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Nervosismo evidente

Resta rigido il clima sul mercato azionario. Il mercato ad ora stima fortemente che la Fed procederà ad ulteriori tagli di 10 miliardi al quantitative easing nel meeting di domani

di Redazione Soldionline 28 gen 2014 ore 08:53
Le Borse restano dunque molto nervose in questi giorni che precedono il meeting Fed; ancora vendite infatti sui principali listini azionari globali, con l’S&P500 che toccato quota 1.775 punti, così come sotto pressione si trova il dollaro americano che ha perso terreno persino contro yen e dollaro australiano. Quadro dunque, quello visto ieri, che ha ricalcato le dinamiche degli ultimi giorni della settimana scorsa e che verosimilmente ci restituirà ancora erraticità fino al l’appuntamento cruciale di domani sera.

mercato2_2Borse pesanti: aspettative tapering?
Come già accennato, resta piuttosto rigido il clima sul mercato azionario. Il benchmark europeo, il Dax tedesco, ha compiuto ieri nuovi minimi sotto quota 9.300 punti ritornando indietro di oltre un mese, mentre il benchmark globale, l’americano S&P500, è calato sotto la soglia dei 1.800 punti. In molti si chiedono se questo sia l’inizio del crollo delle quotazioni gonfiate a dismisura in questi mesi a causa dell’enorme liquidità iniettata dal sistema, soprattutto dalla Federal Reserve. Questa ipotesi non può naturalmente essere scartata, anche se dal punto di vista tecnico ci lascia ancora delle perplessità: la reazione che le stesse Borse hanno avuto sull’annuncio del tapering (Cos'è il tapering?) circa un mese e mezzo fa, ad esempio, è stato piuttosto chiaro. I prezzi si formano sulle aspettative di scenari possibili, questo è assolutamente vero, ed è in quella fase che compiono una parte significativa dei loro movimenti direzionali; è altrettanto vero che sono i fatti in sé a determinarne la parte per così dire restante. Quel 19 dicembre invece, dopo timidi tentativi di discesa, gli indici vennero pesantemente comprati consentendo nuovi massimi, a riaffermare proprio come in buona sostanza il taglio di 10 miliardi di dollari dal Quantitative Easing non intaccava le condizioni di un mercato che restava e resta pur sempre caratterizzato da immissione massiccia di denaro fresco e da tassi a zero o quasi. Il mercato ad ora stima fortemente che la Fed procederà ad ulteriori tagli di 10 miliardi nel meeting di domani e sussistono le motivazioni per ritenere che questo possa avvenire. Ciò che appare meno chiaro è invece come la Fed intenda affrontare la famosa forward guidance, in relazione al famoso threshold del 6,5% di disoccupazione alla luce degli ultimi dati sul lavoro di 20 giorni fa. Il tasso di disoccupazione, nella sua ultima rilevazione e con tutti i limiti del dato già ampiamente spiegati, ha mostrato un 6,7% molto vicino dunque al livello imposto. Ed è proprio su questo che probabilmente l’istituto centrale americano comunicherà novità nel senso di possibili allineamenti verso il basso di questo valore a cui legare le prossime aspettative sui tassi di interesse. Aspettiamoci dunque nella giornata di oggi e verosimilmente in quella di domani possibili fasi di distribuzione per gli indici che potranno tentare ulteriori approfondimenti verso il basso, prima di possibili forti riprese proprio in concomitanza con le comunicazioni della Fed di mercoledì sera.

valute_8Valutario ancora incerto
Il  mercato valutario ha mostrato invece un quadro generale più incerto, comunque nella direzione di indebolimento del dollaro americano in scia con quella che appare una buona correlazione tra debolezza di greenback e ribassi delle Borse. Questo dunque il leit motiv sui rapporti di cambio in un contesto che comunque ci permette di assistere a frequenti decorrelazioni intraday tra cambi che possiamo definire “comunemente” correlati. E’ questo il caso di euro e sterlina che continuano speso a muoversi in direzioni diverse; ieri, ad esempio, laddove l’eurodollaro andava a testare i supporti, il cable andava ad apprezzarsi riportandosi molto vicino alla soglia di 1,66 e in area di massimi relativi posti ad 1,6670. Lo yen è invece rimasto in congestione, mentre lievi sono stati i recuperi di dollaro australiano e neozelandese. Oggi varrà la pena seguire i dati sul Prodotto Interno Lordo del Regno Unito alle 10,30, gli Ordinativi di Beni Durevoli degli Stati Uniti la cui release è prevista per le ore 14.30 e la Fiducia dei Consumatori Usa alle 16, in un contesto generale che resta fortemente volatile.

