Oro e argento: investimenti simili ma differenti
Interessi bancari inferiori all’inflazione reale spingono a rischiare chiunque intenda conservare il valore d'acquisto dei propri soldi
di Redazione Soldionline 31 mar 2010 ore 15:16
a cura di Adrian Ash – BullionVault.it
Interessi bancari inferiori all’inflazione reale spingono a rischiare chiunque intenda conservare il valore d'acquisto dei propri soldi. Una delle scelte possibili è investire nei metalli preziosi: l'oro sembra essere l'investimento più richiesto al momento, e l'argento sta acquistando popolarità, per lo meno tra gli investitori che ritengono che la politica monetaria in atto determinerà una crescita dell'inflazione.
Vediamo dunque alcune distinzioni tra i due investimenti:
1. Il rapporto oro/argento
Dall'inizio degli scambi monetari fino al 1900, un'oncia d'oro valeva quanto 15 o 16 once d'argento. Oggi questo rapporto è di 65/1, nel mercato ufficiale a pronti dell'oro e dell'argento. Molti analisti e investitori si aspettano che il rapporto cambi, per avvicinarsi, se non addirittura raggiungere, il suo valore classico. Per raggiungere la media del XX secolo, l'argento dovrebbe raddoppiare il suo valore contro l'oro – del quale si prevede la crescita contro dollaro, euro e sterlina.
2. Il consumo
Mentre l'oro che è stato estratto nei secoli è ancora quasi interamente disponibile, ben custodito ma a portata di mano sotto forma di gioielli, lingotti e monete, l'argento è in qualche modo più simile alle materie prime come il petrolio, la soia o le arance, perchè si utilizza e consuma. Inoltre, visto che l’argento è in genere un sottoprodotto di altre estrazioni, sopratutto oro e rame, gli analisti non ritengono che le riserve d’argento reagiscano ai cambiamenti di prezzo così prontamente come l’oro o i metalli vili.
3. La domanda industriale
Diversamente dall'oro, l'argento è usato prevalentemente a livello industriale. Senza contare la richiesta di argento da investimento, gli analisti del VM Group di Londra prevedono una crescita della domanda d'argento di 350 milioni di once entro il 2020, causata dall'uso industriale dell'argento per:
- i tag Rfid per l'anti taccheggio e le carte di identità
- i pannelli solari, di cui si prevede una crescita di 20/40 volte in 10 anni
- i conservanti del legno in sostituzione dell'arsenico
- uso medico, igiene alimentare e tessuti anti-odore
Tale crescita potrebbe essere controproducente per il mercato industriale, perchè spingerebbe il prezzo ad un forte rialzo, con conseguenze sulla domanda stessa. In ogni caso, le previsioni di VM Group partono dal dato del Silver Institute che stabilisce in 450 milioni di once la domanda industriale totale per il 2008. Le ragioni per investire in argento non riguardano quindi solo l'attuale crisi monetaria.
4. Volatilità
In media, e per gli ultimi 42 anni, un movimento dell'1% nel prezzo dell'oro corrisponde ad uno dell'1,75% nel prezzo dell'argento. Ne è prova il picco del gennaio 1980. Il prezzo dell'oro triplicò in 6 mesi, mentre il prezzo dell'argento si moltiplicò per 5,7, con un picco di $50 all'oncia. Il ribasso che ne seguì fu altrettanto notevole, e durò più a lungo.
Il prezzo dell'argento è molto più volatile perchè il mercato dispone di una liquidità molto minore rispetto all'oro. Il mercato ufficiale dei metalli preziosi di Londra, cuore del trading dell'oro e dell'argento, muove quotidianamente 18 volte più denaro nel mercato dell'oro rispetto a quanto faccia in quello dell'argento. La domanda di argento fisico ogni anno, sebbene di 8 volte maggiore in peso, è appena l'11% di quella dell'oro, valutata in $15,2 miliardi.
Inoltre, la quantità d'oro da investimento è l'87% del totale della domanda annua, secondo la GFMS Metal Consulting di Londra. Nel mercato dell'argento, solo il 35% dell’acquisto annuo è da investimento. Il prezzo dell'argento dipende quindi dalla domanda industriale, e spiega perchè, occasionalmente, è legato più al prezzo del rame che a quello dell'oro.
Nonostante tutto, investire in oro e argento non significa diversificare. La correlazione media quotidiana tra oro e argento dal 1968, è stata di +0,62 (media mobile mensile). Sarebbe +1,0 se i prezzi di oro e argento si muovessero simultaneamente, e -1,0 se si muovessero in direzione completamente opposta. La correlazione dell'oro con le riserve USA negli ultimi 40 e 10 anni, per esempio, è quasi pari a zero. La ben nota correlazione dell'oro con l'euro è stata +0,51 dall'inizio del 2000. Invece, durante il mercato Toro degli ultimi 10 anni, il coefficiente statistico tra oro e argento è salito a una media di +0,68, e ha toccato lo +0,77 negli ultimi 5 anni.
