Le lezioni di Cell Therapeutics
L’operazione da un punto di vista formale è stata ineccepibile: chiuso un importante accordo con la multinazionale farmaceutica Novartis, la piccola biotech italioamericana Cell Therapeutics ha lanciato il giorno dopo un collocamento di titoli per circa il 20% del proprio capitale, così da raccogliere fondi per migliorare la gestione del circolante.
di La redazione di Soldionline 26 set 2006 ore 09:54
Il problema di Cell Therapeutics, come di molte piccole società biotecnologico, è infatti rappresentato dal ritmo a cui 'brucia' cassa: nel secondo trimestre, ad esempio, ha registrato 15,7 milioni di dollari di costi in ricerca e sviluppo (31,7 milioni nel primo semestre 2006) su un totale di 24,1 milioni di costi operativi (50,8 nel semestre), in calo di un buon 40% medio rispetto all'anno precedente, trend che gli amministratori assicurano continuerà anche nella seconda parte dell'anno. Anche ammesso che sia vero, la società aveva in cassa non più di 48,1 milioni di 'disponibilità liquide ed equivalenti', per cui il rischio che potesse finire la benzina poco dopo il brindisi di Capodanno 2007 era concreto.
E tuttavia il 21 giugno scorso la società aveva siglato un accordo di 'Step-up Equity Financing' con SocGen (intermediario che negli scorsi mesi ha già concluso analoghi accordi, in Italia, ad esempio con Kaitech e Buongiorno) per la sottoscrizione, nell'ambito di un aumento di capitale in una o più tranche, di azioni ordinarie fino ad un massimo di 45 milioni di euro (55 milioni di dollari) 'in un periodo di 24 mesi dal momento in cui si verificheranno alcune condizioni (tra cui il via libera di Consob), sulla base di una formula predeterminata, con l'opzione di incrementare l'importo dell'emissione fino a 60 milioni di euro (72 milioni di dollari)'. Il tutto al costo di 800 mila euro complessivi di commissioni per il broker francese. In più in un filing model inviato alla Sec il 14 luglio la società informava che quattro giorni prima il proprio Compensation Committee aveva autorizzato il pagamento di un bonus di 169.952 dollari all'amministratore delegato e presidente James A. Bianco, approvando un ulteriore bonus di 169.952 dollari allo stesso Bianco pagabile nel caso la compagnia avesse raggiunto 'entro il 20 settembre 2006, l'obiettivo strategico di chiudere un accordo che comporti una collaborazione concreta con una società farmaceutica'.
Detto fatto, il 18 settembre veniva annunciata l'alleanza con la svizzera Novartis, siglata il 15 settembre, che oltre a investire potenzialmente fino a 270 milioni di dollari nello Xyotax siglava un'opzione sul Pixatrone del valore potenziale di ulteriori 104 milioni di dollari, accettando inoltre di spendere 15 milioni di dollari per sottoscrivere 8,67 milioni di azioni Cell Therapeutics, a 1,73 dollari l'uno, mentre lo stesso James A. Bianco (come risulta in un ulteriore filing inviato alla Sec il 20 settembre) vendeva 37.500 azioni tra 2,03 e 2,33 dollari l'una sul listino di Wall Street, per pagare le tasse relative alla sottoscrizione di azioni ordinaria effettuata il 15 settembre, così come previsto dalla 'Rule 10b5-1 -Trading on the Basis of Material Nonpublic Information in Insider Trading Cases' della legge che dal 1934 regola la compravendita di titoli azionari negli Usa.
Attenzione alle date: il 18 settembre, come si legge in un distinto filing model sempre del 20 settembre (giorno in cui venne annunciata l'operazione anche tramite un comunicato ufficiale), venne siglato la lettera d'intenti ('letter agreement') con Rodham & Renshow Llc e con Punk, Ziegel & Co. per il collocamento di circa 23,1 milioni di azioni ordinarie Cell Therapeutics ad un prezzo pari a 1,73 dollari (lo stesso previsto per l'investimento di Novartis tre giorni prima) per un corrispettivo complessivo pari a 40 milioni di dollari, più un'opzione della durata di 90 giorni per comprare ulteriori 5,7 milioni di azioni ordinarie allo stesso prezzo. L'offerta, precisava il comunicato stampa della società, era 'stata fatta ad un gran numero di potenziali investitori, anche al di fuori degli Stati Uniti, e sottoscritta da 12 investitori istituzionali'.
Dopo l'annuncio il titolo, che era giunto a registrare una performance positiva pari all'80% nell'ultimo mese, imboccava rapidamente una china discendente, fino a riallinearsi ai valori dell'aumento stesso. Tutto regolare sotto il profilo legale (del resto Cell Therapeutics si è fatta assistere dallo studio O'Melveny & Myers Llp, uno dei più celebri negli Usa, con 13 sedi in tutto il mondo e oltre 1.100 legali, tra cui l'ex Segretario di Stato Warren Christopher), forse meno sotto quello morale. Ma per chi ha saputo leggere con attenzione i documenti (inclusi i 'Form 4' e i 'Form 8-K' inviati alla Sec e disponibili sul sito della società, sia pure in lingua inglese) non ci sarebbe stata sorpresa alcuna, a patto di resistere alla tentazione di 'saltare a bordo' del missile (+80% in un mese, grazie al +17% segnato alla fine della seduta del 18 settembre) che sembrava in fase di decollo.
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Luca Spoldi
Analista finanziario, Amministratore di 6 In Rete Consulting
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