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Lo stato delle miniere d’oro in Sudafrica

Le miniere aurifere in Sudafrica sono ancora un buon investimento? Sì, se si pensa a lungo termine. Ma coma facciamo a dirlo se la situazione politica ed economica di questo paese sta peggiorando e non sembra in fase di miglioramento?

di La redazione di Soldionline 18 lug 2008 ore 15:20
a cura di BullionVault (BullionVault.it)




Prendiamo Randgold Resources. Molti credono che sia una miniera sudafricana, ma non lo è. È attiva in Mali e nell'Africa occidentale, due economie con tutti i problemi tipici dell'Africa. Eppure questa miniera aurifera ha successo e ha la competenza per continuare ad averlo grazie ai suoi dirigenti e alla sua capacità di risolvere i "problemi africani".

Cosa sono esattamente questi problemi? Innanzitutto il fatto che tutto il continente non è in grado di fornire infrastrutture affidabili sotto forma di elettricità, acqua e talvolta reti stradali. A prescindere da questo l'Africa, come tutte le altre zone povere, ha governi che credono di aver diritto a buona parte dei guadagni - se non addirittura a tutta la miniera - una volta avviata la produzione. Questo furto politico indica la direzione delle difficoltà per le miniere africane.

Ma allora come fa Randgold Resources a fiorire così? Innanzitutto Randgold accetta che questi problemi fanno parte della vita nel continente africano e che l'azienda deve risolverli da sola. Non ha un atteggiamento di dipendenza dal governo nella costruzione di strade. È in grado di fornire da sola queste cose e prende qualsiasi infrastruttura già esistente come un bonus. Il risultato è che se le cose non vanno molto bene, la colpa è solo sua e deve rimediare da sola.

E in Sudafrica quali sono i problemi? In passato il Sudafrica aveva un'infrastruttura ben sviluppata, pianificata, costruita e gestita professionalmente. Adesso non più, e proprio qui si sono visti i primi segni di decadimento in Africa: energia insufficiente a soddisfare il fabbisogno presente dell'industria mineraria e anche di tutti gli altri. Le società minerarie hanno iniziato a dipendere eccessivamente dalla fornitura di energia statale, e sono stati presi alla sprovvista quando il decadimento li ha raggiunti a gennaio di quest'anno. Ora stanno correndo ai ripari per assicurarsi la loro indipendenza parziale in caso di tagli dell'elettricità. Probabilmente diventeranno completamente autosufficienti in modo che se il Sudafrica dovesse collassare al livello dei suoi vicini sub sahariani, le miniere avranno adeguato le loro risorse e forniture ad una base autosufficiente e ad una sorgente alternativa.

Una cosa è certa: le miniere del Sudafrica sono tra le più competenti, autosufficienti ed innovative in tutto il mondo. Un esempio classico è la GoldFields che ha annunciato di voler spendere 200 milioni di Rand (€16 milioni) in forniture elettriche di emergenza da utilizzare in caso di eventuali corti circuiti nelle sue miniere sudafricane.

GoldFields dice di pianificare l'installazione di questa tecnologia entro la fine dell'anno, riuscendo a generare oltre 50 megawatt di elettricità in caso di un black out a livello nazionale. L'equipment è stato acquistato e al momento viene testato in Inghilterra. Tuttavia ci vorrà tempo prima che gli adeguamenti fatti raggiungeranno un livello di indipendenza come quello di Randgold. Ma ci arriverà.

Ma allora, perché nutriamo maggiore fiducia nelle aziende minerarie come investimento? Prendete un'azienda mineraria come GoldFields. Poco tempo fa il suo CEO Ian Cockerill è passato alla Amcoal, che produce carbone e forse è attiva in un settore migliore a breve termine e comunque meno difficile e costoso delle miniere d'oro. Ma la miniera di GoldFields a Deep South è quella più ricca di oro tra quelle conosciute e ha un'aspettativa di vita di 55 anni. Metà dell'elettricità di Deep South, tuttavia, viene usata per mantenere aperta la miniera e l'altra metà per la produzione di oro, motivo per cui quest'anno ha sofferto a causa di Eskom, il fornitore di elettricità che ne detiene il monopolio in Sudafrica.

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