QUADRO TECNICO
EurUsd: piuttosto nervosa la price action del cambio principe, come si evince dalla doji del grafico giornaliero. Lo spunto interessante invece del grafico a 4 ore è la forza dei supporti in area 1,3650, suffragati da medie mobili a 21,100 e 200 periodi. Vale dunque la pena di ricercare un’operatività vicina il più possibile ai livelli statici, ponendo grande attenzione ai livelli a cui piazzare lo stop loss vista la price action nervosa e caratterizzata da frequenti spike. Le aree di resistenza restano quella di 1,37 e 1,3730, sulle quali pensare a vendite di breve verso si supporti. L’hidden gap ribassista verrebbe chiuso al cedimento di 1,3650 per la repentina ripresa di 1,36, mentre eventuali strappi al rialzo hanno in 1,3765 i primi livelli successivi.

UsdJpy: precisa invece la price action del cambio che, dopo le ampie discese della settimana scorsa, ha ritracciato fino al 38,2% di Fibonacci tracciato proprio sull’ampio e univoco movimento ribassista. La correzione resta dunque ancora valida e le aree intorno a 102,85 restano ancora ottime per implementare vendite, considerando il buon rapporto potenziale tra rischio e rendimento. 102,20 il primo obiettivo al ribasso a cui naturalmente fa seguito il livello dei minimi relativi a 101,75. Gli acquisti sono invece da contemplare in break rialzista sopra 102,90 verso 103,25 in primo luogo e 103,50 in estensione.

EurJpy: visti i due cambi originali in lateralità, non poteva che essere congestionata anche la price action di questo cross ora intrappolata all’interno di 45 pips tra 140,60 e 1401,15. Restano questi due i livelli che nel breve possono portare a tentativi al rialzo fino a 140,85/141 e al ribasso verso 139,75 e 139,30. Buon banco di prova è rappresentato dalla media mobile a 21 periodi del grafico a 4 ore, time frame di recente molto affidabile su questo cross considerata anche l’estrema regolarità ciclica dell’oscillatore stocastico che però ora potrebbe fallire i tentativi verso l’ipercomprato. Più probabili dunque le vendite a partire proprio da area 140,50.

GbpUsd: cable dunque in grande spolvero e pattern di divergenza inversa rialzista che sul grafico giornaliero conferma ancora la sua validità, dopo i forti ribassi di venerdì. I prezzi attuali non consentono un ottimo rapporto rischio rendimento per operazioni di acquisto da pensare invece su ritracciamenti eventuali dei supporti a 1,6580 verso le aree di massimo. Scenario che risulta probabile anche grazie alla potenziale divergenza regolare ribassista tra prezzo e oscillatore sul grafico orario, per vendite proprio da 1,6615 verso i livelli sopracitati. Da seguire i dati delle 10,30.

AudUsd: discreta ripresa per il cambio, arrestatosi però sull’ottima resistenza dinamica costituita dalla trendline discesista che congiunge i massimi di swing a partire dal 14 gennaio scorso. La flag ribassista è arrivata dunque al punto cruciale per potersi estrinsecare con vendite che possono partire dall’area di 0,8780 in ripresa di 0,8730 in primo luogo. Acquisti invece da implementare al superamento di 0,88 per primo limitato target a 0,8830.

Ger30 (Dax): la divergenza regolare ribassista giornaliera ha dato e sta dando i suoi frutti e conferma la sua validità. Verosimili dunque le correzioni che vedono in area 9.400/10 i primi punti di resistenza, dove già pensare a delle vendite in direzione 9.300 con stop&reverse per estensioni bullish verso 9.470 punti. Grafico orario osservato speciale in questo senso, con l’ottimo posizionamento della media mobile a 21 periodi che funge da precisa resistenza dinamica.

XauUsd (Oro): grafico a 4 ore molto preciso per il metallo giallo e del quale va evidenziata la regolarità ciclica dell’oscillatore stocastico. Perfetta la sincronia infatti tra gli swing del prezzo e quelli dell’indicatore che puntualmente raggiunge le soglie di ipercomprato ed ipervenduto. In quest’ottica sono possibili nuove discese verso 1.248 e 1.244 in estensione. Long sopra il pivot daily per l’area invece di 1.268 in primo luogo e 1.273 in secondo.
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