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Crollano i prezzi del grano

Il prezzo del grano, una delle principali cause delle proteste in Tunisia ed Egitto che hanno dato l’inizio alle altre manifestazioni di piazza in Yemen, Bahrein, Algeria e Libia

di Redazione Soldionline 24 feb 2011 ore 14:24
A cura di Paolo Bercich , di XTB (paolo.bercich@xtb.it)

Il prezzo del grano, una delle principali cause delle proteste in Tunisia ed Egitto che hanno dato l’inizio alle altre manifestazioni di piazza in Yemen, Bahrein, Algeria e Libia, ha perso oltre il 12% in 2 settimane passando dal massimo storico di 890,15 USD al bushel registrato il 09.02.2011 fino a 789,40 USD, prezzo registrato oggi al Chicago Mercantile Exchange.
Gli investitori stanno velocemente liquidando le loro posizioni in seguito all’acuirsi delle tensioni in Nordafrica e Medioriente per le preoccupazioni legate ad un possibile calo della domanda da parte dei paesi importatori (basti pensare che l’Egitto è il primo importatore mondiale). Preoccupazioni anche per un possibile blocco delle importazioni in Libia. Ci si potrebbe quindi attendere nel breve periodo un ulteriore calo dei prezzi.
Tuttavia il quadro fondamentale rimane rialzista e preoccupante. I paesi arabi da anni esportano petrolio per importare beni alimentari di cui sono scarsi; considerata la situazione da questo punto di vista i paesi esportatori di pterolio hanno tutto l’interesse di conitnuare a spingere i prezzi del petrolio ancora più in alto, in modo da acquistare e stoccare quantità sempre maggiori di derrate alimentari (la mancanza di cibo nei paesi rivoltosi farebbe precipitare la situazione), che potranno subire anch’esse un aumento dei prezzi; tutto questo vuol dire aumento dell’ inflazione (seguito da un possibile aumento dei tassi di interesse), non è certo una bella notizia.
 
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