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QE Bce: le reazioni degli addetti ai lavori

L’annuncio dell’avvio di un sostanzioso programma di quantitative easing, il primo nella storia della Banca Centrale Europea, è un evento campale. Ecco le reazioni degli addetti ai lavori

di Mauro Introzzi 23 gen 2015 ore 12:27

L’annuncio dell’avvio di un sostanzioso programma di quantitative easing, il primo nella storia della Banca Centrale Europea, è un evento campale, soprattutto per gli effetti che questa manovra avrà sugli equilibri internazionali.

QE: COSA HA DECISO LA BCE
L’istituto di Mario Draghi ha comunicato che estenderà gli attuali programmi di acquisti di ABS e Covered Bond ai Bonds governativi procedendo al ritmo di 60 miliardi di euro al mese. Questo alleggerimento quantitativo inizierà a marzo prossimo e terminerà a settembre 2016. Il termine è solo indicativo perché gli acquisti continueranno comunque finché non si noterà un sostenuto ripristino del tasso di inflazione verso il target del 2% fissato per statuto dalla Banca Centrale Europea.
bce2_2Le operazioni avverranno in proporzione alle partecipazioni delle singole banche centrali nazionali alla Banca Centrale Europa (ciò significa che per l’Italia potrebbero essere acquistati fino a 7,5 miliardi al mese fino a un totale di 143 miliardi, cioè il 6,8% dell’attuale debito pubblico) e per ogni emittente è previsto un limite del 33% dei titoli emessi, mentre per ogni emissione c’è un tetto del 25%.
I titoli oggetti della manovra dovranno essere almeno degli investment grade a meno che i loro emittenti non abbiano un programma di salvataggio in corso: in tal modo non sono esclusi i bond di Grecia, Portogallo e Cipro.
Sulla divisione dei rischi l’istituto ha comunicato che, per quanto riguarda i titoli pubblici, il 20% rimarrà in capo a lei mentre il resto sarà di pertinenza delle singole banche centrali nazionali.

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QE: COME HA DECISO LA BCE
Grande sensazione ha poi suscitato il racconto del come è stato deliberato il quantitative easing. Durante la sua conferenza stampa Mario Draghi ha comunicato che all’interno del consesso c’era l’assoluta unanimità nel ritenere che un azione fosse necessaria. L’idea di agire immediatamente, invece, era a tale maggioranza da non richiedere nemmeno una votazione ufficiale.



QE: LE REAZIONI DEGLI ANALISTI (MEDIAMENTE POSITIVE)
Tutti gli analisti e i gestori sono concordi nel valutare positivamente la mossa della Banca Centrale Europea, soprattutto nell’entità (più di 1,1 mila miliardi di euro nel complesso). Gli esperti di Credit Suisse, per esempio, parlano di ”a larger program than expected...” (un programma più ampio di quanto si prevedesse).

Gli esperti evidenziano quanto sarà possibile comprare per paese:

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E come crescerà il bilancio BCE:

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Grande considerazione l’ha avuta anche la durata dell’operazione. Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners sgr, evidenzia come:

L'effettiva durata viene legata al raggiungimento degli obiettivi di politica monetaria, il che apre alla possibilità che gli acquisti proseguano se questi non vengono raggiunti in maniera soddisfacente.

Molti sono i commenti entusiastici per l’operato di Draghi e la Bce. Mauro Vittorangeli, CIO Conviction Fixed Income di AllianzGI, ha evidenziato come:

Quello di oggi è un momento storico di svolta per i mercati europei e uno step fondamentale nel processo di ulteriore integrazione. Tutti gli occhi erano puntati su Mario Draghi e lui ha risposto con un “bazooka” maggiore di quanto gli investitori attendevano. Questo soddisferà i mercati per il momento e dovrebbe spingere verso un’ulteriore compressione degli spread e indebolimento dell’Euro. L’orizzonte minimo di 18 mesi per il programma saprà inoltre convincere i mercati circa la determinazione della BCE nel voler risolvere i problemi che attanagliano l’Euro zona. Come la FED in precedenza, la BCE ha oggi dimostrato di essere in grado di gestire importanti sfide per i mercati.

Non mancano però commenti che evidenziano anche dei punti meno positivi. Secondo Paolo Guida, Vice Presidente di AIAF- Associazione Italiana degli Analisti e Consulenti Finanziari, questo quantitative easing è stato pensato “con il bilancino” e ha “il sapore di un delicato esercizio di equilibrismo”:

A fronte di una sorpresa positiva rappresentata dall’entità degli acquisti mensili, pari a 60 miliardi di euro e superiori alle attese di mercato di 50 miliardi di euro, spicca la sorpresa negativa della “decentralizzazione dei rischi”, nella misura dell’80% del totale dei nuovi acquisti. In sostanza il rischio riguardante l’acquisto di titoli di Stato sarà in massima parte in capo alla specifica banca centrale del Paese i cui titoli sono stati acquistati. A giudizio del Presidente Draghi le implicazioni di tale decisione riguardante la condivisione dei rischi non sono significative, ma una certa delusione del mercato è comprensibile.

Ma su questo aspetto, quello della condivisione del rischio Olivier Arpin, economista di Union Bancaire Privée – UBP, fa notare come:

Per quanto riguarda invece gli elementi di delusione, la condivisione del rischio sarà solo parziale (pari al 20%), ma il calo dei tassi di interesse di lungo periodo dei Paesi periferici registrato dopo la conferenza stampa di Draghi sembra dimostrare che questo non è un problema per i mercati, almeno al momento.

