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Rassegna stampa economico finanziaria del 12 settembre 2019

di Mauro Introzzi 12 set 2019 ore 06:02 Le news sul tuo Smartphone

Le banche scrivono a Draghi: serve lo sconto sui tassi negativi (Il Sole24Ore)

Il quotidiano economico riprende la proposta formulata dall'Associazione Bancaria Italiana nei confronti della Banca Centrale Europea e, in particolare, del presidente Mario Draghi. In una missiva indirizzata anche al governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, gli istituti di casa nostra sarebbero allarmati dalla prospettiva che la Bce abbassi ulteriormente - nella riunione del board di oggi - il livello dei tassi di interesse e quella remunerazione sui depositi che già viaggia a -0,40%.

Le banche di casa nostra chiedono, secondo quanto riporta Il Sole24Ore, "una politica monetaria altamente accomodante, ma che la tempo stesso sia accompagnata da misure che ne mitighino gli effetti negativi sulla redditività delle banche, quali, ad esempio, un sistema a più livelli per la remunerazione delle riserve detenute presso la Banca Centrale". L'associazione riconosce comunque "che le scelte adottate dalla Bce hanno consentito di salvaguardare l’integrità dell’euro, di mitigare gli impatti della crisi sull’economia europea, sulle imprese e sulle famiglie e, conseguentemente, di avere effetti anche per le banche".

 

Carige, niente sconti a Malacalza (MF)

Il quotidiano finanziario fa il punto della situazione in seno all'azionariato di Banca Carige quando manca una settimana circa all'assemblea (del 20 settembre prossimo) chiamata a decidere sul futuro dell'istituto. Il primo azionista dell'istituto con una quota di circa il 27% del capitale, la Malacalza Investimenti, non si è ancora formalmente espresso sul piano. A MF risulta che nelle ultime settimane la famiglia degli investitori piacentini avrebbe inviato "diverse missive ai commissari e altre controparti coinvolte nel salvataggio chiedendo informazioni sull'operazione e soprattutto sollevando il problema del suo forte effetto diluitivo". La ricapitalizzazione da 700 milioni, nell'ambito di un piano da 900 milioni, ridurrebbe infatti la partecipazione dei Malacalza fino al 2% per lasciare spazio ai nuovi investitori a partire da Cassa Centrale Banca.

MF scrive però che, ad oggi, "né i commissari della banca, né gli altri investitori sembrano disposti a rimettere mano al piano di salvataggio".

 

La battaglia delle Borse, Hong Kong vuole Londra (Corriere della Sera)

Nella giornata di ieri la Borsa di Hong Kong ha lanciato, a sorpresa, un’offerta di acquisto per il London Stock Exchange. La notizia, ripresa dal Corriere della Sera, interessa anche Piazza Affari, visto che la borsa di casa nostra è controllata dalla piazza londinese insieme alla piattaforma del mercato dei titoli di Stato, Mts, e MonteTitoli.

Il quotidiano evidenzia come la proposta preliminare di acquisto e scambio valuti la società londinese 32 miliardi di sterline (al cambio attuale 36 miliardi di euro o 39,5 miliardi di dollari). Un bel premio rispetto alle valutazioni attuali: il titolo del Lse è quotato e capitalizza circa 24 miliardi di sterline.

Dalla fusione tra Hong Kong e Londra nascerebbe un colosso globale per gli Eurodollari e per il Renminbi, che controllerebbe anche il primo mercato per i prodotti di reddito fisso e valuta.

 

Telecom, nuovo ribaltone. In uscita il presidente Conti verso l’interim a Gubitosi (La Repubblica)

Il quotidiano scrive che sarebbero partite, nelle scorse ore, le convocazioni per un nuovo consiglio amministrazione di Telecom Italia. L'ordine del giorno di questa nuova riunione del board non sarebbe ancora stato definito, ma i rumors parlano di un'intenzione di discutere i temi di governance. La Repubblica indica che "Fulvio Conti, presidente della società dal marzo 2018 e inviso al socio Vivendi (23,9% del capitale) sarebbe pronto a fare un passo indietro e rimettere le sue deleghe". In assenza di un sostituto, l’orientamento di massima del consiglio sarebbe affidare ad interim i poteri del presidente in mano all’amministratore delegato Luigi Gubitosi.

Questa riforma della governance potrebbe aprire il fianco anche a nuove operazioni sul capitale. Secondo il quotidiano potrebbe infatti tornare d'attualità l’ipotesi di convertire le risparmio in ordinarie. Una mossa "che tutto il mercato chiede da tempo e che nel dicembre del 2015 era stata approvata dal cda guidato da Marco Patuano e bocciata in assemblea a causa dell’astensione di Vivendi".

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