Svizzera salva: non passa il referendum
Fortunatamente, il cittadino svizzero medio, ha dato ascolto al Governo ed alla Banca Centrale, andando ad esprimersi con oltre il 77% delle preferenze a favore di un no
di Redazione Soldionline 1 dic 2014 ore 10:05A cura di FXCM
Settimana scorsa abbiamo più volte toccato il tema relativo al referendum proposto in Svizzera, secondo il quale i cittadini si sarebbero dovuti esprimere a favore o meno dell’introduzione dell’obbligo per la SNB di arrivare a detenere entro 5 anni una quantità pari ad almeno il 20% delle proprie riserve in oro (una quantità sotto la quale non si sarebbe più dovuti scendere), oltre a dover rimpatriare le riserve detenute all’estero. C’era chi sosteneva che i sì avrebbero potuto avere la meglio, noi eravamo di altra idea e ci sentiamo di tirare un sospiro di sollievo ora che i risultati sono stati dalla nostra parte. Un respiro di sollievo non tanto per aver capito quale avrebbe potuto essere l’esito di tale interrogazione ai cittadini, quanto grazie al fatto di vedere una Svizzera non costretta a dover imbrigliare la propria politica monetaria e con essa tutto ciò che ne deriva a livello economico-finanziario.
Una vittoria del sì avrebbe infatti, con alta probabilità, portato ad una ripresa dei prezzi dell’oro – e questo, tutto sommato, non avrebbe mostrato effetti diretti sull’economia elvetica, con un franco in potenziale rafforzamento che avrebbe messo in pericolo il peg con la moneta unica europea, a quel punto destinato in maniera naturale a saltare. Un rafforzamento che avrebbe molto probabilmente condotto la SNB a dover gestire a livello monetario la situazione, utilizzando baionette da prima guerra mondiale anziché armi più tecnologiche (si legga politica monetaria non flessibile come quella che ora può continuare ad essere), non tanto con l’unico fine di voler contenere un rafforzamento del franco ma per gestire delle pericolose spirali economiche che avrebbero potuto mettere a rischio esportazioni e con esse l’inflazione (già ai minimi) del Paese. Fortunatamente, il cittadino svizzero medio, colui il quale non si intende di finanza come i tanti professionisti che prestano i propri servigi all’interno dei vari Cantoni, ha dato ascolto al Governo ed alla Banca Centrale, andando ad esprimersi con oltre il 77% delle preferenze a favore di un no che ora lascia una flessibilità di manovra sufficiente per continuare a gestire una situazione non propriamente da rose e fiori. Ma questa, la conosciamo.
Ora tornerà d’attualità, se mai fosse passata in secondo piano negli ultimi mesi, la possibilità che il mercato, posizionato ancora lungo di franchi, andrà a visitare il livello di 1.2000, un tema su cui abbiamo ampiamente ragionato durante le scorse settimane e sul quale non cambiamo idea. Non vediamo, attualmente, la creazione di un sentiment di medio periodo tale per cui gli investitori più grossi possano decidere di smobilizzare la liquidità parcheggiata negli anni (a partire da area 1.4000/1.5000) nei sicuri porti svizzeri, e questo potrebbe essere propedeutico al raggiungimento del livello per un primo intervento importante della SNB, dopo il quale, se mai dovesse avvenire, potremo analizzare la price action per valutare l’allontanamento definitivo dalla zona di pericolo, allo stato dell’arte attuale meno probabile di un secondo scenario che potrebbe vedere invece un attacco definitivo al livello. Di fronte a ciò, l’oro, ha mostrato la reazione che ci attendevamo, proseguendo la discesa giustificata sia da fattori macoreocnomici che tecnici (così come il petrolio, protagonista della giornata di venerdì), con l’EurChf che ha aperto in gap positivo sopra ad area 1.2030, un livello di reazione che comunque conferma come il mercato continui a rimanere posizionato pesantemente lungo di franchi, altrimenti avremmo assistito a salti più importanti dei prezzi e con le borse contrastate, dati i movimenti a rialzo di Nikkei e a ribasso di S&P500.
Continueremo a seguire la possibilità di creazione di correlazioni, per come ragionate durante la scorsa settimana, consapevoli del fatto che esse non debbono essere ancora utilizzate dal punto di vista operativo, focalizzandoci sulla debolezza delle materie prime da eventualmente vendere, sulla possibilità di assistere a rialzi dei listini europei e con eventuali correzioni da seguire sul fronte valutario, sulle quali poter valutare eventuali posizionamenti a favore di trend. Una veloce nota sul black Friday americano, che ha visto acquisti crescere di oltre 1.5 punti percentuali rispetto a quanto accaduto l’anno scorso, una notizia che va ad inserirsi bene all’interno del quado che vede la Fed dover monitorare la ripresa dell’economia domestica prima di decidere di procedere con un rialzo di tassi. Un rialzo da non far slittare in avanti ed un risultato di miglioramento di domanda aggregata domestica in linea con il mancato palesare preoccupazioni circa il recente rafforzamento del biglietto verde all’interno delle ultime minute del FOMC, un dollaro che se la domanda interna aumenta, non dovrebbe ancora causare pesanti danni alla ripresa, causati da potenziali inferiori esportazioni. Se non vi siete addormentati, passiamo ai livelli tecnici.
