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Povero dollaro!

Ogni giorno assistiamo ad un nuovo record e se anche il grande guru della Finanza Mondiale, Warren Buffet ha detto che il dollaro non è debole, allora abbiamo la sensazione che ne vedremo delle belle! A questo punto sembra chiara la strategia americana.

di Sarah Piglia 13 mar 2008 ore 08:07

Ogni giorno assistiamo ad un nuovo record e se anche il grande guru della Finanza Mondiale, Warren Buffet ha detto che il dollaro non è debole, allora abbiamo la sensazione che ne vedremo delle belle!
A questo punto sembra chiara la strategia americana. Ci sembra di assistere quindi ad una ipotetica tavola rotonda tra Statunitensi e rispettivi partners commerciali in cui  i primi sembrano dire ai secondi:  "Voi Cinesi, Indiani, Giapponesi, Asiatici avete deciso di manipolare i tassi di cambio contro il dollaro ? Avete deciso di mantenere alto il biglietto verde contro le valute locali per mantenere un vantaggio competitivo nei commerci internazionali ?" "Se così è, noi americani lasceremo crollare il dollaro contro le principali valute flessibili in modo tale da creare panico sui mercati e rendere il dollaro al pari delle valute emergenti".

Questo aggiusterà i nostri bilanci e anche voi così avrete importanti minusvalenze sui vostri assets, e non dovranno essere solo gli americani a pagare il calo della congiuntura globale".
Ormai è quindi una caduta che sembra non avere fine, al ritmo dell'1% al giorno il povero dollaro ha letteralmente "sbracato" contro un Euro che sale senza soluzione di continuità e a Bruxelles forse si "fregheranno le mani perché anche se il petrolio sale al ritmo del 3% al giorno, ciò pesa in termini di Euro solo per l'1.5%, che bellezza !
Ma ciò non basta perché l'inflazione sale e continuerà a salire anche negli States e forse la Fed tra un po sarà costretta ad alzare drasticamente i tassi invece di abbassarli soprattutto se il dollaro continuerà in queste meravigliose performance.

Pensate a cosa saranno i dati sull'inflazione Usa se il dollaro perde circa l'1.5% al giorno e se il petrolio sale del 3%. Pensate agli effetti di questa svalutazione voluta non dal mercato ma da qualcun altro, lo dimostrano le price action degli ultimi giorni. E a Bruxelles si "fregano" le mani. Pensate alle aziende italiane che esportano manufatti e che cercano faticosamente di sopravvivere in un mercato globale dove l'Euro, non solo nei confronti del dollaro, ma anche nei confronti delle valute asiatiche, sulle quali ha svantaggi enormi da un punto di vista del mercato del lavoro, continua a salire acuendo questi svantaggi anche da un punto di vista del tasso di cambio. Ma a Bruxelles si fregano le mani.

E' probabile che dell'Italia non importi molto a nessuno e che l'economia Europea, che non è quella Italiana, riesca a sopravvivere anche a questa mancanza di competitività grazie alle grandi multinazionali che non soffrono più di tanto il cambiamento dei rapporti valutari.
Ma ci piace ricordare che l'Italia è stata una delle protagoniste della storia europea e quando l'Italia ha svalutato in passato, ha creato forti squilibri all'interno del vecchio mercato comune, e l'eventuale caduta del sistema Italia, qualcosa eventualmente causerà (speriamo di no ovviamente) nel sistema Europa, che oggi si frega le mani. Gli aumenti dei prezzi dei carburanti derivano dal prezzo del petrolio che è in salita perché scende il dollaro e un sostegno al dollaro oggi ridimensionerebbe di molto il prezzo del petrolio stesso, con evidenti effetti benefici sull'inflazione globale.

Trichet ha cominciato a parlare di eccessi di volatilità senza dire che l'Euro è alto, per ora non è servito perché gli attori del forex vogliono fatti e non parole e più un banchiere interviene verbalmente ma non realmente, più lo attaccano.
La Bce ha forse paura ad intervenire senza il sostegno di Boj e Fed, la quale pensiamo non interverrà a sostegno del dollaro fino a che, crediamo, i manipolatori dei cambi, ovvero molti dei paesi asiatici, non lasceranno fluttuare liberamente le loro valute.
Questo è l'unico vero e grande dilemma sulla quale sono nati tutti questi problemi sui mercati, ovvero la mancanza di un numero sufficiente di valute flessibili che causa tensione soprattutto sul cambio principale l'Eurusd.

Venendo all'analisi tecnica, c'e' veramente poco da dire, si tratta di panic selling dollaro per cui tutte le volte che il dollaro corregge al rialzo, e si verificano le condizioni per entrare nel trend ribassista, si deve entrare a vendere dollari con stop loss lasciando solo che il panico porti la posizione in profitto.

Ovviamente siamo su livelli dove ipotizzare un possibile intervento delle banche centrali non ci sembra reato, perché il buon senso lo dice, ma il movimento da 1.5000 a 1.5500 è stato assolutamente dettato da panico e null'altro, quel 3.5% in più che nessuno o pochi si attendevano nel recente passato.
Ora è la volta dei catastrofisti re del mercato, sentiamo parlare di 1.7000-1.8000 , chi dice 2.000.
Non sappiamo quel che succederà, noi poveri e umili combattenti di trincea e prima linea ci limitiamo a guardare il breve periodo cercando di usare il buon senso per fare analisi di più lungo periodo.

Forse uno dei pochi che aveva intravisto questa situazione è stato il nostro amico e collaboratore Natale Bittanti (autore del Weekly report) che aveva previsto recentemente ma non solo, il declino del dollaro.
Arrivare oggi a dire che il dollaro crolla sono capaci tutti, dirlo in tempi non sospetti a 1.2500 due anni fa, non lo è.


Per altri suggerimenti non esitate a contattarci allo 0331 455471 o via email all'indirizzo info@salex.it

Buona giornata

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