Quando tornerà la crescita?
Da qualsiasi punto di vista il grado di allentamento della politica monetaria è stato notevole e, ovviamente, riflette la profonda preoccupazione sullo stato del sistema finanziario, così come le prospettive di debolezza per l’economia statunitense.
di La redazione di Soldionline 31 mar 2008 ore 11:25
Le dichiarazioni della Fed che accompagnano le decisioni di politica monetaria riferiscono entrambe queste preoccupazioni. I rischi al ribasso per l'economia degli Stati Uniti sono in aumento, e se si è o meno in recessione non è ancora chiaro, ma è sempre più evidente che l'economia americana si trova di fronte ad un prolungato periodo crescita molto debole, che si tradurrà in un periodo prolungato di tassi di interesse molto bassi. I dati macro-economici più recenti disegnano un quadro con poche luci e molte ombre. L'ISM manifatturiero, uno dei principali indicatori di attività, segnala un'economia ancora lontana dalla recessione, mentre il forte calo del settore immobiliare e della fiducia dei consumatori suscitano la preoccupazione che l'economia sia entrata in recessione già da inizio anno. L'insieme di questi fattori negativi, combinato con il livello elevato del prezzo del petrolio, pesano sulla spesa dei consumatori. Gli investimenti delle imprese sono frenati dalla decurtazione del credito operata dalle banche, in particolare l'attività di acquisizione e fusione risulta penalizzata, con molte imprese costrette a rinviare i piani di acquisizione a tempi migliori. In tutta onestà la Fed non è stata lenta ad agire, mentre un pacchetto di stimolo è stato varato in tempi rapidi dal Congresso.
Entrambe le azioni, con tutta probabilità, cominceranno a far sentire i loro effetti benefici dall'estate, mentre già da ora dovrebbero prevenire l'effetto di feedback negativo tra l'economia reale e i mercati finanziari. La Fed rileva inoltre come l'inflazione sia elevata e debba essere monitorata attentamente nel prossimo futuro. Questa puntualizzazione suggerisce che i prossimi interventi sui tassi di interesse saranno di dimensioni ridotte, il che è del tutto probabile in quanto i tassi hanno raggiunto livelli storicamente già molto bassi. Ancora più preoccupante, specialmente per noi che operiamo sulle valute, è la continua instabilità dei mercati finanziari, le pressioni sul sistema bancario e l'inasprimento delle condizioni del credito. La Fed ha adottato una serie di misure per affrontare i problemi di liquidità che affliggono i mercati, compresa l'apertura di una finestra di credito alle banche non commerciali; un grande taglio al tasso primario di sconto, portato al 2,5%, cioè lo 0.25% in più di quello di riferimento; l'espansione della durata dei prestiti da 30 a 90 giorni; l'iniezione di una quantità maggiore di denaro nel sistema creditizio.
L'azione di riduzione dei tassi di interesse è stata importante per stabilizzare il sentiment dei mercati finanziari nei momenti stress, tuttavia la Fed si augura che, nel corso del tempo, l'ampia liquidità disponibile a basso costo contribuirà a migliorare il funzionamento dei mercati finanziari e a consentire all'economia reale di ritrovare la fiducia per tornare ad investire e a consumare.
Sullo sfondo di questi problemi economici e finanziari, i mercati si aspettano ulteriori tagli dei tassi d'interesse. Noi ci aspettiamo che la Federal Reserve porti il tasso di riferimento all' 1,5% entro l'estate, con due interventi consecutivi: il primo dello 0,5% nella sua riunione di fine Aprile e il secondo dello 0,25% nella riunione di Giugno.
La settimana entrante è ricca di eventi significativi: Mercoledì Bernanke riferirà al Congresso sullo stato dei mercati finanziari e sull'economia in generale; Venerdì saranno pubblicati i dati sull'occupazione di Marzo, in attesa ancora negativi per 50000 unità. Il dato sui non farm payrolls saranno la chiave per determinare l'andamento del Dollaro nella prima parte del mese di Aprile. Noi ci aspettiamo un Dollaro ancora in atteggiamento difensivo, in particolare contro le valute con cui è stato più vulnerabile, Euro, Yen e Franco svizzero; mentre sarà una possibile lieve rivalutazione contro le valute ad alto yield e dei paesi emergenti nel caso in cui i dati sull'occupazione dovessero continuare ad essere deludenti. Consigliamo pertanto di mantenere le posizioni ribassiste sul Dollaro sul breve e medio periodo.
