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La Fed è preoccupata!

Viviamo ancora una fase di grande incertezza, caratterizzata da alta volatilità, liquidità ancora bassa rispetto alla norma e soprattutto prezzi di dollaro e sterlina costantemente sui minimi storici nei confronti dell'Euro in un'alternanza di minimi che pare una capitolazione duratura di queste due valute.

di Sarah Piglia 9 apr 2008 ore 08:15

Viviamo ancora una fase di grande incertezza, caratterizzata da alta volatilità, liquidità ancora bassa rispetto alla norma (la velocità degli scostamenti di prezzi è ancora assai rapida) e soprattutto prezzi di dollaro e sterlina costantemente sui minimi storici nei confronti dell'Euro in un'alternanza di minimi che pare una capitolazione duratura di queste due valute.
Non paiono infatti esserci altri temi dominanti se non che lo Yen, forte o comunque stabile nei confronti della maggior parte delle divise concorrenti, è ritornato debole, assai debole nei confronti dell'Euro, che rimane la sola valuta considerata dagli investitori come sicura.

Sappiamo bene che la valutazione dell'Euro è fuori da ogni logica, ma nessuno comunque si azzarda ad acquistare dollari al 2.25%, o ancor meno sterline, che pur rendono ancora il 5.50% (fino a domani quando la Boe abbasserà di 25 punti base i tassi di riferimento).
Lo Yen resta una valuta da finanziamento nel medio e lungo termine anche se ha recuperato pesantemente negli ultimi mesi fino ad essere quasi in linea con i fondamentali nei confronti di Usd e Gbp.

Ieri sera è stata pubblicata la minuta della Fed, diversa dalle precedenti, a causa delle preoccupazioni relative allo stato di salute dell'economia (già nei prezzi a nostro parere) e al pericolo che la recessione possa durare ancora, in quanto non ci sono segnali di stabilizzazione del mercato.  Quindi tutto gioca contro il biglietto verde che però dai livelli attuali fa fatica a scendere, anche se ovviamente, almeno per ora, non sale neppure, restando stabile in una sorta di limbo. Questo appare come un primo segnale di stanchezza dell'Euro, il quale ancora gode però gode della fiducia degli investitori, rassicurati da Trichet sulla forza della economia Europea e addirittura sulla eventualità di un rialzo del costo del denaro, e anche se i dati evidenziano rallentamento, a nessuno sembra importare nulla della crescita. Noi restiamo della nostra idea, l'Euro forte, anzi troppo forte contro tutto, è un danno e non serve a limitare più di tanto l'impatto del rialzo delle materie prime, non solo il petrolio, tanto più che se l'Euro sale il petrolio e le materie prime, correlate inversamente al dollaro, continueranno a salire in una spirale senza fine. Con in più l'aggiunta del panico e della paura che il dollaro crolli, e quindi con gli investimenti nei mercati tradizionali a subire ancora il pericolo costante di caduta libera. Un situazione da cui se ne uscirebbe a nostro avviso solo con un aiuto da parte della Bce, ovvero con il sostegno al dollaro e dichiarazioni a favore di un allentamento della morsa dei tassi.

La dimostrazione principale che l'Euro è veramente al limite è data dal cambio EurYen rispetto agli altri cross dello Yen. Tale cross ha sempre tenuto i supporti cruciali dati dall'area 149.20-150.50 ed ora dopo aver violato la media a 21 settimane sembrerebbe pronto al test delle resistenze di lungo periodo poste tra 166.50 e 168.50, dato anche il fatto che gli indicatori stocastici hanno girato al rialzo e sembrano ben impostati e a favore della moneta unica.
Rimane quindi da acquistare sui ribassi, anche se conosciamo gli effetti della sopravvalutazione della moneta unica, che però è e rimane soprattutto a causa del cambio EurUsd.

Per altri suggerimenti non esitate a contattarci allo 0331 455471 o via email all'indirizzo info@salex.it

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