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L’avvertimento delle materie prime

Il calo subito dalle quotazioni delle materie prime nelle ultime giornate potrebbe rappresentare un elemento sintomatico di quel che si verificherà- di qui a breve- sul fronte della crescita economica. Le materie prime hanno sperimentato un ciclo rialzista che dura da quattro anni e che obbedisce al periodo di crescita economica che ha coinvolto la maggior parte delle economie del mondo.

di Rocki Gialanella 13 set 2006 ore 11:39
La domanda di materie prime proveniente da paesi industrializzati come gli Stati Uniti, ma anche da paesi Emergenti come la Cina, ha provocato un'impennata del 95% nel prezzo delle materie prime dal 2002 ad oggi (secondo l'indice CRB di Reuters).

Tuttavia, nell'ultimo mese i prezzi dei metalli e di altre materie prime hanno iniziato a cadere con forza. Lunedì scorso è stata la giornata nera delle commodities, con quotazioni in picchiata. Alcuni analisti hanno disegnato uno scenario permeato da un cambiamento del sentiment di mercato e pilotato dall'imminente decelerazione dell'economia statunitense.

Contemporaneamente, alcune banche di investimento hanno iniziato a lanciare l'allarme sulla possibile fine del ciclo rialzista delle materie prime. Di questa opinione è Stephen Roach, capo economista di Morgan Stanley, che ha recentemente sostenuto di considerare conclusa la mega-ascesa dei prezzi delle materie prime.

In un report di recente pubblicazione, gli analisti di Jp Morgan hanno ipotizzato la presenza di una mega bolla nel segmento degli investimenti alternativi. La bolla sarebbe frutto dell'enorme quantità di denaro che si è diretta verso alcune tipologie di attività finanziarie e non: immobili, materie prime, hedge fund. Secondo il team di Jp Morgan, i prodotti del comparto energy mostrerebbero l'evidenza speculativa più marcata, mentre la presenza di una bolla sarebbe tutta da dimostrare per le restanti materie prime.

Altri strategist, come l'economista di Goldman Sachs James Gutman, sostengono che i cali degli ultimi giorni devono essere considerati come opportunità di acquisto derivanti da normali fluttuazioni di mercato. La chiave per capire il fenomeno risiede nell'andamento della domanda internazionale. La domanda continuerà a crescere solo se i paesi Emergenti continueranno a registrate tassi di crescita economica elevati. Vale a dire che tutto dipende dalle caratteristiche della decelerazione statunitense: se resterà confinata al mercato domestico o se, al contrario, contagerà il resto del globo.

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