L'andamento del prezzo dell'argento tende a seguire l'oro molto da vicino, e la loro relazione è la più stretta esistente tra una qualsiasi coppia di asset. Il rischio rimane, ma l'interesse a comprare argento per trarre profitto dall'inflazione appare decisamente in crescita.
Interessi bancari inferiori all’inflazione reale spingono a rischiare chiunque intenda conservare il valore d'acquisto dei propri soldi. Una delle scelte possibili è investire nei metalli preziosi: l'oro sembra essere l'investimento più richiesto al momento, e l'argento sta acquistando popolarità, per lo meno tra gli investitori che ritengono che la politica monetaria in atto determinerà una crescita dell'inflazione.
Vediamo dunque alcune distinzioni tra i due investimenti:
1. Il rapporto oro/argento
Dall'inizio degli scambi monetari fino al 1900, un'oncia d'oro valeva quanto 15 o 16 once d'argento. Oggi questo rapporto è di 65/1, nel mercato ufficiale a pronti dell'oro e dell'argento. Molti analisti e investitori si aspettano che il rapporto cambi, per avvicinarsi, se non addirittura raggiungere, il suo valore classico. Per raggiungere la media del XX secolo, l'argento dovrebbe raddoppiare il suo valore contro l'oro – del quale si prevede la crescita contro dollaro, euro e sterlina.
2. Il consumo
Mentre l'oro che è stato estratto nei secoli è ancora quasi interamente disponibile, ben custodito ma a portata di mano sotto forma di gioielli, lingotti e monete, l'argento è in qualche modo più simile alle materie prime come il petrolio, la soia o le arance, perchè si utilizza e consuma. Inoltre, visto che l’argento è in genere un sottoprodotto di altre estrazioni, sopratutto oro e rame, gli analisti non ritengono che le riserve d’argento reagiscano ai cambiamenti di prezzo così prontamente come l’oro o i metalli vili.
3. La domanda industriale
Diversamente dall'oro, l'argento è usato prevalentemente a livello industriale. Senza contare la richiesta di argento da investimento, gli analisti del VM Group di Londra prevedono una crescita della domanda d'argento di 350 milioni di once entro il 2020, causata dall'uso industriale dell'argento per:
- i tag Rfid per l'anti taccheggio e le carte di identità
- i pannelli solari, di cui si prevede una crescita di 20/40 volte in 10 anni
- i conservanti del legno in sostituzione dell'arsenico
- uso medico, igiene alimentare e tessuti anti-odore
Tale crescita potrebbe essere controproducente per il mercato industriale, perchè spingerebbe il prezzo ad un forte rialzo, con conseguenze sulla domanda stessa. In ogni caso, le previsioni di VM Group partono dal dato del Silver Institute che stabilisce in 450 milioni di once la domanda industriale totale per il 2008. Le ragioni per investire in argento non riguardano quindi solo l'attuale crisi monetaria.
4. Volatilità
In media, e per gli ultimi 42 anni, un movimento dell'1% nel prezzo dell'oro corrisponde ad uno dell'1,75% nel prezzo dell'argento. Ne è prova il picco del gennaio 1980. Il prezzo dell'oro triplicò in 6 mesi, mentre il prezzo dell'argento si moltiplicò per 5,7, con un picco di $50 all'oncia. Il ribasso che ne seguì fu altrettanto notevole, e durò più a lungo.
Il prezzo dell'argento è molto più volatile perchè il mercato dispone di una liquidità molto minore rispetto all'oro. Il mercato ufficiale dei metalli preziosi di Londra, cuore del trading dell'oro e dell'argento, muove quotidianamente 18 volte più denaro nel mercato dell'oro rispetto a quanto faccia in quello dell'argento. La domanda di argento fisico ogni anno, sebbene di 8 volte maggiore in peso, è appena l'11% di quella dell'oro, valutata in $15,2 miliardi.
Inoltre, la quantità d'oro da investimento è l'87% del totale della domanda annua, secondo la GFMS Metal Consulting di Londra. Nel mercato dell'argento, solo il 35% dell’acquisto annuo è da investimento. Il prezzo dell'argento dipende quindi dalla domanda industriale, e spiega perchè, occasionalmente, è legato più al prezzo del rame che a quello dell'oro.
Nonostante tutto, investire in oro e argento non significa diversificare. La correlazione media quotidiana tra oro e argento dal 1968, è stata di +0,62 (media mobile mensile). Sarebbe +1,0 se i prezzi di oro e argento si muovessero simultaneamente, e -1,0 se si muovessero in direzione completamente opposta. La correlazione dell'oro con le riserve USA negli ultimi 40 e 10 anni, per esempio, è quasi pari a zero. La ben nota correlazione dell'oro con l'euro è stata +0,51 dall'inizio del 2000. Invece, durante il mercato Toro degli ultimi 10 anni, il coefficiente statistico tra oro e argento è salito a una media di +0,68, e ha toccato lo +0,77 negli ultimi 5 anni.
L'andamento del prezzo dell'argento tende a seguire l'oro molto da vicino, e la loro relazione è la più stretta esistente tra una qualsiasi coppia di asset. Il rischio rimane, ma l'interesse a comprare argento per trarre profitto dall'inflazione appare decisamente in crescita.
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