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BCE, FED e il pericolo di inflazione

La Banca centrale americana sta stampando denaro per creare inflazione volontariamente. In Europa, invece, la BCE sta facendo esattamente l’opposto, muovendosi per prevenire l’inflazione

di Redazione Soldionline 14 apr 2011 ore 12:39
Di Steve Sjuggerud – a cura di  BullionVault.it

La Banca centrale americana sta stampando denaro per creare inflazione volontariamente. In Europa, invece, la BCE sta facendo esattamente l’opposto, muovendosi per prevenire l’inflazione.

Il problema è essenzialmente lo stesso in America e in Europa. Perché, davanti allo stesso problema, gli Stati Uniti e l’Europa reagiscono in maniera così differente?

Probabilmente ciascuna delle due banche centrali vuole evitare di ripetere il peggiore errore della propria storia.

La Grande depressione fu la crisi economica peggiore che si ebbe negli Stati Uniti, e fu causata dalla deflazione, ovvero dai prezzi in caduta. La banca centrale è stata sempre ritenuta responsabile della Depressione, proprio per non aver saputo contrastare la deflazione in maniera efficace. In altre parole, per non aver stampato sufficiente moneta.

Ben Bernanke, presidente della FED, sembra che ne abbia fatto la sua missione: evitare che la Grande depressione si ripeta. Bernanke potrebbe non fermarsi nemmeno quando si affaccerà l’inflazione, perché sa che la deflazione potrebbe riapparire dopo poco. Come mostra il grafico, l’inflazione cominciò a crescere nuovamente a metà degli anni ’30, per poi lasciare il posto a un’altra ondata di deflazione.

deflazione

Bernanke sa che questo fu il periodo di maggiore crisi per l’economia americana, e rappresentò un vero fallimento per la Banca centrale, il cui monito ancora sussiste. È quindi attento a non ripetere lo stesso errore. Ci si deve quindi necessariamente attendere l’inflazione, e di lunga durata che scongiuri il pericolo della deflazione.

La Banca centrale europea non dimentica, dal canto suo, il periodo di crisi più forte di tutti i tempi in casa propria, ovvero l’iperinflazione della Germania degli anni ’20.

iperinflazione

L’inflazione in Europa ha appena raggiunto il 2,6%, un tasso maggiore di quello considerato accettabile dalla BCE, ovver il 2%. L’obiettivo della banca centrale è di evitare l’inflazione, e l’aumento dei tassi di interesse è una mossa forte in questo senso.

Gli Stati Uniti al contrario probabilmente terranno i tassi di interesse bassi nel prossimo futuro, e continueranno con il programma di “quantitative easing”, un nome che significa semplicemente stampare altro denaro.

Se la tendenza delle due banche centrali non si ferma, il risultato sarà prezzi ancora più alti per le materie prime (sopratutto per i metalli preziosi) e un valore ancora più basso per dollaro e bond americani.

Quello che resta da stabilire, è quanto ancora questi trend hanno da correre se Bernanke continua nella sua decisione di evitare la deflazione: i prezzi delle materie prime potrebbero salire ancora e i Tresuries al contrario contrarsi, molto più di quanto ci si aspetta.  
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