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Il prezzo dell'oro e le valute

La prima di alcune considerazioni da fare a proposito del mercato dell'oro è che il prezzo dell'oro e l'euro si sono, alla fine, slegati

di Redazione Soldionline 23 apr 2010 ore 12:19
a cura di BullionVault.it
di Julian Phillips del GoldForecaster


La prima di alcune considerazioni da fare a proposito del mercato dell'oro è che il prezzo dell'oro e l'euro si sono alla fine slegati. Lo avevamo previsto, alla luce di una considerazione più ampia: l'elemento che più influenza il prezzo dell'oro è la mancanza di fiducia nei confronti delle valute.

Quest’anno il prezzo dell'oro è andato a consolidarsi da oltre i $1.200 ai $1050 all'oncia, con la punta del pennant a $1150 secondo i nostri grafici. Il prezzo dell'oro ha reagito al rialzo dell'euro contro il dollaro, in direzione opposta alla moneta statunitense. Il prezzo dell'oro è rimasto a lungo compreso tra i $1075 e $1150, un protrarsi del consolidamento che ha mostrato che quello che stava accadendo non era un consolidamento, e neppure una correzione del trend a medio periodo. Era sintomo della perdita di fiducia nel sistema monetario in quanto tale.

Si è persa fiducia nell'euro, nella sterlina e nel dollaro. I grandi investitori hanno espresso in maniera decisa il malcontento per la situazione finanziaria USA, sia interna che estera. In seguito è stata la zona euro che ha perso credibilità. La fiducia nella sterlina è diminuita notevolmente alla prospettiva di un Parlamento debole e privo di una maggioranza in grado di governare. L'euro ha fatto un passo falso per via della Grecia e dei potenziali problemi rappresentati dagli altri PIIGS. Lo yen per quanto vicino al picco massimo rimane poco interessante, a causa degli interessi quasi pari a zero.

È difficile trovare uno strumento che rifletta la perdita della fiducia nel sistema monetario mentre le principali valute (quelle che costituiscono i Diritti speciali di prelievo del FMI) cadono tutte e quattro insieme sembrando tuttavia relativamente stabili se considerate l'una contro l'altra. È certo che i grandi investitori non credono all'apparente stabilità del sistema. In questo panorama, come verrà espressa la loro perdita di fiducia? Noi di GoldForecaster siamo certi che, qualsiasi cosa accada, comprare oro sarà uno dei modi.

In seguito il danno strutturale si estenderà e andrà a comprendere non solo le banche e la "questione credito", ma anche la comparsa dei Capital Controls (adesso "approvati" dal Fondo monetario internazionale che un tempo li opponeva), la crescente tensione tra Est e Ovest (non c'è da aspettarsi a breve una rivalutazione dello yuan) che porterà a una frammentazione delle relazioni commerciali internazionali, e a seguire un periodo di protezionismo. I problemi della zona euro diventeranno problemi mondiali. La differenza è che non c'è un Trattato di Maastricht che governi il sistema monetario mondiale. Quindi, per  mantenere intatto il sistema monetario mondiale, serve una soluzione mondiale.

Quanto siamo vicini a questo panorama? Il rendimento decennale del Tesoro può essere un termometro di cosa ci aspetta. Alan Greenspan, ex presidente della FED, ritiene che questo dato funzioni come il canarino in miniera. In questo momento i rendimenti a lungo termine del Tesoro sono in forte crescita, misurabile visivamente dalla ripidezza della curva di rendimento. La crescita dei rendimenti indica infatti rischi più alti e l'ipotesi che rappresenti un segnale di crescita non è nemmeno da prendere in considerazione. Rendimenti così elevati indicano quindi diffidenza internazionale nei confronti di eventuali investimenti in dollari.

In questa scena l'oro verrà visto come "investimento di riparo" nell'incertezza generale. Le curve di rendimento del Tesoro danno indirettamente la misura del futuro andamento del prezzo dell'oro. Questa volta però non si tratterà dei rialzi del prezzo dell'oro simili a quelli a cui abbiamo assistito negli scorsi dieci anni, assisteremo a una mossa forte verso l'oro da parte della più forte delle istituzioni.
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