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Petrolio sotto i 30 dollari al barile. Produttori Usa a rischio bancarotta (La Repubblica)

di Mauro Introzzi 13 gen 2016 ore 07:26 Le news sul tuo Smartphone

petrolio2_1La Repubblica analizza le performance del petrolio, sceso sotto i 30 dollari al barile ai minimi da 12 anni a questa parte. Il quotidiano evidenzia come, in sé, un minor costo dell’energia sarebbe una buona notizia, almeno per quella parte del mondo che la consuma e non la produce. Ma la velocità e la violenza di questo tracollo fanno temere che sia il preludio di altri contagi e possibilmente di una crisi finanziaria. Con la caduta di ieri il prezzo del barile di greggio ha perso quasi un quinto in una decina di giorni lavorativi dall’inizio di quest’anno. E ha perso oltre il 70% dal giugno 2014 quando si scambiava a quota 108 dollari. Così molti temono che l’attuale turbolenza sia il “terzo capitolo” della Grande Contrazione: prima ci fu il crac di Wall Street nel 2008, poi la crisi dell’Eurozona a partire dal 2011, ora la tempesta si abbatte su chi ne era rimasto relativamente immune e cioè la Cina e le altre economie emergenti. 

Alla base del crollo dal lato della domanda domina la sindrome cinese mentre da quello dell’offerta il petrolio subisce shock geopolitici e tecnologici, con la tensione tra Iran e Arabia Saudita che accentua la paralisi dell’Opec.
Il business energetico soffre anche negli Usa. Il Wall Street Journal stimava che il 30% delle aziende rischia il default.

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