Eurozona, Gran Bretagna e Australia: la settimana macro-economica
Nella zona Euro è atteso il dato sull'inflazione di Febbraio, come pure quello sulla massa monetaria M3. Entrambi questi indicatori dovrebbero continuare a giustificare l'impegno della BCE a mantenere l'inflazione sotto controllo. L'attesa è infatti per tassi di crescita dei prezzi e della massa monetaria ben superiori ai livelli di comfort. Altri dati importanti sono quelli relativi alla fiducia dei consumatori e delle imprese dell'UE, come pure quello sul PMI e i dati sulla disoccupazione e le vendite al dettaglio della Germania.
Non ci aspettiamo grandi novità per la zona Euro, mentre una discesa della volatilità del mercato Forex, che ha raggiunto livelli piuttosto elevati nelle due scorse settimane, dovrebbe favorire le posizioni lunghe di Euro contro USD e CHF. Nel lungo periodo la moneta unica continuerà a beneficiare della solidità della politica di bilancio dei paesi membri dell'UE, come pure del naturale fenomeno di rotazione delle riserve valutarie da parte delle banche centrali. Per queste ragioni crediamo che nel prossimo futuro sia altamente probabile vedere nuovi massimi della moneta unica nei confronti dell' USD.
La performance deludente dell'economia britannica dovrebbe essere confermata dai dati macro-economici in uscita questa settimana. Lunedì il governatore King rilascerà commenti sullo stato dell'economia e sulle azioni che la Banca d'Inghilterra sta prendendo per contrastare il rallentamento del mercato immobiliare e le turbolenze de settore bancario britannico. Ci aspettiamo che King confermi e rafforzi i segnali di ribasso dei tassi di interesse, che il mercato già sconta al 4,5% entro la fine dell'anno. A causa delle rinnovate aspettative di riduzione del costo del denaro e di raffreddamento dell'economia, la Sterlina dovrebbe continuare ad essere scambiata in tono ribassista contro le valute più difensive del panorama valutario: il CHF e l'Euro.
Il Dollaro australiano sarà sotto i riflettori, con la RBA che Martedì annuncerà il livello ufficiale dei tassi d'interesse. L'attesa, largamente condivisa dal mercato, è per tassi invariati al 7,25%, dopo due rialzi consecutivi. L'inflazione in Australia, nonostante il rallentamento globale, resta al di sopra della zona di comfort della banca centrale, perciò ci aspettiamo che la RBA non modifichi il proprio atteggiamento, volto principalmente a contrastare il riscaldamento dei prezzi in una economia che continua a crescere.
Il Mercato dei Cambi, outlook per la settimana 31 Marzo - 6 Aprile 2008
Tavola delle correlazioni degli ultimi 252 giorni di scambi
Analisi della rischiosità dei singoli cross (volatilità e variazione dalla scorsa settimana):
Indice Carry Trade:
(Indice composto dai seguenti cross: EURJPY, EURCHF, GBPJPY, GBPCHF, AUDJPY, AUDCHF)
Analisi delle singole valute basate su criteri macro-economici* :
USD: debolezza
EUR: neutralità
JPY: neutralità
GBP: debolezza
CHF: neutralità
CAD: debolezza
AUD: neutralità
NZD: neutralità
MARKET RISK METER:
Il rischio complessivo del mercato dei cambi è molto alto, oltre il 75 percentile rispetto al dato storico. Ciò comporta un sell off sulle valute ad alto yield con i dati macro-economici più deboli, tipico di un mercato che abbandona le posizioni a rischio. In questo contesto, al culmine delle fasi di panico, è possibile trovare ottime opportunità di investimento per il lungo periodo sia nel mercato azionario che in quello valutario.
*Analisi svolta tramite l'uso di regressori sui principali indicatori macro: PIL, inflazione, tassi di interesse, produzione industriale, bilancia dei pagamenti e redditi personali.
Asset allocation consigliata* :
Arrivederci alla prossima settimana.
Simone Paolini
Email: simone.paolini@salex.it