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Rassegna stampa economico-finanziaria del 28 ottobre 2019

di Mauro Introzzi 28 ott 2019 ore 06:58 Le news sul tuo Smartphone

Bio-ON, continuità aziendale a rischio: buco nella liquidità (Il Sole24Ore)

Il quotidiano economico mette ancora sotto la lente Bio-ON. Il gruppo delle bioplastiche, i cui vertici sono stati travolti da una bufera finanziaria con le accuse di false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato, sarebbe a rischio continuità aziendale: tra il 2017 e il 2018 è stata bruciata cassa per 46,7 milioni. Sulla società bolognese si affaccia quindi “il rischio di un fallimento, con conseguente apertura di un procedimento per bancarotta”.

Secondo quanto riporta Il Sole24Ore, “carte societarie alla mano i problemi sembrano nascere da lontano. Dal 2014 al 2017 la società risulta aver bruciato regolarmente liquidità. A mancare sono i flussi in entrata”.

Secondo il quotidiano economico un altro capitolo “riguarda il bilancio 2018, in cui sono riportate una serie di operazioni su cui gli inquirenti esprimono perplessità”. Il Sole24Ore cita le cessioni di licenze per complessivi 16 milioni (di ricavi e crediti) con Aldia spa e Liphe spa, “che secondo i riscontri sarebbero fittizie”.

 

Mediobanca, il piano di Del Vecchio (MF)

Il settimanale finanziario mette sotto la lente Mediobanca e la posizione della Delfin di Del Vecchio, azionista di Piazzetta Cuccia con una quota (ufficialmente) vicina al 7%. Il fondatore di Luxottica - secondo quanto riporta Milano Finanza - “avrebbe già definito un piano che passa attraverso un consistente incremento della partecipazione. Già ora la quota viene accreditata molto vicina al 10% e Delfin sarebbe pronta a superare questa soglia, previa autorizzazione della Vigilanza”. Il nulla osta per incrementare ancora la quota arriverebbe entro fine anno, “consentendo così al nuovo azionista di marciare speditamente verso il 20%”.

La salita potrebbe avvenire acquistando azioni sul mercato, vista la liquidità di Mediobanca, Ma sul tavolo c'è un'altra ipotesi: rilevare la quota di un azionista intenzionato a monetizzare. Come Unicredit, indica il settimanale finanziario.

 

Credito: Sondrio e le altre partite aperte (L'Economia - Corriere della Sera)

L'inserto settimanale del Corriere della Sera ha messo sotto la lente il comparto del credito. Le prime 8 banche di casa nostra hanno realizzato nei primi 6 mesi del 2019 utili netti per 6,55 miliardi di euro. Buona parte di essi, però, sono stati prodotti da IntesaSanpaolo e Unicredit. Le prime 2 banche hanno registrato profitti per 5,5 miliardi, con le altre sei che - quindi - hanno contribuito per soli 1,04 miliardi.

Secondo L'Economia questa sproporzione evidente è determinata, in parte, anche dalle dimensioni aziendali. Quindi sarebbe opportuno "non cullarsi nell'idea che il peggio sia alle spalle".

Un caso evidente sarebbe quello della Popolare di Sondrio: la Banca Centrale Europea ha bocciato il progetto di fusione tra l'istituto e la Cassa di Risparmio di Cento: secondo Francoforte prima di fare shopping la banca sondriese deve fare pulizia di bilancio dei 3,93 miliardi di euro di npl che appesantiscono l'attivo.

Ma quello della Popolare di Sondrio non è l'unico fronte aperto: Monte dei Paschi di Siena, Banca Carige e la Popolare di Bari sono altri dossier caldi.

 

Bitcoin, sbarco a Wall Street (Affari & Finanza - La Repubblica)

L’inserto settimanale del quotidiano La Repubblica celebra lo sbarco, alla borsa di New York, del primo contratto future basato sul bitcoin. Dalla fine di settembre è possibile scambiare il derivato sulla criptovaluta esattamente come succede per oro e petrolio.

Secondo Affari & Finanza è ancora difficile capire se un giorno la moneta virtuale creata da Satoshi Nakamoto diventerà davvero di uso comune. Tuttavia è evidente che dal 2008 abbia fatto parecchia strada. E che la blockchain, la tecnologia su cui si basa bitcoin, stia trovando sempre maggior uso nei settori più disparati e “promette di diventare tra le più grandi innovazioni degli ultimi anni”.

La scelta del Nyse potrebbe presto essere seguita dal Cme di Chicago, l’altra grande piazza americana di scambio dei future.

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