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Massimi a catena per le materie prime. Una bolla meno eterea?

Secondo le previsioni formulate dagli esperti di Barclays Capital, i fondi comuni aumenteranno del 38% i propri investimenti in materie prime. Per ora il contesto globale lascia pensare più a un movimento inflazionista legato alla politica monetaria espansiva voluta dalla Federal Reserve che a una bolla

di Rocki Gialanella 20 apr 2006 ore 09:07
Senza freni. Negli ultimi trenta giorni i prezzi delle materie prime hanno registrato continui record. Nell'ultima sessione, il future sul rame si è impennato del 5,7%, la maggiore crescita giornaliera dal febbraio del 1998, toccando i 6.488 dollari la tonnellata. La quotazione dello zinco è cresciuta del 100% negli ultimi dodici mesi. I prezzi delle due materie prime sono stati alimentati dall'ingresso di alcuni fondi di investimento che puntano sulla continuità degli elevati tassi di crescita dell'economia cinese. I money manager alla guida dei fondi sono convinti che il gigante asiatico fomenterà la domanda di materie prime necessarie alla crescita della produzione di automobili, case ed elettrodomestici.

L'oro e l'argento continuano il loro trend rialzista. I future sul metallo giallo con consegna a luglio hanno raggiunto un nuovo massimo, superando i 615 dollari l'oncia. L'argento quota sui livelli più alti degli ultimi 23 anni. I record dell'oro e dell'argento arrivano in un momento molto delicato per il mercato petrolifero. D'altronde, è noto che l'oro ama le cattive notizie. Secondo le previsioni formulate dagli esperti di Barclays Capital, i fondi comuni aumenteranno del 38% i propri investimenti in materie prime ( equivalenti a 110.000 milioni di Usd). I titoli delle società minerarie sembrano godere del favore degli esperti. La maggior parte di questi titoli viene quotata sul listino londinese: BHP Billiton, Rio Tinto, Xstrata ( tutti sui livelli massimi di sempre).

La scalata delle quotazioni delle materie prime ha messo in moto la macchina del tempo. Quando non vengono individuati punti di riferimento, gli esperti cominciano a guardare al passato. E come avviene in tutte le occasioni in cui i prezzi di un settore raggiungono cifre da capogiro, si torna a parlare di tulipani ed imprese.com ( i due prototipi di bolla speculativa).

E' probabile che questi due casi esemplifichino le bolle speculative nell'iconografia borsistica, in virtù di un semplice ragionamento: le cose che registrano un'impennata dei prezzi sono tanto eteree quanto le proprie bolle. La storia ci insegna che questo ragionamento è troppo semplicistico, visto che le tonnellate di ferro utilizzate per tendere collegamenti ferroviari nella seconda metà del diciannovesimo secolo, non sono riuscite a liberare questo settore da una bolla i cui effetti sono stati molto più dannosi di quelli provocati dallo scoppio della bolla sul Nasdaq.

Il segmento immobiliare gode della stessa convinzione popolare: le proprietà fisiche di una cosa costituirebbero un deterrente alle cadute delle quotazioni. Argomenti che durano il tempo di una bolla. Gli osservatori più attenti sanno che la componente finanziaria è ormai quella dominante, e che la direzione intrapresa dai prezzi dipende solo dalla maggiore o minore predisposizione del mercato a sostenere un trend.

C'è una bolla nel mercato delle materie prime? Spiacevole a dirsi, ma la risposta a questo di domande la fornisce solo il tempo. Le condizioni di base necessarie a sostenere il rialzo delle materie prime sono un dato oggettivo. E fino a questo momento, i mercati azionari hanno ignorato i rischi derivanti da una crescita eccessiva delle quotazioni dei listini Emergenti. Il contesto globale lascia pensare più a un movimento inflazionista legato alla politica monetaria espansiva voluta dalla Federal Reserve.






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