Per alcuni, invece, la manovra non è poi così roboante. Secondo Vincenzo Longo, Market Strategist di IG:

Il nuovo piano di QE, tanto atteso da mesi, alla fine sembra aver entusiasmato gli operatori solo per l’importo massiccio. I mercati sembrano aver apprezzato inizialmente l’importo monstre, che non era del tutto scontato dai mercati. La bassa condivisione del rischio della Bce ha lasciato un po’ di amaro in bocca e sembra essere il frutto del compromesso con la Bundesbank. Con la manovra di oggi la BCE ha confermato di essere una Banca poco centrale. Sebbene avere in bilancio i titoli di Stato del proprio Paese rimanga un rischio che si concretizza per le Banche centrali solo nell’ipotesi di default del Paese stesso (circostanza remota), l’elemento negativo è rappresentato dalla perdita di credibilità di una Banca centrale, dato che scarica la responsabilità delle proprie decisioni sui singoli Paesi. E allora da cosa deriva la buona reazione delle borse? Beh, crediamo che una buona parte della liquidità che arriverà alle banche sarà dirottata sui mercati finanziari, mentre la decisione di allineare il tasso delle TLTRO a quello delle operazioni di rifinanziamento principale avrà impatto sull’economia reale.

Ampio spazio anche agli effetti di questa manovra. Paras Anand, Responsabile per l'azionario europeo di Fidelity Worldwide Investment, ha indicato che:

A mio giudizio la strategia della Bce presenta dei punti deboli e altrettanti possibili vantaggi. A seguito dell'annuncio di oggi, la buona notizia per gli investitori europei è che, a prescindere da questo importante evento macroeconomico, i corsi azionari nella regione sono trainati in primo luogo da fattori aziendali specifici piuttosto che da variazioni delle condizioni di mercato o top-down. La storia ci ha però insegnato che le aziende europee sono uscite da ogni recessione sostanzialmente rafforzate, con una maggiore attenzione alla creazione di valore a lungo termine per gli azionisti e una capacità superiore di trainare la crescita economica. Questo è ciò che più di ogni altro fattore distingue il quadro europeo attuale dalla situazione storica del Giappone.

Anthony Doyle, Investment Director Retail Fixed Interest, M&G Investments, punta invece su alcune categorie di bond:

Crediamo che nel breve periodo il programma di QE potrebbe far scendere i rendimenti dei titoli di Stato europei, e ciò significa che gli investitori guarderanno sempre di più ad opportunità di investimento con più alti rendimenti. Di conseguenza, i bond investment grade e high yield dovrebbero beneficiare dell’annuncio di oggi. In aggiunta, l’euro vedrà probabilmente una maggiore pressione in quanto gli investitori europei punteranno ad investire a livello globale alla ricerca di rendimenti positivi. Nel più lungo termine, riteniamo che i rendimenti dei titoli di Stato aumenteranno nel momento in cui le misure di oggi cominceranno ad avere un impatto positivo sull'inflazione. Ci aspettiamo di vedere un miglioramento nella capacità di accesso al credito delle imprese non finanziarie e delle famiglie europee, che dovrebbe generare un aumento della domanda. Inoltre, un indebolimento dell'euro potrebbe aumentare i prezzi delle importazioni e quindi l'inflazione. Potrebbe anche incrementare le esportazioni e quindi l’attività economica. Con maggiori prospettive di inflazione e di crescita, i titoli di Stato europei finiranno probabilmente sotto pressione.

Per Wouter Sturkenboom, Investment Strategist di Russell Investments, saranno tutti gli asset europei ad essere favoriti:

Per gli asset finanziari della zona euro, questa operazione rappresenta l’equivalente di un sottile strato di glassa su una torta già gustosa. Ci aspettiamo, infatti, un positivo impatto sull’azionario europeo, sul credito e sulle obbligazioni periferiche, unito a un calo dell’euro.

Secondo John Greenwood, Capo economista globale di Invesco, la Bce ha invece gettato le basi per la ripresa economica europea:

Questo programma è indiscutibilmente un grande passo avanti rispetto alle manovre adottate finora dal Concilio Governativo della Bce. Ci vorrà del tempo prima che si possano iniziare a vedere gli effetti positivi di questo programma nell’economia reale, ma nel giro di un anno o poco più dovremmo assistere ad una ripresa, ipotizzando che l’aggregato monetario cresca ai tassi che abbiamo stimato. In seguito, vi potrebbe essere anche una graduale crescita dell’inflazione rispetto all’attuale deflazione.

Queste indicazioni di Greenwood si basano però sul presupposto che:

(i) non vi siano dispersioni ad esempio dovute alla continua riduzione del bilancio o agli aumenti di capitale delle banche dell’Eurozona, (ii) che la BCE non acquisti obbligazioni a tranche mensili di 60 miliardi di euro dalle banche e che (ii) le banche continuino a concedere prestiti agli attuali tassi.

In generale, comunque, tutti sembrano concordare con quanto ha dichiarato da Draghi sulla necessita delle riforme da parte dei vari Paesi. Bill Street, responsabile investmenti EMEA di State Street Global Advisors, scrive che:

È fondamentale che i governi nazionali agiscano con forze simili e svolgano il loro ruolo nel fare tutto il possibile per aiutare l'Europa. Draghi ha costantemente evidenziato che la politica monetaria da sola non può andare lontano. Ha bisogno di essere accompagnata da riforme strutturali e dalla liberalizzazione del mercato del lavoro in tutta Europa per essere un vero successo. La pazienza nei confronti di chi si attarda nel processo di riforma sta scemando.
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