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Stiamo assistendo a una fase rialzista delle materie prime?

David Donora (Columbia Threadneedle Investments) sostiene che gli investitori devono prepararsi a un forte rialzo delle quotazioni delle materie prime, in quanto la fase ribassista del mercato si è esaurita

di Edoardo Fagnani 22 feb 2017 ore 10:05

“Dopo che i prezzi delle materie prime hanno toccato il punto di minimo a inizio 2016, la domanda è tornata a superare l’offerta, lasciando presagire una nuova fase rialzista”. Lo segnala David Donora, Responsabile materie prime di Columbia Threadneedle Investments. L’esperto sostiene che gli investitori devono prepararsi a un forte rialzo delle quotazioni delle materie prime, in quanto la fase ribassista del mercato si è esaurita e ora il mercato dovrebbe mostrare un periodo caratterizzato da alcuni rimbalzi entro breve distanza dal punto minimo.
Nell’analisi seguente David Donora segnala alcuni motivi a sostengo di questo scenario.

 

Dobbiamo chiederci se il mercato si manterrà prossimo ai minimi o se, invece, i prezzi aumenteranno significativamente. La mia opinione è che quest’anno assisteremo a un forte rialzo delle quotazioni e ciò per una serie di motivi.
In primo luogo, l’offerta non è in grado di stare al passo con la crescita significativa della domanda. I produttori di materie prime hanno trascorso gli ultimi tre anni a fronteggiare prezzi molto bassi, concentrandosi sulla ristrutturazione del bilancio e risparmiando risorse, ma non si sono impegnati in nuovi progetti. Nel settore minerario, inoltre, le compagnie hanno preferito estrarre solo i minerali di maggior valore pur di rimanere neutrali o in positivo sotto il profilo della liquidità.
In secondo luogo, ritengo che la domanda crescerà sensibilmente. La richiesta proveniente dai mercati emergenti sarà maggiore del previsto, soprattutto in Asia. Da alcuni anni la Cina è impegnata in un iter di ristrutturazione dell’economia. Noi riteniamo che il percorso stia dando i suoi frutti e che la domanda trainata dai consumi si rafforzerà non solo in Cina bensì in tutti i mercati emergenti asiatici.
commodities_1In terzo luogo, crediamo che i consumatori nei mercati sviluppati ed emergenti abbiano beneficiato per due anni di prezzi contenuti su generi alimentari ed energia, potendo così aumentare il risparmio; attualmente percepiscono inoltre salari più elevati. Di conseguenza, prevediamo che la domanda al consumo di materie prime aumenterà. Ad esempio, il prezzo del greggio è rimasto per due anni intorno a USD 50 invece di USD 110. Il dimezzamento delle quotazioni petrolifere ha portato un vantaggio ai consumatori nell’ordine di USD 2.000 miliardi all’anno, a spese delle società e dei paesi produttori di petrolio.
In quarto luogo, i governi dei paesi sia sviluppati che emergenti stanno manifestando un cambio di orientamento dalla politica monetaria verso la politica e lo stimolo fiscali. Riconoscono che il quantitative easing non ha materialmente aiutato i consumatori e ritengono che l’incentivazione fiscale avrebbe maggiori probabilità di riuscirci. Prevediamo che Stati Uniti, Europa e Giappone intraprenderanno la strada dello stimolo fiscale mentre la Cina, che l’ha già imboccata, proseguirà nella stessa direzione. Questo rafforzerà la domanda di materie prime.

Sui mercati delle materie prime in generale, prevediamo che il 2017 sarà un altro anno positivo. Le scorte stanno diminuendo. Le curve delle materie prime si appiattiscono e questo sostiene i prezzi nonché i rendimenti per gli investitori. Probabilmente i produttori avranno difficoltà a tenere il passo con la domanda nel corso dei due anni a venire.
La fase ribassista del mercato si è esaurita e di norma ciò che segue è un periodo di rimbalzi entro breve distanza dal punto minimo. Malgrado questo periodo abbia storicamente una durata compresa tra due e cinque anni, riteniamo che l’attenzione per il miglioramento delle condizioni a vantaggio dei consumatori potrebbe anticipare il fenomeno al 2017.

 

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