Massimi a catena per le materie prime. Una bolla meno eterea?
Secondo le previsioni formulate dagli esperti di Barclays Capital, i fondi comuni aumenteranno del 38% i propri investimenti in materie prime. Per ora il contesto globale lascia pensare più a un movimento inflazionista legato alla politica monetaria espansiva voluta dalla Federal Reserve che a una bolla
di Rocki Gialanella 20 apr 2006 ore 09:07
La scalata delle quotazioni delle materie prime ha messo in moto la macchina del tempo. Quando non vengono individuati punti di riferimento, gli esperti cominciano a guardare al passato. E come avviene in tutte le occasioni in cui i prezzi di un settore raggiungono cifre da capogiro, si torna a parlare di tulipani ed imprese.com ( i due prototipi di bolla speculativa).
E' probabile che questi due casi esemplifichino le bolle speculative nell'iconografia borsistica, in virtù di un semplice ragionamento: le cose che registrano un'impennata dei prezzi sono tanto eteree quanto le proprie bolle. La storia ci insegna che questo ragionamento è troppo semplicistico, visto che le tonnellate di ferro utilizzate per tendere collegamenti ferroviari nella seconda metà del diciannovesimo secolo, non sono riuscite a liberare questo settore da una bolla i cui effetti sono stati molto più dannosi di quelli provocati dallo scoppio della bolla sul Nasdaq.
Il segmento immobiliare gode della stessa convinzione popolare: le proprietà fisiche di una cosa costituirebbero un deterrente alle cadute delle quotazioni. Argomenti che durano il tempo di una bolla. Gli osservatori più attenti sanno che la componente finanziaria è ormai quella dominante, e che la direzione intrapresa dai prezzi dipende solo dalla maggiore o minore predisposizione del mercato a sostenere un trend.
C'è una bolla nel mercato delle materie prime? Spiacevole a dirsi, ma la risposta a questo di domande la fornisce solo il tempo. Le condizioni di base necessarie a sostenere il rialzo delle materie prime sono un dato oggettivo. E fino a questo momento, i mercati azionari hanno ignorato i rischi derivanti da una crescita eccessiva delle quotazioni dei listini Emergenti. Il contesto globale lascia pensare più a un movimento inflazionista legato alla politica monetaria espansiva voluta dalla Federal Reserve.
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