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La pagella agli Etf di Piazza Affari (3)

Nell’ultima puntata della nostra "pagella" daremo il voto non solo a chi si è distinto positivamente o negativamente nel 2004 ma analizzeremo anche come stanno andando ora questi titoli. L’elemento finale per chiudere il cerchio nell’analisi è valutare lo spread medio, valore connesso all’efficienza dello strumento oltre che ad essere un costo implicito...

di La redazione di Soldionline 22 mar 2005 ore 12:08
Nell'ultima puntata della nostra "pagella" (leggi la prima puntata) (leggi la seconda puntata) daremo il voto non solo a chi si è distinto positivamente o negativamente nel 2004 ma analizzeremo anche come stanno andando ora questi titoli in termini di rendimento. L'elemento finale per chiudere il cerchio nell'analisi è valutare lo spread medio, valore connesso all'efficienza dello strumento oltre che ad essere un costo implicito. Le commissioni di gestione infatti, non sono l'unico costo a cui l'investitore va incontro acquistando un etf. Esistono dei costi impliciti dati dal dividend drag e dallo spread denaro lettera.

Il dividend drag si verifica quando uno strumento non reinveste immediatamente i dividendi percepiti. È quindi un costo opportunità molto esiguo, ma va pur sempre conosciuto in modo che sia chiaro anche questo aspetto degli strumenti finanziari. Molto più importante e meno trascurabile è invece lo spread bid-ask ovvero la differenza tra 'denaro' (il prezzo che è disposto a pagare chi vuole comprare) e 'lettera' (prezzo proposto dal venditore).

Il market maker svolge l'importante funzione di garantire la liquidità dell'etf e proprio lo spread costituirà il suo profitto per assicurare questo servizio. La liquidità degli etf, a differenza di molti altri strumenti, non dipende dai volumi scambiati in quanto è garantita comunque dalle figure dei liquidity providers e dallo specialist.

Inoltre, Borsa Italiana ha stabilito lo spread massimo che un etf non può superare in base a:
- commissioni che gravano sull'Authorised Partecipant per creare o redimere quote del fondo.
- presenza di contratti futures o un mercato liquido di opzioni sull'indice sottostante (in assenza di questi lo spread sarà maggiore)
- liquidità dei titoli sottostanti
- numero di titoli sottostanti (per un numero maggiore di titoli vi saranno maggiori costi di transazione)

Nell'analisi di Sanpaolo IMI da cui siamo partiti, vengono riportati gli spread medi relativi al quarto trimestre dello scorso anno.


NOME ETF
TICKER
Spread medio
Spread massimo
S&P/MIB Master Unit
ETFMIB
0,06%
0,25%
iBoxx euro Liquid Corporates
IBCX
0,08%
0,75%
EuroMTS 3-5Y Master Unit
EM35
0,06%
0,175%
EuroMTS 10-15Y Master Unit
EM1015
0,13%
0,55%
EuroMTS Global Master Unit
EMG
0,08%
0,27%
NASDAQ-100 European Tracker
EQQQ
0,17%
1,5%
iShares S&P 500
IUSA
0,23%
1%
Dow Jones Industrial Average Master Unit
DJE
0,13%
1%
MSCI US Tech Master Unit
UST
0,25%
1%
DJ Euro STOXX 50 Master Unit
MSE
0,13%
1%
iShares DJ Euro STOXX 50
EUE
0,13%
1%
iShares FTSEurofirst 80
IEUR
0,73%
1%
B1 - MSCI Euro
B1EU
0,25%
1%
SPDR Euro Fund
SPDRO
0,50%
1%
iShares DJ STOXX 50
EUN
0,20%
1%
iShares FTSEurofirst 100
IEUT
0,38%
1%
B1 - MSCI Pan Euro
B1PE
0,55%
1%
SPDR Europe 350 Fund
SPDRE
0,28%
1%
Dow Jones Global Titans 50 Master Unit
MGT
0,24%
2%
B1 - Ethical Index Euro
B1ET
0,47%
1%


Avendo in mano anche questo elemento possiamo concludere che, riguardo gli etf azionari lo S&P Master Unit ha superato l'esame a pieni voti e dall'inizio dell'anno sta rendendo il 3,04%. Insieme a lui si sono distinti l'iShares Dj Euro Stoxx 50 e il Dj Euro Stoxx 50 Master Unit. Entrambi coprono lo stesso indice ma il primo ha distribuito un dividendo maggiore e ha commissioni inferiori. Se guardiamo alla performance da inizio anno però, il Master Unit è cresciuto del 4,26% mentre il primo del 3,74%. Bisogna considerare che questi due strumenti non sono comparabili in termini di rendimento in quanto valorizzano i NAV in orari differenti.

L'unico obbligazionario corporate, l'iBoxx Euro Liquid Corporates ha registrato grandi numeri in termini di performance e dividendi ma ha sottoperformato l'indice di riferimento. Dall'inizio dell'anno sta un po' deludendo essendo ieri a quota -1,426%. I 3 obbligazionari governativi invece, non vengono valutati nell'analisi di Sanpaolo IMI poiché quotati da meno di un anno ma se andiamo a vedere come si sono comportati dalla loro nascita ad oggi in termini esclusivamente di rendimento non si può non essere soddisfatti. Da tenere d'occhio la performance dell'azionario B1 MSCI Pan Euro, altro etf nato nel 2004 che in sei mesi esatti ha registrato una crescita dell'8,42%.


NOME ETF
TICKER
Quotato dal
Performance 2004 dalla nascita
Performance dalla nascita a 14/03/05
Performance 2005 al 14/03/05
OBBLIGAZIONARI
EuroMTS 3-5Y Master Unit
EM35
7/7/04
3,33%
3,68%
0,33%
EuroMTS 10-15Y Master Unit
EM1015
7/7/04
8,36%
8,39%
0,027%
EuroMTS Global Master Unit
EMG
27/4/04
5,71%
5,78%
0,07%
AZIONARIO
B1-MSCI Pan Euro
B1PE
14/09/04
4,67%
8,42%
3,583%


Sul mercato Usa il Dow Jones Industrial Average Master Unit supera il test dividendi e spread ma non soddisfa gli investitori. Da inizio anno si è apprezzato del 1,717%. al contrario, l'iShares S&P 500 ha reso di più l'anno scorso in termini di performance, (mentre per ora è a +0,44%) ma non ha distribuito una cedola elevata oltre ad avere uno spread maggiore. L'etf etico ha reso l'8,30% nel 2004 e da inizio anno sta facendo altrettanto bene (+4,50%). Nonostante questo aspetto positivo, bisogna valutare che ha uno spread medio piuttosto alto, commissioni superiori al mercato (0,90%) e non ha distribuito i proventi capitalizzandoli come di norma.

La pecora nera dell'analisi è l'MSCI US Tech Master Unit che nel 2004 ha diminuito il suo valore dell'11,58% sottoperformando l'indice e senza distribuire dividendi, spread medio e commissioni sono nella norma. Dall'inizio dell'anno a ieri si è deprezzato ulteriormente del 4,125%.




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