Dollaro in caduta libera?
I mercati cominciano a scontare un ridimensionamento del differenziale di crescita tra Usa ed Europa.
di Rocki Gialanella 12 dic 2006 ore 09:01
Il problema di queste teorie è che nessuna riesce a tener conto dell'insieme di elementi che osserviamo nella realtà. Ipotizziamo che esistano tre macro- regioni nel mondo -Stati Unit- Europa/Giappone e Sud Est asiatico, identificate da due variabili: il tasso di crescita e il ratio attività finanziarie/risparmi. Se tutte le macro- regioni crescessero allo stesso ritmo e potessero far fronte alla domanda derivante dai risparmi domestici, non si verificherebbe alcun tipo di squilibrio globale.
Qual è stata la realtà a partire dalla fine degli anni novanta? Gli Stati Uniti hanno sperimentato una crescita economica rapida e sostenuta, godendo di un mercato molto sviluppato. La crisi asiatica verificatasi alla fine degli anni novanta ha canalizzato i risparmi verso i mercati Usa, innescando una forte pressione al ribasso sui rendimenti offerti dalle obbligazioni a lunga scadenza. In tal modo- ipotizzando una crescita Usa più rapida di quella della macro-area UE/Giappone e una scarsità cronica di veicoli di investimento in Asia- gli Usa possono finanziare in modo indefinito i propri deficit gemelli.
La caduta del dollaro registrata negli ultimi giorni si deve probabilmente ad un cambiamento di aspettative: i mercati cominciano ad assegnare una maggiore probabilità al restringimento del differenziale di crescita Usa/Ue. I prossimi mesi ci diranno se questa tendenza sarà supportata dai dati e se sarà sufficientemente duratura da trascinare il dollaro su livelli ancor più bassi.
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