BCE, le decisioni della riunione del 10 marzo 2022
Sulla base dell'attuale scenario caratterizzato da forte incertezza, il Consiglio direttivo della BCE ha modificato la tempistica dell'asset purchase programme (APP)
di Edoardo Fagnani 10 mar 2022 ore 17:04Gli argomenti
Qualche novità nella propria politica monetaria della BCE, alla luce del mutato contesto macroeconomico (inflazione) e geopolitico; il conflitto tra Russia e Ucraina è considerato uno spartiacque per l'Europa.
In particolare, sulla base dell'attuale scenario caratterizzato da forte incertezza, il Consiglio direttivo della BCE ha modificato la tempistica dell'asset purchase programme (APP).
Le decisioni della BCE nella riunione del 10 marzo 2022
Nel dettaglio, la banca centrale ha confermato i tassi di interesse: il saggio di riferimento resta fermo allo zero mentre quello sui depositi è negativo e pari al -0,5%. La banca centrale ha segnalato che qualsiasi modifica dei tassi di interesse verrà presa dopo la fine degli acquisti di attività (APP) e sarà graduale. Il profilo dei tassi di interesse di riferimento della BCE continuerà a essere determinato dalle indicazioni prospettiche del Consiglio direttivo (forward guidance) e dal suo impegno strategico a stabilizzare l’inflazione al 2% nel medio periodo.
Inoltre, la BCE ha confermato che i tassi resteranno su livelli pari a quelli attuali finché non vedrà l’inflazione raggiungere il 2% ben prima della fine del suo orizzonte di proiezione e finché non riterrà che i progressi conseguiti dall’inflazione di fondo siano sufficientemente avanzati da essere coerenti con lo stabilizzarsi dell’inflazione sul 2% nel medio periodo.
Sulla base dell'attuale scenario caratterizzato da forte incertezza, il Consiglio direttivo della BCE ha modificato la tempistica dell'asset purchase programme (APP). In particolare, gli acquisti si attesteranno a un ritmo mensile di 40 miliardi di euro ad aprile, di 30 miliardi a maggio e di 20 miliardi a giugno. Nel terzo trimestre gli acquisti saranno ricalibrati sulla base dell'andamento dei dati macroeconomici. In particolare, se i nuovi dati confermeranno l’aspettativa che le prospettive di inflazione a medio termine non si indeboliranno neanche dopo la conclusione degli acquisti netti di attività, il Consiglio direttivo porrà termine agli acquisti netti nel quadro dell'APP nel terzo trimestre. Al contrario, se le prospettive di inflazione a medio termine cambieranno e le condizioni di finanziamento risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso l’obiettivo del 2%, il Consiglio direttivo è pronto a rivedere il calendario degli acquisti netti di attività in termini di entità e/o durata. Inoltre, il Consiglio direttivo intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro dell'APP per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento e, in ogni caso, finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario.
La BCE ha segnalato che nel 1° trimestre del 2022 il Consiglio direttivo condurrà gli acquisti netti di attività nell’ambito del PEPP (pandemic emergency purchase programme) a un ritmo inferiore rispetto al trimestre precedente e interromperà gli acquisti netti di attività del PEPP alla fine di marzo 2022; i proventi saranno reinvestiti almeno fino alla fine del 2024. In ogni caso, la futura riduzione del portafoglio del PEPP sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento di politica monetaria. La flessibilità rimarrà, quindi, un elemento della politica monetaria ove i rischi per la sua trasmissione mettano a repentaglio il conseguimento della stabilità dei prezzi. In particolare, in caso di ulteriore frammentazione del mercato connessa alla pandemia, i reinvestimenti del PEPP potranno essere adeguati in maniera flessibile nel corso del tempo, fra le varie classi di attività e i vari paesi in qualsiasi momento. Inoltre, gli acquisti netti del PEPP potrebbero essere ripresi, se necessario, per contrastare gli shock negativi connessi alla pandemia.
