Monete da collezione: come unire l’utile al dilettevole
Oro e preziosi iniziano l’anno ai massimi: perché, anziché tentare di predire l’evoluzione futura dei prezzi, non iniziate a considerare una forma d’investimento alternativo in grado di procurarvi soddisfazioni non solo finanziarie come la numismatica? Dove non sono solo l’oro e l’argento a farla da padroni, ma anche la qualità e rarità delle monete che collezionerete.
di La redazione di Soldionline 9 gen 2006 ore 11:38
Diverso il caso delle monete 'da collezione', cui si interessano gli appassionati di numismatica. Le quali non necessariamente sono costituite di metalli preziosi: per fare un esempio molto noto se nel vostro borsellino doveste trovare ancora una 10 lire della Repubblica Italiana del 1956, di vilissima Italma (una lega di alluminio, magnesio e manganese) potrebbe valere fino a 90 euro se in condizioni perfette, o 'fior di conio' per usare la definizione corretta. Se poi ne ritrovaste una del 1948 potrebbe valere quasi il doppio, 150 euro (da quotazione del catalogo Gigante, edizione 2006). Le monete da collezione sommano infatti una serie di caratteristiche ed in particolare la rarità (data dal numero conosciuto di monete esistenti) e lo stato di conservazione (dunque l'assenza di difetti) al valore intrinseco dato dal peso del metallo prezioso di cui sono eventualmente costituite.
E in molti casi la rarità supera di gran lunga il valore intrinseco della moneta, valga un solo esempio: il 5 tornesi da 15,54 grammi di rame del 1859, del Regno di Napoli, di cui esiste un unico esemplare conosciuto presente nella collezione reale, dunque di valore inestimabile, mentre i recentissimi (e relativamente 'comuni', essendone stati coniati 6 mila esemplari) 50 euro d'oro del 2003 della Repubblica Italiana, pur essendo costituiti di 16,13 grammi d'oro non valgono più di 500 euro.
E tuttavia quello di collezionare monete d'oro e d'argento, magari le 'classiche' (ma forse dovrei direi 'commerciali') serie della Repubblica Italia, di San Marino e del Vaticano può rivelarsi al tempo stesso un passatempo piacevole, un'iniziazione all'arte numismatica ed una forma d'investimento alternativa rispetto all'acquisto di monete, lingotti, azioni o fondi specializzati, per chi crede che nel lungo periodo l'oro e l'argento siano destinati ad aumentare ulteriormente di valore.
Con un consiglio: prima di acquistare informatevi da più venditori e non cedete alle lusinghe dei commercianti e non inseguite le mode del momento: la 500 lire d'argento della Repubblica Italiana dedicata alla ricerca sul cancro, del 1998, inizialmente molto ricercata, 'valeva' secondo il catalogo Montenegro 135 mila lire nel 1993. Nel 2006 il catalogo Gigante la valuta 43 euro, oltre il 60% in meno. Tanto più che oggigiorno è possibile utilizzare anche il web per fare acquisti, ad esempio selezionando accuratamente i pezzi mancanti della vostra collezione tra le molte offerte che quotidianamente sono presenti su eBay, la maggiore casa d'aste online al mondo. Dove la stessa 500 lire di cui sopra si trova in vendita, nel momento in cui scrivo queste note, con base d'asta tra i 40 e i 75 euro nella versione 'proof' o 'fondo specchio' che dir si voglia (una particolare variante prodotta in soli 7.598 esemplari), passata secondo i cataloghi commerciali da 160 mila lire a 70 euro di valore nello stesso periodo di tempo. Come dire che se la Borsa è un mercato inefficiente, la numismatica non è certo perfetta, ma attraverso internet è riuscita a raggiungere un più elevato grado di trasparenza.
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Luca Spoldi
Analista finanziario, Amministratore di 6 In Rete Consulting
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