Cosa guida il prezzo dell’oro?
Non è insolito leggere sui giornali collegamenti tra gli ultimi drammatici fatti di attualità e i rialzi del prezzo dell’oro. La connessione però potrebbe non essere così stretta come sembra a prima vista
di Redazione Soldionline 21 mar 2011 ore 16:37
Di Julian Phillips – a cura di BullionVault.it
Non è insolito leggere sui giornali collegamenti tra gli ultimi drammatici fatti di attualità e i rialzi del prezzo dell’oro. La connessione però potrebbe non essere così stretta come sembra a prima vista.
Per esempio, la corsa settimana il rialzo del prezzo dell’oro contro il dollaro è stato attribuito al terremoto in Giappone. In realtà è stato dovuto quasi esclusivamente al rafforzamento dell’euro contro il dollaro.
Prendiamo dunque in considerazioni alcuni pregiudizi diffusi che potrebbero fuorviare chi ha investito in oro e argento, e quali notizie invece hanno invece il potere di influenzare il prezzo dei metalli preziosi.
Gli investirori dovrebbero fermarsi a riflettere ogni volta che leggono un articolo che attribuisce a questa o quella crisi politica il movimento del prezzo dell’oro: soltanto gli eventi che si ripercuotono sui mercati finanziari causando incertezza o instabilità a livello globale, possono muovere significativamente il prezzo dell’oro.
La crisi nucleare in Giappone, per esempio, ha influenzato l’andamento in borsa delle azioni della compagnia che gestisce i reattori coinvolti, e delle aziende che producono auto utilizzando energia prodotta da quell’azienda. Tuttavia, perché il Dow Jones o il FTSE dovrebbero subire contraccolpi? E il prezzo dell’oro o dell’argento?
Gli avvenimenti in Giappone potrebbero influire sul prezzo dell’oro nella stessa misura in cui ne è influenzato il valore dello yen sul mercato internazionale. L’iniezione di liquidità decisa dalla Banca del Giappone e la svalutazione della moneta che ne consegue, potrebbero spingere alcuni investitori a cedere yen per aprire o rafforzare posizioni nei metalli preziosi.
Movimenti sui mercati delle valute hanno invece risposte praticamente immediate sul mercato dell’oro. Nelle scorse settimane, il rafforzamento dell’euro contro il dollaro ha causato un aumento del prezzo dell’oro in dollari, come conseguenza dell’indebolimento del biglietto verde.
Un altro pregiudizio diffuso è che il prezzo del petrolio sia determinante per il prezzo dell’oro. Cosa in parte vera, ma solo nel momento in cui un rialzo del prezzo del petrolio fosse dovuto a una crisi internazionale in grado di seminare una forte incertezza sui mercati.
Se il prezzo ufficiale del petrolio non fosse più denominato in dollari, ma in un’altra valuta o in un paniere di valute, ciò causerebbe una perdita di credibilità del dollaro, e un aumento del prezzo dell’oro.
Un acquisto significativo da parte di una banca centrale europea cambierebbe la prospettiva dell’oro nel sistema monetario, e qualsiasi notizia che riguardi il sistema monetario ha una ripercussione certa sul prezzo dell’oro.
Una conferma della decadenza del sistema monetario (per esempio: se l’Irlanda non riuscisse a negoziare i termini per il proprio salvaraggio, e il debito dell’Irlanda non avesse mercato) minerebbe la stabilità dell’euro. Gli investitori uscirebbero da posizioni denominate nella moneta unica per rifugiarsi nei metalli preziosi.
Se la Cina cominciasse a vendere Treasuries in modo regolare e continuativo, ciò avrebbe un impatto sulla credibilità del dollaro, e di conseguenza sul prezzo dell’oro.
Nei paesi emergenti orientali (India, Cina, eccetera) i metalli preziosi sono l’investimento in grado di garantire la stabilità finanziaria, in maniera molto molto più forte di quanto accada in occidente. In quelle zone, la convinzione che oro e argento siano denaro vero spinge la domanda e guida il prezzo dei due metalli più di qualsiasi altro fattore.
È fisiologico che l’impatto emotivo di alcuni eventi di attualità spinga un certo numero di investitori ad entrare nei metalli preziosi, solo per scoprire che il mercato non ha invece reagito come ci si sarebbe aspettati. I media dopotutto devono vendere notizie, ma è l’investitore che deve discernere l’impatto di tali notizie sui mercati, in modo da massimizzare i profitti.