Il Consiglio direttivo continuerà a seguire le condizioni di finanziamento delle banche e ad assicurare che la scadenza delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine della terza serie (OMRLT-III) non ostacoli l’ordinata trasmissione della politica monetaria. Inoltre, il Consiglio direttivo riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate di rifinanziamento contribuiscono all’intonazione della politica monetaria; le condizioni specifiche delle OMRLT-III cesseranno di essere applicate a giugno del 2022. Il Consiglio direttivo valuterà anche l’adeguata calibrazione del sistema a due livelli per la remunerazione delle riserve, affinché la politica dei tassi di interesse negativi non limiti la capacità di intermediazione delle banche in un contesto di abbondante liquidità in eccesso.
Infine, la BCE resta pronta ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione si stabilizzi al target del 2% nel medio termine.
Le reazioni degli analisti alle indicazioni della BCE
Ed Hutchings - Head of Rates di Aviva Investors - ha posto l'attenzione sul messaggio lanciato dalla BCE agli operatori:
La BCE ha lanciato oggi un chiaro messaggio da falco al mercato e agli investitori, affermando che intraprenderà tutte le azioni necessaria per adempiere al suo mandato. La notizia dell'imminente conclusione dell'Asset Purchase Program (APP), prima di un rialzo dei tassi, è stato anticipato dal mercato con un primo incremento dello 0,25% atteso per il mese ottobre 2022.
Questo dovrebbe portare i rendimenti dei titoli di stato europei ad un ulteriore rialzo, in particolare nelle aree geografiche più periferiche come l'Italia e la Grecia, a cui in passato sono stati destinati i sostegni più consistenti.
Filippo Diodovich - senior market strategist di IG Italia - si è focalizzato sulle strategie in merito al programma di acquisto di titoli:
L’esito del meeting della BCE è stato molto più da falco rispetto alle previsioni della vigilia. I tassi di interesse sono rimasti invariati ma sono cambiate le strategie in merito al programma di acquisto di titoli. Sulla base delle valutazioni aggiornate dagli esperti della BCE e tenendo conto dell'incertezza legata soprattutto agli sviluppi del conflitto nell’Europa dell’Est, il Governing Council ha rivisto al ribasso gli acquisti di asset: 40 miliardi di euro ad aprile, 30 miliardi di euro a maggio e 20 miliardi di euro a giugno. Nel terzo trimestre i banchieri centrali del Vecchio Continente decideranno, dopo un’attenta analisi sulle pressioni inflazionistiche, come calibrare gli acquisti di asset.
Precedentemente la BCE si era impegnata a comprare 40 miliardi di euro mensili di asset nel secondo trimestre, 30 nel terzo, 20 nel quarto. In parole semplici la BCE ha lasciato intendere che se l’inflazione continuerà a essere su livelli troppo elevati, terminerà il piano di quantitative easing e si preparerà a un rialzo dei tassi di interesse probabilmente già nel mese di settembre.
Antonio Cesarano - chief global strategist di Intermonte - ha messo l'accento sulle due posizioni tenute dei membri della BCE:
La BCE ha cercato di fare una sintesi tra le due posizioni estreme all’interno del board, ossia chi propendeva per un nulla di fatto ed attendere gli sviluppi e chi invece propendeva per agire senza alcuna condizionalità. Alla fine, la scelta è stata per una decisione di azione ma con condizionalità, ossia riservandosi le decisioni sulle mosse future (fine del QE e rialzo tassi) in base agli sviluppi. Un tentativo di risolvere nel breve l’arduo dilemma posto dallo scenario stagflattivo, che diventa sempre più probabile per l’area, accentuato ed anticipato dalla guerra in Ucraina.
Complessivamente la decisione di oggi comporta maggiore incertezza soprattutto per i bond periferici, dal momento che il probabile ulteriore aumento dell’inflazione nei prossimi mesi aumenta la probabilità di stop del QE nel terzo trimestre.