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I primi Etf di Commerzbank

Lunedì 8 settembre, Commerzbank Ag ha fatto il suo ingresso nella florida industria degli Etf, lanciando ben 27 nuovi fondi armonizzati sulla Deutsche Boerse sotto il marchio ComStage, facendo forza su tre elementi chiavi: semplicità, costi ed efficienza.

di Mauro Introzzi 24 set 2008 ore 10:13
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a cura di www.etfplus.it



Uno degli obiettivi dichiarati è contrastare la forte crescita di Deutsche Bank in questo comparto, come si legge in un’intervista all’amministratore delegato di Commerzbank, Martin Blessing, riportata dal portale Faz.net. Proponendo degli strumenti che possano essere facilmente compresi ed utilizzati dagli investitori e che offrano un’esposizione ai principali mercati globali con i più bassi costi di gestione. In termini d’efficienza, è stato optato per la capitalizzazione dei dividendi per ciascuno dei 27 Etf, sia per la massima trasparenza sia per la migliore trattazione fiscale che avranno, a partire dal prossimo anno, i residenti in Germania.

Il tema dei costi è particolarmente caro a Commerzbank, come dichiara Thomas Timmermann, amministratore delegato della società che si occupa della gestione dei nuovi Etf, Commerz Derivatives Funds Solutions. “Le spese annue per l’Etf correlato al Dax”, afferma, “sono appena dello 0,12%, lo 0,03% in meno rispetto al corrispondente prodotto db x-trackers”. E in effetti, dalle schede fondo di ComStage, il Ter (Total expense ratio), il costo totale annuo di questo e di altri Etf è spesso anche molto più basso di quello dei competitor. È il caso dell’Etf di liquidità legato al tasso Eonia, che ha un costo di soli 10 punti base, a fronte dei 15 pb del Lyxor Euro Cash e del db x-trackers II Eonia Tr Index Etf, negoziati in Borsa Italiana; ben il 50% in meno. Lo stesso dicasi per l’Etf indicizzato ai Fed Funds, che ComStage propone con lo 0,10% di Ter, rispetto allo 0,15% del pari prodotto di Deutsche Bank, quotato a Piazza Affari. Commerzbank utilizza per i due Etf monetari degli indici proprietari, il ché può contribuire a ridurre le spese del fondo, ma anche Deutsche Bank ha sviluppato i due relativi benchmark e ne cura anche il calcolo quotidiano. Vale dunque la pena negoziare questi nuovi fondi sulla Borsa tedesca, malgrado le superiori commissioni di negoziazione addebitate sull’estero?

Senza dover fare calcoli complicati, la risposta arriva dall'analisi approfondita dei prospetti informativi degli Etf, dove si legge che le spese totali annue del ComStage Etf DaxTr, del ComStage Etf Commerzbank Eonia Index Tr e del ComStage Etf Commerzbank Fed Funds Effective Rate Tr ammontano ad un massimo dello 0,20%, sino al doppio rispetto a quanto pubblicizzato, ad al 50% in più rispetto agli ETF di liquidità di Lyxor e Deutsche Bank. Probabilmente, come purtroppo avviene per poche altre società di gestione europee, alcuni costi sono rimasti fuori dal Ter, perché non direttamente imputabili ad esse, quali la tassa del Lussemburgo ed i costi per la banca depositaria e per la licenza dell’indice.
La guerra dei costi, dunque, sembra già finita, o forse è solo rimandata. Una maggiore omogeneità di calcolo del Ter in questa Europa unita, certo, sarebbe auspicabile.

La restante offerta di Commerzbank è composta da 18 Etf correlati ai sottoindici settoriali (supersectors) europei del Dj Stoxx 600 Tr, da un Etf indicizzato alle 30 azioni dell’Eurozona con il più elevato ritorno da dividendi e da 5 fondi correlati ai seguenti indici di blue chip: il Nikkei 225, il Dj Industrial Average, il Nasdaq-100, il Dj Euro Stoxx 50 Tr ed il Dj Stoxx 600 Tr. Tutti sottostanti che già altri emittenti di Etf hanno proposto sul nostro mercato. [di Marco Ciatto, per Borsa & Finanza]

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