Non è insolito leggere sui giornali collegamenti tra gli ultimi drammatici fatti di attualità e i rialzi del prezzo dell’oro. La connessione però potrebbe non essere così stretta come sembra a prima vista.
Per esempio, la corsa settimana il rialzo del prezzo dell’oro contro il dollaro è stato attribuito al terremoto in Giappone. In realtà è stato dovuto quasi esclusivamente al rafforzamento dell’euro contro il dollaro.
Prendiamo dunque in considerazioni alcuni pregiudizi diffusi che potrebbero fuorviare chi ha investito in oro e argento, e quali notizie invece hanno invece il potere di influenzare il prezzo dei metalli preziosi.
Gli investirori dovrebbero fermarsi a riflettere ogni volta che leggono un articolo che attribuisce a questa o quella crisi politica il movimento del prezzo dell’oro: soltanto gli eventi che si ripercuotono sui mercati finanziari causando incertezza o instabilità a livello globale, possono muovere significativamente il prezzo dell’oro.
La crisi nucleare in Giappone, per esempio, ha influenzato l’andamento in borsa delle azioni della compagnia che gestisce i reattori coinvolti, e delle aziende che producono auto utilizzando energia prodotta da quell’azienda. Tuttavia, perché il Dow Jones o il FTSE dovrebbero subire contraccolpi? E il prezzo dell’oro o dell’argento?
Gli avvenimenti in Giappone potrebbero influire sul prezzo dell’oro nella stessa misura in cui ne è influenzato il valore dello yen sul mercato internazionale. L’iniezione di liquidità decisa dalla Banca del Giappone e la svalutazione della moneta che ne consegue, potrebbero spingere alcuni investitori a cedere yen per aprire o rafforzare posizioni nei metalli preziosi.
Movimenti sui mercati delle valute hanno invece risposte praticamente immediate sul mercato dell’oro. Nelle scorse settimane, il rafforzamento dell’euro contro il dollaro ha causato un aumento del prezzo dell’oro in dollari, come conseguenza dell’indebolimento del biglietto verde.
Un altro pregiudizio diffuso è che il prezzo del petrolio sia determinante per il prezzo dell’oro. Cosa in parte vera, ma solo nel momento in cui un rialzo del prezzo del petrolio fosse dovuto a una crisi internazionale in grado di seminare una forte incertezza sui mercati.
Se il prezzo ufficiale del petrolio non fosse più denominato in dollari, ma in un’altra valuta o in un paniere di valute, ciò causerebbe una perdita di credibilità del dollaro, e un aumento del prezzo dell’oro.
Un acquisto significativo da parte di una banca centrale europea cambierebbe la prospettiva dell’oro nel sistema monetario, e qualsiasi notizia che riguardi il sistema monetario ha una ripercussione certa sul prezzo dell’oro.
Una conferma della decadenza del sistema monetario (per esempio: se l’Irlanda non riuscisse a negoziare i termini per il proprio salvaraggio, e il debito dell’Irlanda non avesse mercato) minerebbe la stabilità dell’euro. Gli investitori uscirebbero da posizioni denominate nella moneta unica per rifugiarsi nei metalli preziosi.
Se la Cina cominciasse a vendere Treasuries in modo regolare e continuativo, ciò avrebbe un impatto sulla credibilità del dollaro, e di conseguenza sul prezzo dell’oro.
Nei paesi emergenti orientali (India, Cina, eccetera) i metalli preziosi sono l’investimento in grado di garantire la stabilità finanziaria, in maniera molto molto più forte di quanto accada in occidente. In quelle zone, la convinzione che oro e argento siano denaro vero spinge la domanda e guida il prezzo dei due metalli più di qualsiasi altro fattore.
È fisiologico che l’impatto emotivo di alcuni eventi di attualità spinga un certo numero di investitori ad entrare nei metalli preziosi, solo per scoprire che il mercato non ha invece reagito come ci si sarebbe aspettati. I media dopotutto devono vendere notizie, ma è l’investitore che deve discernere l’impatto di tali notizie sui mercati, in modo da massimizzare i profitti.
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