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Il prezzo del petrolio resterà basso fino a metà 2017

Lo dice Morgan Stanley. Le forze della domanda e dell’offerta faticheranno a riequilibrarsi, e la volatilità di breve periodo sarà dettata da altri fattori, come il valore del dollaro e gli andamenti macroeconomici

di Marco Delugan 4 feb 2016 ore 15:33

I prezzi del petrolio hanno mostrato segni di ripresa, ma secondo Morgan Stanley (MS) non durerà. Lo ha scritto Adam Longson in un rapporto di ricerca divulgato nelle ultime ore.

Lo scenario base di MS vede il prezzo del Brent mantenersi intorno alla media dei 30 dollari fino al secondo trimestre del 2017. Per poi risalire oltre gli 80 dollari nel 2018, a 85 nel 2019 e tornare intorno agli 80 nel 2020.

Secondo Longson, strategist presso MS, i fattori più importanti tra quelli che terranno basso il prezzo del Brent sono la flessione della domanda globale, la decisione degli Stati Uniti di revocare il divieto all’esportazione di greggio la crescita del valore del dollaro prevista da MS più veloce di quanto fin’ora prospettato.

Il prezzo del petrolio potrà tornare a crescere solo con il graduale ribilanciamento di domanda e offerta, ribilanciamento che secondo Longson non avverrà a breve termine.

Perché il mercato trovi un nuovo equilibrio, la domanda dovrà recuperare sull’offerta, visto che è improbabile che la produzione possa ridursi materialmente.

Il problema è che la crescita della domanda sta rallentando.

E ci sono altri fattori che ne ritarderanno la percezione:

Quando si considerano la stagionalità e il ritardo con cui arrivano i dati, i primi segni di riequilibrio potrebbero non arrivare prima del secondo trimestre del 2017.

Per questo MS ritiene che il regime di prezzi bassi possa durare fino al secondo trimestre del 2017. Nel frattempo, la volatilità dovrebbe rimanere elevata, con il dollaro e l’andamento dell’economia a guidare i prezzi del petrolio.

Il grafico qui sotto (Fonte Morgan Stanley) mostra l’andamento previsto del rapporto tra domanda e offerta. Sopra la linea orizzontale dello zero, le situazioni di eccedenza di offerta; sotto, quelle di carenza.

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Secondo Longson, in una situazione di eccesso di offerta i movimenti del prezzo non sono più guidati da fattori “fondamentali”, ma soprattutto dall’andamento dei cambi – in particolare dal valore del dollaro - dal sentiment generalizzato sull’andamento dell’economia e da manovre speculative.

In una situazione di mercato con offerta eccessiva, non esiste valore intrinseco per il petrolio.

Lo scenario di base di Morgan Stanley vede il prezzo del Brent muoversi intorno alla media di 30 dollari al barile per tutto il 2016, con minimi nel quarto trimestre del 2016 e nel primo trimestre del 2017.

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Appena il mercato ritroverà un equilibrio, MS prevede che il Brent possa tornare verso gli 85 dollari al barile nel 2019, o anche ai 95 nello scenario rialzista. Un nuovo equilibrio potrà tornare intorno al 2020.

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