Disinvestire o no, questo è il problema
In assenza di segnali di un’inversione del trend di crescita dell’economia e delle borse mondiali, seguire il vecchio motto di borsa e liquidare le posizioni a maggio quest’anno potrebbe non essere la migliore delle strategie. E dunque cosa fare dipenderà, più che in altre circostanze, dal vostro specifico profilo di rischio e dalle posizioni in essere nelle varie asset class.
di La redazione di Soldionline 8 mag 2007 ore 11:05
Fattori che paiono aver messo di buon umore investitori e analisti, per cui ormai il bicchiere appare sempre mezzo pieno e le valutazioni, tutto sommato, sostenibili, anche se alcuni singoli titoli iniziano a mostrare, come è tipico delle fasi 'toro' più prolungate, alcuni multipli un poco 'tirati'. Per il momento, dunque, individuare un punto di uscita è cosa ardua, a meno che, come detto, non sopraggiunga qualche 'esogena'. Quali? Fugnoli suggerisce l'eventuale rialzo delle quotazioni petrolifere, o l'arrivo di una nuova pesante stagione di uragani, per ora assolutamente non scontata nelle valutazioni del settore assicurativo. E poi la necessità di 'sgonfiare' periodicamente la bolla della Borsa cinese, che come Wall Street sta continuando a segnare nuovi massimi ma che a differenza del listino di New York presenta multipli elevati ed una qualità degli emittenti quotati non sempre limpidissima, per usare un eufemismo.
Tutti fattori in grado se non di far invertire la rotta ai mercati, quanto meno di portare ad un incremento della volatilità, certo, ma proprio l'incremento della volatilità, unito ad una lettura confusa delle possibili ulteriori mosse delle banche centrali (se non nelle intenzioni quanto meno nella tempistica), rende difficile consigliare con tutta tranquillità di uscire ora dal mercato per aspettare un ribasso 'consistente' che potrebbe non arrivare o durare poche sedute, come già accaduto lo scorso marzo. Col rischio che se non seguite quasi ogni giorno i vostri investimenti una volta usciti potreste dover rientrare a prezzi pari o superiori, finendo col far felice solo il vostro intermediario. E dunque ancora una volta tutto dipenderà dalle dimensioni del vostro patrimonio e dalla sua composizione, oltre che dalla vostra sopportazione del rischio.
Chi finora ha mantenuto il piede premuto sull'acceleratore (cosa che, a giudicare dall'andamento dei fondi comuni italiani non hanno fatto in tanti, visto che pur riducendosi anche in aprile la raccolta netta dei fondi azionari è rimasta negativa) può tranquillamente prendersi una pausa, disinvestendo un 10%-20% della propria componente azionaria, parcheggiando la liquidità in un Bot a tre mesi o, meglio ancora, mantenendosi liquido per poter tornare in caso di 'temporali' estivi. Chi invece ha sofferto per essere uscito a marzo e non aver subito reinvestito i propri capitali può provare, con cautela, ad entrare approfittando di qualche seduta sottotono come probabilmente si registrerà non appena finita la pioggia di trimestrali, finora in buona misura in linea o superiori alle attese e che mostrano come i profitti, nonostante circa 4 anni di crescita ininterrotta, siano migliorati ulteriormente.
E per gli amanti dell'obbligazionario o dei metalli preziosi? Per ora poche novità: la manovra delle banche centrali prosegue come da copione, con lievi rialzi dei tassi in Europa e nei paesi asiatici emergenti, la sostanziale immobilità del Giappone e l'attesa per un eventuale primo rilassamento della politica monetaria della Fed. Cosa che indebolisce il dollaro e fa recuperare terreno a petrolio e preziosi, tra l'altro, anche se a conti fatti per l'investitore in euro non sembra cambiare molto. Anche in questo caso salvo qualche operazione di trading lo scenario non sembra dunque presentare apprezzabili spazi di manovra, quindi meglio mantenersi su titoli a tasso variabile o sul segmento a breve della curva, senza tentare di cavalcare prima del tempo la tematica dei futuri ribassi dei tassi. Oppure conservare qualche 'lingottino' fisico o virtuale che sia, ad esempio tramite Etf, in oro o in argento (più volatile, per gli amanti del trading), senza tuttavia aspettarsi di vederne crescere il valore ai tassi registrati fino allo scorso anno.
Analista finanziario, Amministratore di 6 In Rete Consulting
Chi è Luca Spoldi
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