione è stata presa all'unanimità. La numero uno dell'istituto non ha fornito anticipazioni in merito a eventuali decisioni nella riunione del 17 ottobre limitandosi a confermare che non c'è un percorso predeterminato o stabilito.

 

Le decisioni della BCE nella riunione del 12 settembre 2024

Il Consiglio direttivo ha deciso di tagliare i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale sono stati ridotti rispettivamente al 3,65% (dal 4,25%), al 3,9% (dal 4,5%) e al 3,5% (dal 3,75%). Le modifiche entreranno in vigore il 18 settembre 2024.

L'istituto ha ricordato che come annunciato il 13 marzo 2024 a seguito del riesame dell’assetto operativo, il differenziale tra il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e il tasso sui depositi presso la banca centrale sarà fissato a 15 punti base. Il differenziale tra il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali e quello sulle operazioni di rifinanziamento principali rimarrà invariato a 25 punti base.

I vertici della banca centrale hanno segnalato che sulla base della sua valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, è ora opportuno compiere un altro passo nella moderazione del grado di restrizione della politica monetaria. Nel dettaglio, secondo gli esperti l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026, come nelle proiezioni di giugno 2024. Secondo le elaborazioni della BCE, l’inflazione dovrebbe tornare ad aumentare nell’ultima parte di quest’anno (anche perché i precedenti bruschi ribassi dei prezzi dell’energia non incideranno più sui tassi calcolati sui dodici mesi) mentre dovrebbe poi diminuire fino a raggiungere l'obiettivo dell'istituto nella seconda metà del prossimo anno. Per quanto riguarda l’inflazione di fondo, le proiezioni per il 2024 e il 2025 sono state riviste lievemente al rialzo, poiché i rincari dei servizi sono risultati maggiori delle aspettative. Al tempo stesso, gli esperti della BCE continuano ad attendersi un rapido calo dell’inflazione di fondo, dal 2,9% di quest’anno al 2,3% nel 2025 e al 2,0% nel 2026.

Il Consiglio direttivo resta determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine e manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi.

Il Consiglio direttivo ha evidenziato che il portafoglio del PAA (Programma di acquisto di attività) si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

Per quanto riguarda il PEPP (pandemic emergency purchase programme), l’Eurosistema non reinveste più tutto il capitale rimborsato sui titoli in scadenza, riducendo il portafoglio di 7,5 miliardi di euro al mese, in media. Il Consiglio direttivo intende terminare i reinvestimenti nel quadro di tale programma alla fine del 2024. Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.

Inoltre, a fronte dei rimborsi degli importi ricevuti dalle banche nelle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, il Consiglio direttivo riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate e i rimborsi in atto contribuiscono all’orientamento della politica monetaria.

Infine, il Consiglio direttivo ha confermato di essere pronto ad adeguare tutti gli strumenti a disposizione nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione torni all'obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria. Lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il mandato di preservare la stabilità dei prezzi.

 

Le reazioni degli analisti alle indicazioni della BCE

Kaspar Hense - BlueBay Senior Portfolio Manager, Investment Grade di RBC BlueBay - ritiene che ci sia spazio per ulteriori tagli dei tassi di interesse:

Come previsto, la Bce ha tagliato nuovamente i tassi al 3,5%. Con l'inflazione headline in rapida discesa, che si prevede scenderà presto al di sotto del 2%, la BCE è ancora in una posizione forte per continuare a tagliare ulteriormente con una crescita che, nella migliore delle ipotesi, è lenta. Prevediamo un altro taglio dei tassi a dicembre e altri tre nella prima metà del 2025 a sostegno dell'economia e ci aspettiamo che i tassi si aggirino intorno al 2,5% a metà del prossimo anno.

