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Beni di lusso, un investimento da intenditori?

I beni di lusso sono un settore aciclico per eccellenza, dunque ottimo per superare senza eccessivi patemi i periodi di forte volatilità ed andamento tendenzialmente laterale dei mercati borsistici. Eppure, nonostante ottimi bilanci e un’attenzione crescente dei fondi di private equity per i principali protagonisti mondiali, l’offerta di fondi e strumenti finanziari appare ancora limitata.

di La redazione di Soldionline 28 mar 2007 ore 09:23
I beni di lusso sono certamente un settore affascinante, per tanti motivi: secondo l'impostazione macroeconomica neoclassica, ad esempio, sono i soli beni ad avere una curva di domanda inclinata positivamente, ossia a veder crescere le quantità vendute al crescere del prezzo dei beni, quando normalmente un bene riesce ad essere venduto in quantità superiori solo se il suo prezzo diminuisce. Anche, ma non solo, per questo il settore è considerato un 'aciclico' per eccellenza, ossia in grado di proseguire nel suo trend in maniera non direttamente correlata al ciclo economico, il che ne dovrebbe fare un obiettivo d'investimento ideale in tempi di incertezza e rallentamento economico.

E che dopo tre anni e più di ripresa economica almeno negli States si possa registrare quest'anno una frenata non sembra più essere questione di 'se' ma di 'quando' e di 'quanto'. E se l'Europa continua a mostrare buone performance, lasciando sperare in un effettivo 'decoupling' dopo anni di vani tentativi, anche in Giappone e in Asia occorrerà capire se e quanto la ripresa potrà continuare o non si assisterà invece ad un anno di assestamento, complice il probabile recupero delle quotazioni dello yen e forse di altre valute dell'area nei confronti del dollaro, prima che il ciclo economico negli Usa riacquisti vigore favorendo nuovamente le esportazioni, da sempre volano delle economie della regione.

Ciò nonostante i beni di lusso non sembrano destinati a brillare troppo rapidamente in Borsa, almeno per quanto riguarda le quotazioni dei principali gruppi della gioielleria (perché il discorso cambia se consideriamo prodotti di design o imbarcazioni di lusso): Bulgari, dopo aver annunciato risultati 2006 che hanno visto il fatturato salire a 1.010,4 milioni di euro (+12,0% a cambi comparabili), il Margine di contribuzione a 649,1 milioni (+8,7%), l'utile operativo a 155,9 milioni (+9,2%) e l'utile netto a 134,3 milioni (+15,3%), ha perso terreno anche se poi ieri ha recuperato lo scivolone. Da inizio anno mostra un rialzo di circa due punti percentuali battendo così l'indice S&P/Mib, tornato ai valori di inizio anno, mentre sui dodici mesi entrambi guadagnano circa il 9%.

Se la performance del gruppo romano vi sembra opaca non è migliore quella di Tiffany, il celeberrimo gruppo statunitense, che nel IV trimestre dell'esercizio appena concluso ha segnato un utile di 140,5 milioni di dollari (1,02 dollari per azione), in linea con il dato di dodici mesi prima, a fronte di vendite salite del 5% circa a 986,4 milioni di dollari (+8% le vendite dei soli negozi aperti da almeno 12 mesi). In calo subito dopo i dati, alla fine della seduta di lunedì 26 marzo il titolo ha chiuso pressoché invariato a 45,63 dollari per azione. Nel caso di Tiffany la performance è positiva del 6% circa da inizio anno, del 16,5% sugli ultimi dodici mesi, mentre l'S&P500 da inizio 2007 guadagna l'1,35% e sui dodici mesi il 10,2%.

In entrambi i casi, dunque, le attese degli analisti e degli investitori sembrerebbero essere andate almeno in parte deluse da dati positivi ma non eccezionali. Eppure il management di entrambi i gruppi si è detto molto fiducioso anche dei risultati che potranno essere ottenuti nel corso del 2007, a differenza delle previsioni formulate da un numero crescente di grandi corporation, in particolare quelle statunitensi. Dunque puntare sui migliori nomi del settore del lusso, dopo un'attenta analisi delle performance e della corrispondenza tra le stime formulate dalla singola azienda rispetto al consensus di mercato, potrebbe essere una strategia interessante per migliorare la qualità del vostro portafoglio azionario alla vigilia di un periodo che sembrerebbe destinato a mostrare un andamento irregolare con volatilità in crescita e una tendenza di fondo positiva che però potrebbe manifestarsi più con un andamento laterale moderatamente crescente che non con un'ulteriore rapida impennata delle quotazioni, ora che lo scoperto pare essere stato in buona misura riassorbito.

Potreste anche cercare tra i tanti fondi comuni od Etf quello che più fa al caso vostro: tra i prodotti italiani possiamo citare il fondo azionario 'altra classificazione' di Sgam Fund Sicav, Equities Luxury & Lifestyle, oppure i fondi azionari 'beni di consumo' di Pictet Funds, Premium Brands, o di ING Invest Sicav, Prestige & Lux, mentre dal 2005 non esiste più F&F Select Fashion, confluito in F&F Gestione Internazionale (che ha poi cambiato la denominazione in DWS Internazionale LC ed è ora un fondo azionario internazionale senza particolare specializzazione a livello settoriale). La sensazione è tuttavia che nello sforzo di inseguire 'l'ultima moda' in fatto di investimenti, molti uffici marketing dei principali asset manager internazionali tendano ormai a privilegiare solo alcuni settori (l'high-tech o i beni di consumo, per fare un esempio) trascurandone altri come i beni di lusso.

Che dunque restano, anche nel campo del risparmio gestito, un'eccezione alla regola, come già a livello di teoria macroeconomica. Peccato, perchè il crescente interesse degli operatori del private equity per i migliori marchi del settore potrebbe fornire interessanti occasioni di investimento per chi saprà puntare sui titoli migliori, come dimostra, per restare a Piazza Affari, non solo il clamoroso successo ottenuto al debutto da Poltrona Frau (che in questi giorni oscilla attorno a 2,75-2,8 euro, contro i 2,10 del collocamento) ma anche il mancato ritorno in Borsa di Ferretti, che rimarrà ancora per qualche anno saldamente in mano alle 'cavallette', nonché il preannunciato successo dell'Ipo di Aicon, apertasi solo ieri ma che secondo indiscrezioni avrebbe già nel corso della prima giornata registrato il tutto esaurito con numerosi ordini da parte di investitori esteri.

Analista finanziario, Amministratore di 6 In Rete Consulting
Chi è Luca Spoldi

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