Tangobond e bond greci: similitudini e differenze
di Mauro Introzzi 30 apr 2010 ore 10:33 Le news sul tuo SmartphoneI bond argentini rimasti privi di valore in mano ai risparmiatori italiani ammontano a 14 miliardi di euro. I titoli di Stato Greci in possesso degli italiani, fondi pensione compresi, hanno un valore complessivo di 20 miliardi di euro. Perché non se ne parla ?
Certo l'Argentina era messa peggio della Grecia, specie perché non faceva parte dell'area Euro, ma quanti italiani possono dirsi certi che nei loro fondi pensione, oppure nei propri fondi assicurativi o ancora nel "risparmio gestito" affidato alla propria banca non compaiano titoli di stato, azioni od obbligazioni emesse nel paese ellenico e piazzate sul mercato italiano ?
Aprite il rubinetto di un lavandino e l'acqua scenderà attraverso il tubo senza problemi. Ripetete l'operazione ma ostruite lo scarico riducendone di un quinto la portata e magari facendo scorrere un quantitativo di acqua ancor maggiore rispetto a prima. Il risultato? il liquido farà più fatica a scendere e potrebbe anche traboccare.
A volte anche “l'idraulica” dei mercati finanziari sa essere spietata. Il caso della Grecia è un esempio lampante: l'ammontare dei titoli di Stato di Atene presente sul mercato è limitato, circa 280 miliardi di euro (meno di un quinto dei 1.485 miliardi di euro di BoT, BTp e CTz in circolazione).
Questo significa che se una gran quantità di operatori si riversa sul mercato per vendere le obbligazioni elleniche si può verificare il più classico degli ingorghi. Volendo utilizzare un linguaggio più strettamente finanziario, il fenomeno si traduce in un allargamento dei differenziali fra prezzo di vendita e di acquisto e in definitiva in un'oscillazione ben più marcata di prezzi e rendimenti dei titoli.
Nelle ultime settimane si è potuto notare un sensibile aumento degli scambi sui bond greci, almeno sui mercati regolamentati. Le statistiche di Atene, parlano di volumi quasi raddoppiati a marzo: 34,61 miliardi contro i 18,86 miliardi di febbraio e i 16,24 miliardi di un anno prima.
Certo, in passato gli scambi su questo mercato erano stati perfino più elevati, ma erano tempi in cui la situazione del debito di Atene non appariva fuori controllo, né si parlava di default. E la tensione di questi giorni si misura anche con il fatto che – sempre secondo i dati rilasciati dalla Banca di Grecia – dei 6.785 ordini eseguiti in marzo, il 56,2% siano stati in vendita e soltanto il 43,8% in acquisto.
Sul corrispondente mercato di casa nostra, quell'Mts Italia disciplinato dal ministero dell'Economia sotto la supervisione della Banca d'Italia e della Consob, a marzo sono stati trattati titoli del Tesoro per 89,64 miliardi di euro. Volendo fare le debite proporzioni, il rapporto uno a 5 sull'ammontare di titoli esistenti in Grecia e Italia si riduce quindi a poco meno di uno a 3 quando si considerano gli scambi: un altro segnale dell'ingorgo che ha contribuito a rendere più acuta la crisi dei titoli di Atene.
E allora: un po' di prudenza non guasta. AssoConsumatorItalia suggerisce ai risparmiatori di far analizzare il proprio "portafoglio", per eventuali interventi riparatori necessari e mette a disposizione le proprie sedi per una consulenza in materia. Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.
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