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Dopo la decisione della SNB sul Franco è cambiato il mondo

Con la decisione da parte della SNB di rimuovere il peg tra euro e franco abbiamo assistito ad un movimento epocale che ha confermato come il mercato fosse lungo di franchi

di Redazione Soldionline 19 gen 2015 ore 11:35

A cura di FXCM.it

Settimana scorsa è cambiato il mondo. Con la decisione da parte della SNB di rimuovere il peg tra euro e franco abbiamo assistito ad un movimento epocale che ha confermato come il mercato fosse lungo di franchi da parte degli investitori istituzionali che, durante i primi anni della crisi, hanno iniziato a convertire parte dei propri portafogli in franchi svizzeri. Franchi acquistati e mai venduti a causa del fatto che, come ribadito più volte nel corso degli ultimi mesi (possiamo parlare di anni), gli investitori non sono mai stati in grado di spostare il proprio orizzonte temporale di investimento sul medio periodo. Se si fossero infatti create delle aspettative razionali valide, avremmo potuto assistere alla liquidazione di parte dei franchi detenuti nei portafogli istituzionali a finanziamento di posizionamenti su altre attività finanziarie, una mossa che sarebbe valsa la pena nel momento in cui i nuovi posizionamenti non avessero riguardato il breve periodo, time frame senza ombra di dubbio che ha guidato l’operatività di molti investitori negli ultimi anni.
franco-svizzero_1Con la rivalutazione del franco si vanno a creare diversi scenari di analisi ed operativi, ma prima di ragionare su di essi (sia dal punto di vista accademico che operativo) occorre dare il tempo al mercato di poter digerire quanto accaduto. Abbiamo già intavolato delle riflessioni all’interno del nostro Morning Adviser di venerdì, ora comincia, o meglio, prosegue l’attesa per l’appuntamento del 22 gennaio, quando Draghi e la BCE comunicheranno al mondo la decisione relativa alla futura politica monetaria dell’Europa. L’implementazione di un QE europeo rappresenta di gran lunga lo scenario che, colpo dopo colpo, si è fatto strada all’interno delle attese della maggior parte di analisti ed investitori, uno scenario che non rappresentava il principale fino a pochi mesi fa ma che, piano piano, è arrivato in cima alle classifiche di sentiment (noi lo suggeriamo da anni, addirittura dai tempi di Trichet, pur non essendo premi nobel in Economia) ed ora si tratta di comprendere, nel caso in cui esso venga effettivamente implementato, quali possano essere le tempistiche corrette. Il fatto che la SNB abbia rimosso, inaspettatamente e perdendo qualsiasi tipo di credibilità le fosse rimasta, il peg, ha fatto aumentare le speculazioni che il prossimo 22 gennaio si possa accendere il bazooka della BCE, un qualcosa che, dal punto di vista probabilistico, vede ancora la possibilità di essere deciso tra febbraio ed aprile ma che, dopo il cataclisma del 15 gennaio, non ci sentiamo di escludere con la convinzione che ci ha caratterizzati fino a mercoledì scorso. Rimaniamo concentrati, dal punto di vista operativo, su tutti gli strumenti che non contemplano al loro interno il franco svizzero, il mercato non si è sporcato tecnicamente ed i flussi risultano ancora buoni e non in una situazione di “flight to quality”. Un’idea sopra tutte: leve contenute, se non fosse servita la lezione di settimana scorsa.

ANALISI TECNICA VALUTE

EURO-DOLLARO
Le aree di resistenza individuate venerdì hanno tenuto egregiamente dapprima sui primi target indicati, per poi approfondire sotto 1.1500 ed aggiornare così i minimi dell’anno, prima di partire con una correzione che ci restituisc3e una nuova area di resistenza, rivista a ribasso, passante tra 1.1585 e 1.1615, dove eventualmente poter ragionare su acquisti di dollaro per ritorni verso 1.1540 ed 1.1510, con possibilità di valutare estensioni verso i minimi di venerdì. Attenzione che, in caso di superamento delle ultime resistenze, potrebbe essere possibile un tentativo di estensione a rialzo che però trova in area 1.1650 le resistenza che hanno tenuto venerdì, rendendo difficile un’eventuale operatività di reverse (da valutare eventualmente oltre 1.16 1Ž4) che dovrebbe essere adottata soltanto da chi mostra una buona propensione al rischio e che potrebbe, in caso di posizionamenti long, tentare di mantenere una parte di posizione nel momento in cui i prezzi dovessero raggiungere l’area di 1.1650 con stocastico a 4 ore lontano dalla zona di ipercomprato e con quello orario non in divergenza ribassista (consideriamo la possibilità che si formi una divergenza ribassista pur non essendosi formato il primo massimo dell’oscillatore in zona di ipercomprato).

1-euro-dollaro-19gennaio2015
EurUsd – grafico H1

DOLLARO-YEN
L’idea di attendere le resistenze passanti per area 117.75 prima di impostare l’operatività (questo livello è stato indicato come il migliore, da valutare su un time frame a 4 ore nella giornata di venerdì) è stata buona, con i prezzi che si sono mantenuti effettivamente sotto di esse. Tecnicamente, curiamo un time frame a 4 ore, dove in caso di discesa sotto area 116.85 con stocastico girato verso il basso potrebbe essere possibile valutare vendite di dollaro per estensioni verso 116.30 e 115.90. Nel momento in cui i prezzi dovessero invece tentare il superamento rialzista di area 117.45, potrebbe essere possibile valutare estensioni verso 117.75.

2-dollaro-yen-19gennaio2015
UsdJpy – grafico H1

STERLINA-DOLLARO
Siamo in attesa che la situazione tecnica della sterlina torni a pulirsi, aanche se, dopo le discese di venerdì, ricorrelatesi all’euro, studiamo delle aree di resistenza che, pur non essendo chiarissime, possono essere ipotizzate in 1.5150/70, oltre le quali potrebbe essere contemplato uno stop secco, senza valutare operatività di reverse prima di area 1.5205. Target in caso di tenuta delle resistenze 1.5110 e 1.5075. Impostazione tecnica, comunque, non ottima.

3-sterlina-dollaro-19gennaio2015
GpbUsd – grafico H1

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