NAVIGA IL SITO

Il dollaro è destinato a migliorare

Da tempo si sente dire che gli USA hanno seri problemi economici e che il fatto che la FED abbia iniziato, come prima banca centrale, la politica di QE, potrà condurre l’America sull’orlo del baratro

di Redazione Soldionline 3 mag 2013 ore 14:30

Articolo a cura di Carlo Mariani, Responsabile dei servizi corporate di Saxo Bank Italia
 
Da tempo si sente dire che gli USA hanno seri problemi economici e che il fatto che la FED abbia iniziato, come prima banca centrale, la politica di QE, potrà condurre l’America sull’orlo del baratro.
Ovviamente i rischi restano importanti e la loro gestione non sarà banale, ma esistono ragioni fondamentali per immaginare un dollaro più sostenuto nel corso dei prossimi anni.

grafico_dollaro

Nel grafico è mostrato il movimento di EurUsd dal 1994 ad oggi. Dopo la nascita della valuta europea, il tasso di cambio aveva perso terreno fino a quota 0.8200, a causa delle incertezze e perplessità circa la sostenibilità del progetto. Ovviamente, dopo gli interventi da parte delle banche centrali, il mercato ha riscontrato la volontà concreta di procedere con la moneta unica e le forze del mercato hanno iniziato a comprare euro.
 
Ci sono almeno tre ragioni fondamentali per cui il dollaro aveva perso terreno negli anni precedenti:
·         Le nazioni “core” della zona euro hanno riciclato il surplus della bilancia dei pagamenti tra il 2006 e il 2008 al loro interno, determinando il miglioramento dell’euro;
·         Gli squilibri mondiali hanno determinato un notevole ampliamento delle riserve valutarie,, che sono state trasformate da dollari in altre valute contribuendo quindi al peggioramento della valuta americana fino a quota 1.6000;
·         Gli acquisti giapponesi di titoli del debito pubblico americano sono stati accompagnati da posizioni di copertura del rischio di cambio che hanno impedito alla valuta americana di apprezzarsi.
Ritengo che questi fattori siano del tutto temporanei. Per prima cosa, la riallocazione dei surplus della zona euro è avvenuta all’interno della zona euro stessa e quindi ha portato al significativo miglioramento della valuta europea fino a quota 1,600.


La Germania, ad esempio, nel 2008 aveva un surplus della bilancia dei capitali pari al 6,2% del PIL. Alla fine del 2008, il 98% dei flussi FDI e di capitale hanno lasciato la Germania, ma sono rimasti all’interno della zona euro. La parte di lungo termine di questi flussi è stata allocata nella  zona periferica, per trarre vantaggio dal miglior differenziale di rendimento tra i paesi.
 
Inoltre, le riserve valutarie delle banche centrali hanno avuto un notevole ampliamento nel corso del periodo 2006 – 2008 e, con la riallocazione dei surplus europei, sono stati i responsabili del miglioramento della moneta unica, ma oggi i manager delle riserve valutarie sono assolutamente venditori di euro.

Le ragioni citate in precedenza sono quindi di natura temporanea e credo che il mercato si stia modificando radicalmente, per i seguenti motivi:
La Germania non riallocherà più i suoi surplus all’interno della zona euro, anche se nella periferia i tassi di rendimento restano attraenti.
Il ribilanciamento globale dovrebbe ridurre la quantità di riserve, non pesando più sulla performance del dollaro.
Gli investitori giapponesi dovrebbero decidere di effettuare investimenti all’estero, ma senza la copertura del rischio di cambio, poichè la debolezza dello yen resta evidente.
Con questa strada delineata, credo che il lungo termine sia favorevole al dollaro e il maggior peso dei flussi FDI ed equity verso gli Stati Uniti potrà condurre la valuta americana al rialzo.
 
Nella seconda parte del 2013 il dollaro, contro euro, potrà migliorare verso quota 1.2300 – 1.2500 e credo che il miglioramento possa continuare anche oltre questo periodo temporale.

Tutte le ultime su: dollaro , fed , valute
Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.