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Oro: boom o bolla?

Dopo i massimi sul prezzo dell’oro che si producono a cadenza ormai giornaliera, non c’è da stupirsi se il tema obbligato della conferenza della London Bullion Market Association sia stato: “Oro: boom o bolla?”

di Redazione Soldionline 6 ott 2010 ore 14:40
a cura di Adrian Ash - BullionVault.it

Dopo i massimi sul prezzo dell’oro che si producono a cadenza ormai giornaliera, non c’è da stupirsi se il tema obbligato della conferenza della London Bullion Market Association svoltasi a Berlino la settimana scorsa sia stato: “Oro: boom o bolla?”.

La LBMA raggruppa gli operatori professionali dei mercati dei metalli preziosi. Con sede a Londra (sulla cui piazza gli operatori LBMA scambiano un valore di circa 20 miliardi di dollari al giorno), questa nicchia del mercato finanziario ricorda bene cosa accadeva nei venti anni precedenti a questo rally: prezzi in flessione, scarsa domanda, e bilanci in rosso per i fornitori. 

“Quando ho cominciato a lavorare con i metalli preziosi era l’inizio degli anni ‘80” ha testimoniato uno degli intervenuti alla conferenza. “I clienti avevano circa il 3% dei loro capitali in oro fisico. Nei successivi 20 anni, quelle riserve furono ridotte praticamente a zero.”

Gli investimenti attuali in oro sono circa lo 0,5% degli investimenti nel mondo, come mostrato durante la sua esposizione da Shayne McGuire, gestore di fondi pensione e autore di due libri sull’argomento. La percentuale era al 3% nel 1980, 5% nel 1968, 20% a metà degli anni ’30.

“Vista l’ampia scelta che si apre all’investitore odierno, l’oro non ha mai giocato un ruolo così marginale nel sistema finanziario” ha concluso McGuire. La relativa mancanza di investitori smentisce categoricamente l’ipotesi che l’oro sia in una bolla. Mentre le banche centrali detengono enormi quantità d’oro, i maggiori detentori di valute straniere sono invece a corto d’oro, e manifestano un crescente interesse a rafforzare le proprie posizioni.

Spaventati da un doppio crash del mercato azionario e dalla crisi immobiliare, “c’è una intera generazione di investitori occidentali che non si fida dei governi né dei prodotti finanziari tradizionali” ha dichiarato David Gornall, boss dei metalli preziosi alla Natixis, e vice amministratore della LBMA. In diversi momenti durante la crisi finanziaria mondiale, “la zecca degli Stati Uniti è riuscita a malapena a venire incontro alla richiesta di oro fisico” ma quella frenesia d’acquisto sembra essere svanita, anche se nel frattempo il prezzo dell’oro ha continuato a salire. La sensazione è che l’atmosfera sia molto diversa da quella che si avrebbe durante una bolla.

“La richiesta sembra esplodere, ma è in realtà ancora molto ridotta” ha confermato Jeremy East di Standard Chartered. Rispondendo alla domanda se l’oro sia una bolla, East ha optato per la teoria del “nuovo paradigma, che è in realtà il vecchio paradigma”. Il responsabile dei metalli preziosi per la Standard Chartered ha dichiarato infatti che siamo appena all’inizio del recupero degli investimenti in oro, che furono azzerati dal ventennio 1980 – 2000, anni caratterizzati da tassi di interesse molto alti e da una forte crescita economica. Secondo questo punto di vista, l’oro non sta arrampicandosi su vette mai viste prima, quanto piuttosto recuperando la posizione storica di asset chiave. 

Basta considerare le ragioni per cui l’oro non sempre è valutato. Graham Birch, ex responsabile della Blackrock, ha dichiarato: “L’oro non serve quando non c’è inflazione, i governi sono favorevoli, le tasse sono basse, le monete legali sono solide, i mercati espolodo. In altre parole” ha chiuso Birch, “nessuno vuole l’oro quando i mercati regalano profitti senza particolari rischi.”
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