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Segnali di miglioramento in Europa

“Segni di miglioramento nei dati economici dei mercati sviluppati, soprattutto nel Regno Unito e in Europa, nel terzo trimestre, contro un lieve indebolimento dell’attività economica statunitense”

di Redazione Soldionline 22 ott 2013 ore 14:18
Articolo a cura di Invesco Greenwood

“Segni di miglioramento nei dati economici dei mercati sviluppati, soprattutto nel Regno Unito e in Europa, nel terzo trimestre, contro un lieve indebolimento dell’attività economica statunitense”, evidenzia John Greenwood, Capo economista di Invesco, nel suo Outlook trimestrale.

“Guardando al futuro, si rilevano due importanti note positive: un livello di inflazione persistentemente ridotto (soprattutto nei Paesi sviluppati) e una fase di ripresa economica più lunga del solito: tali fattori sono imputabili da un lato al risanamento patrimoniale che implica una crescita di massa monetaria e credito più lenta del normale e dall’altro alla presenza di capacità in eccesso per diversi anni a fronte di un tasso di crescita inferiore alla media”.

“Tuttavia”, prosegue Greenwood, “nell’Eurozona le prospettive di ulteriori progressi nel 2013 e nel 2014 dipendono principalmente dal miglioramento dei dati sulle esportazioni, vista la mancata disponibilità degli strumenti politici normalmente utilizzati per innescare una ripresa, come ad esempio aumento più rapido di massa monetaria e credito, incentivi fiscali o svalutazione valutaria. Con la fine della recessione e l’inflazione stabilmente sotto il target, la Bce ha mantenuto invariato i propri tassi di interesse nel terzo trimestre, impegnandosi a conservarli ai livelli attuali o più bassi per un prolungato periodo di tempo e fornendo per la prima volta una ‘forward guidance’ dei tassi di interesse. Tale fattore consentirà ai mercati di essere ottimisti sul mantenimento di una situazione monetaria favorevole e sulla crescita dell’economia globale che si sta gradualmente risollevando e che potrebbe durare anche un decennio, come accaduto negli anni Novanta. In tal caso, una continua crescita del Pil potrebbe determinare una crescita moderata degli utili per diversi anni e ciò a sua volta potrebbe favorire l’andamento dei mercati azionari”.

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