ANALISI TECNICA VALUTE
Cambio Euro-Dollaro
L’area di resistenza studiata venerdì, passante tra 1.2465 e 1.2485 ha tenuto perfettamente, riportando i prezzi sui minimi precedenti. Ci troviamo ora con prezzi ancora sotto le resistenze orarie ed a 4 ore, con la formazione di minimi crescenti che hanno segnato in 1.2400 l’ultimo supporto statico da non superare, scenario che ci porterebbe a valutare la possibilità di assistere a riprese delle quotazioni, che potrebbero a quel punto tentare di segnare massimi relativi crescenti, verso area 1.2600. Ci troviamo ora di fronte alla possibilità di valutare eventuali storni verso area 1.2400/1.2425, all’interno della quale potrebbe essere possibile valutare delle frenate delle quotazioni sulle quali chiudere part di eventuali posizioni corte che si potrebbero valutare fino a quando i prezzi si dovessero mantenere tra 1.2460 e 1.2475, area oltre la quale il mercato potrebbe tentare delle accelerazioni che considereremo importanti nel momento in cui i prezzi dovessero tentare il superamento di area 1.2490, con 1.2510/25 come area di attrazione. Nel momento in cui dovessimo raggiungere le aree di supporto con uno stocastico a 4 ore impostato a ribasso e non ancora in zona di ipervenduto, potremmo valutare eventuali estensioni verso area 1.2350.
Cambio Dollaro-Yen
Estensioni verso i target indicati avvenute, con 11.50 e 118 ¾ ben raggiunti e superati, con prezzi che non sono nemmeno andati a visitare i supporti studiati. Ci troviamo ora con quotazioni sostenute che non hanno dato indicazioni di potenziali storni a 4 ore (per come avevamo impostato i nostri warning difensivi venerdì), sopra la media a 21 oraria e con una divergenza ribassista di correzione andatasi a formare. I prezzi potrebbero tentare degli storni verso le aree di supporto passanti tra 118.40 e 118.55, sulle quali valuteremo eventuali ripartenze verso i massimi di stanotte che se superati di almeno una quindicina di punti potrebbero lasciare spazio verso il target di lungo periodo indicato in 120 yen per dollaro. I percentili di volatilità sono alti (80%), per cui valuteremo la possibilità di rotture dirette. Nel momento in cui l’area di 118.30 dovesse cedere, potrebbe essere possibile seguire storni verso figura e 117.85, da seguire con attenzione soprattutto se l’area di 30 dovesse essere raggiunta con stocastico orario lontano dall’ipervenduto.
Cambio Sterlina-Dollaro
Ottimo il comportamento tecnico del cable che è andato a rispettare le impostazioni studiate. Il mancato giro a rialzo dello stocastico a 4 ore quando i prezzi hanno raggiunto le aree di supporto indicate ha evitato il posizionamento long, che avrebbe portato a dover stoppare le posizioni, con la rottura a ribasso di area 1.5660 che ha condotto ai target ipotizzati in area 1.56 ¼, dove i prezzi hanno rimbalzato andando a chiudere la giornata, prima di ripartire a ribasso con l’apertura asiatica, andandoci a confermare come il trend sia negativo. Siamo ora in attesa di potenziali correzioni verso area 1.5650/75, dove valutare eventuali posizionamenti lunghi di dollaro per ritorni dapprima verso 1.5620 e 1.5590, tenendo conto che un superamento di area 1.5695 potrebbe risultare propedeutico a tentativi di estensione verso zona 1.57 ¼, che se raggiunta con uno stocastico a 4 ore lontano dalla zona di ipervenduto, potrebbe lasciare spazio a tentativi di estensioni verso 1.5760. Possibile valutare anche un’operatività a rischio contenuto più aggressiva, con la valutazione di potenziali aree di vendita passanti tra 1.5620 e 1.5635, per ritorni verso i minimi di stanotte ed eventuali estensioni verso 1.5550, area che se raggiunta in chiusura di seduta dovrebbe farci spostare per lo meno a valutare un grafico giornaliero in quanto il doppio minimo che potrebbe crearsi, sarebbe saltato.
Cambio Dollaro Australiano-Dollaro Americano
Perfetto il quadro tecnico studiato sul dollaro australiano, con la formazione della divergenza rialzista oraria tra prezzi e stocastico durante le prime ore del mattino, divergenza che ha condotto le quotazioni a visitare le aree di resistenza impostate tra 0.8530 e 0.8555, con l’unica pecca relativa all’orario del loro raggiungimento, che può aver portato o meno all’operatività, a seconda delle diverse attitudini di trading data la presenza del week end, un week end tra l’altro “in teoria” più rischioso di altri. Operatività o meno, prendiamo atto che il quadro tecnico di vendita ha funzionato ed ha condotto le quotazioni su nuovi minimi relativi, prezzi che ora stanno consolidando sotto la fatidica soglia di 0.8500, indicata mesi fa dalla RBA, e che potrebbero tentare il raggiungimento delle resistenze, poste tra 0.84 3/4 e 0.85 figura per ritorni verso 0.8450 e 0.8420, dopo le aperture in gap ribassista che hanno confermato il momento di grazia del dollaro americano e la debolezza di australiano e sterlina. Qui potrebbe essere possibile valutare eventuali acquisti di dollaro americano, con l’idea di seguire uno scenario difensivo che parte da un 4 ore e che vede prezzi muoversi all’interno di un canale ribassista (tra due livelli dinamici) ed uno stocastico aver ben individuato gli eccessi di rialzo e di ribasso, andandosi a muovere in maniera sincrona con le quotazioni. Bene, in caso di superamento a rialzo di area 0.85 ¼ con stocastico a 4 ore ben girato a rialzo e uscito dalla zona di ipervenduto potrebbe essere possibile valutare eventuali ripartenze verso 0.8600, con lo scoglio più importante e a cui prestare attenzione passante intorno a 0.8535 (i più prudenti possono attendere questo livello per valutare eventuali posizionamenti lunghi). Dovessero i prezzi puntare a ribassi diretti, da valutare a nostro parere sotto area 0.8405, potremmo assistere a tentativi di accelerazione verso 0.8375 e 0.8350.