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Grecia: ancora nulla

Ancora ieri l’Eurogruppo, che pareva potesse essere un appuntamento risolutore, ha avuto come esito un gigantesco “nulla di fatto” il quale ha confermato la posizione perentoria del FMI

di Redazione Soldionline 19 giu 2015 ore 12:35

A cura di FXCM

Tante, tantissime sono state le parole spese a riguardo della vicenda greca e i ragionamenti avanzati in merito talvolta perfino sterili salvo ritrovarci ancora in balia di news che non arrivano se non in relazione ad accordi che appaiono sempre più lontani e parti contraenti in vero e proprio clima da rissa.

Ancora ieri l’Eurogruppo, che pareva potesse essere un appuntamento risolutore, ha avuto come esito un gigantesco “nulla di fatto” il quale ha confermato la posizione perentoria del Fondo Monetario Internazionale – il quale ha reiterato con veemenza che la scadenza del pagamento da 1,6 miliardi di euro entro la fine di giugno è inderogabile – l’intrasigenza dei ministri dell’Eurozona rispetto ad un memorandum obbligatorio al quale la Grecia dovrebbe sottostare, e la tenacia del ministro ellenico Varoufakis che non vuole vedere il suo paese ancora una volta cadere sotto i colpi di un’inconcepibile e deleteria austerità utile solo ai creditori internazionali quanto potenzialmente devastante per la popolazione greca. Dal punto di vista del riflesso sui mercati finanziari, nostro focus principale, è verosimile che la giornata di oggi non si rivelerà granchè significativa per sviluppi della vicenda dal momento che per lunedì prossimo è stato convocato l’ennesimo vertice straordinario che dunque costituirà un’ulteriore tappa (probabilmente tutt’altro che decisiva) di quest’annosa quanto stucchevole vicenda il cui finale resta sempre più incerto.
Per inciso, ma andiamo più a sensazione che su elementi vicini all’incontrovertibilità, riteniamo che la forza negoziale degli organismi internazionali e il loro potere di ricatto finiranno per avere la meglio rispetto alla debole rappresentanza greca, e che quindi una sorta di accordo (con eventuali “maschere” di rinvio e proroga) si troverà entro la fine del mese.

valute4Naturalmente, dal nostro canto, continueremo a seguire i mercati finanziari da un’ottica esclusivamente tecnica, come peraltro hanno dimostrato questi ultimi giorni, andando a seguire perciò le dinamiche sul fronte Usa e come hanno influenzato e stanno agendo sullo sviluppo dei prezzi, e quelle selle singole banche centrali che continuano ad essere le dichiarate e autoreferenziali protagoniste della scena in questo momento storico. I riflessi di quanto emerso mercoledì sera da Washington, dove si è riunito il FOMC e dal quale ha parlato il Governatore Janet Yellen, li abbiamo commentati ieri e ne abbiamo visti gli effetti sui mercati: il dollaro è stato ampiamente venduto nella mattinata, dopo l’importante fiammata di sell off già proprio accesasi mercoledì sera stesso, sulla scorta delle “rassicurazioni” di  un orizzonte ancora di politiche accomodanti per il 2016 nonostante il probabile ritocco dei Funds Rate entro la fine di quest’anno, il quale però appare quasi come una sorta di “contentino” ai mercati  piuttosto che l’inizio di un vero e proprio cammino di politiche monetarie restrittive d’oltreoceano.

La credibilità delle banche centrali è, come mai, in questo momento storico piuttosto vacillante, e basti citare il caso sesquipedale della SNB piuttosto che quello più recente delle dichiarazioni a sorpresa di  Kuroda della Bank of Japan per non avere tema di smentita; la stessa Federal Reserve non ha brillato per chiarezza e trasparenza, nè con Bernanke nè finora con Yellen e un clamoroso dietrofont sul rialzo dei tassi, che ha alimentato peraltro il rafforzamento del dollaro Americano da un anno a questa parte, svilirebbe ulteriormente l’affidabilità dell’istituto centrale americano il quale ha fatto intendere che le sue manovre resteranno “data dependent” e che l’enfasi sulla dinamica dei tassi è perfino esagerata. In tal accezione, i dati sull’Inflazione USA di ieri che hanno evidenziato un lieve calo rispetto alle attese (+0,1%vs +0,2%exp mensile, +1,7% vs +1,8%exp su base annuale) si inseriscono perfettamente nell’atteggiamento prudente della Fed. Per oggi gli appuntamenti macro non appaiono di rilievo marcato, se non in relazione al Canada del quale verranno pubblicati Inflazione e Vendite al Dettaglio alle 14.30. Da seguire i rialzi dei listini azionari, con l’S&P500 che ha fornito un forte segnale long con la rottura delle resistenze sopra 2.107 punti prima e 2.115 poi, e che potrebbe essere designato per il raggiungimento di nuovi massimi, in una giornata che risulta particolare per la concomitanza delle scadenze dei derivati e che quindi vedrà lo slittamento dei volume sui contratti con scadenza settembre e possibili forti incrementi di volatilità in particolare dal pomeriggio. Sul valutario, con la tenuta sostanziale di area 11.740 del Dollar Index, è verosimile aspettarsi delle correzioni a ricopertura da parte del biglietto verde che potrebbe andare a riguadagnare terreno in particolare contro le commodities currencies, poi contro euro e yen e in ultimo contro sterlina.

ANALISI EURODOLLARO
Il daily ci ha mostrato dei tentative di rialzo del cambio, in buona parte riassorbiti durante la giornata di ieri, mettendo in luce il fallimento del raggiungimento di nuovi massimi sopra l’area di 1,1465. In atto dunque correzioni significative che vedono nell’area che passa tra 1,1325 e 1,1340 i punti di maggior rilievo e quindi suscettibili di ripartenze long. Ripartenze long che, se gestite con prudenza, possono essere cavalcate a partire dal ritorno sopra area 1,1385 verso poi le aree di Massimo sopra evidenziate. I superamenti al ribasso di 1,1325 possono indurre ad aggressive posizioni di vendita in direzione 1,1290, punto quest’ultimo più rilevante per very break ribassisti verso I livelli di 1,1240 e 1,12.

analisi-euro-dollaro-19-giugno-2015

EurUsd – grafico h1

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