Pur essendo ancora al di sopra della neutralità, il mercato rimane troppo concentrato sulla crescita. Il potenziale di crescita in Europa è basso, ma in Giappone è peggiore, eppure la BoJ continua ad aumentare i tassi per via del rallentamento dell'economia. I tassi di disoccupazione in Europa stanno ancora scendendo in aggregato e la possibilità di maggiori stimoli fiscali, l'anno prossimo, sarà un segnale d'allarme per la Bce, che dovrà anticipare la curva, almeno per il momento.

 

Gurpreet Garewal - Macro Strategist Global Fixed Income di Goldman Sachs Asset Management - non prevede un altro taglio dei tassi di interesse prima della riunione di dicembre:

Il taglio dello 0,25% dei tassi di policy da parte della BCE era ampiamente previsto dagli operatori di mercato. Con i pochi dati economici attesi per il meeting di ottobre, non prevediamo un altro taglio prima di dicembre, a meno che non si verifichi un significativo deterioramento della crescita a livello regionale o globale.

Guardando al futuro, un ciclo di allentamento più rapido verso un tasso terminale più basso potrebbe verificarsi prima di quanto suggeriscano le attuali quotazioni di mercato. In estate, il turismo, gli eventi sportivi e i concerti hanno stimolato l'attività e l'inflazione nel settore dei servizi, ma si prevede che entrambe si raffreddino al cambio di stagione. Il rallentamento della crescita dei salari può potenzialmente frenare l'inflazione dei servizi, fattore che, unito ai crescenti rischi di crescita al ribasso, potrebbe indurre la BCE ad accelerare il ritmo della normalizzazione della politica monetaria nel 2025, rispetto a quello trimestrale adottato nel 2024.

 

David Zahn - Head of European Fixed Income di Franklin Templeton - ritiene che la BCE taglierà i tassi fino a raggiungere una posizione neutrale intorno al 2%:

La Banca centrale europea (BCE) ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base al 3,5%, come previsto dal mercato. Continuiamo a ritenere che la BCE taglierà i tassi fino a raggiungere una posizione neutrale intorno al 2%, presumibilmente al ritmo di una volta al trimestre, con il prossimo taglio previsto a dicembre.

Le nuove previsioni macroeconomiche pubblicate sono tuttavia interessanti in quanto probabilmente continuano a sovrastimare la crescita nei prossimi due anni e vedranno continue revisioni al ribasso nei prossimi cicli di previsione. Il ciclo di taglio dei tassi della BCE potrebbe accelerare se la crescita continuerà a deludere.

Nel complesso, il ciclo allentamento della BCE continua a sostenere i mercati obbligazionari europei. I titoli obbligazionari a più lunga scadenza potrebbero diventare ancora più interessanti se il mercato iniziasse a credere che la BCE fosse in ritardo rispetto alla curva.

 

Ulrike Kastens - European Economist di DWS - ritiene appropriata la scelta della BCE:

La BCE ha fatto un passo in avanti, allentando ulteriormente il freno monetario. Questa è stata una scelta appropriata, alla luce della crescente fiducia nel raggiungimento dell'obiettivo di inflazione, che si riflette anche nelle proiezioni di inflazione invariate per il 2024-2026. Sebbene permangano incertezze sull'andamento futuro dei prezzi dei servizi, è probabile che le preoccupazioni economiche diventino più importanti, data la debolezza della domanda interna. Già a luglio i rischi per l'economia erano visti come inclinati al ribasso. Ora anche le previsioni del PIL per gli anni 2024-2026 sono state riviste al ribasso e la situazione economica attuale è valutata peggiore rispetto a luglio.

La BCE continua a mantenere il suo approccio dipendente dai dati e la Presidente della BCE Lagarde ha respinto con fermezza qualsiasi pre-impegno sul percorso dei tassi di interesse. Tuttavia, ha anche affermato che un percorso di riduzione dei tassi è abbastanza ovvio. Pertanto, sono previsti ulteriori tagli dei tassi. È probabile che la prossima data per un altro taglio sia dicembre. Nel complesso, ci aspettiamo che il tasso di deposito si attesti al 2,5% tra 12 mesi.

 

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