"Prospettive positive per i tecnologici"
SoldiOnline.it ha intervistato Stuart O'Gorman, gestore del Fondo Henderson Horizon Global Tech, che ha tracciato un quadro sulle prospettive del settore tecnologico
di Edoardo Fagnani 11 mar 2010 ore 11:29
Lo scorso 5 marzo Stuart O'Gorman, gestore del Fondo Henderson Horizon Global Technology, ha incontrato a Milano la comunità finaniziaria. Il gestore ha tracciato una breve presentazione del fondo ed è stato a disposizione di chi volesse approfondire l'attività. SoldiOnline.it ha posto alcune domande Stuart O'Gorman, che ha tracciato un quadro sullo scenario e sulle prospettive del settore tecnologico a livello internazionale.
SoldiOnline: Dal suo punto di vista come si è comportato il settore tecnologico in questo contesto di crisi di mercato, soprattutto se paragonato ad altri comparti?
Stuart O'Gorman: Dall’inizio della recessione ad oggi, i titoli del settore tecnologico hanno registrato performance superiori a quelle del resto del mercato. Il settore ha dimostrato di avere migliori capacità di ripresa rispetto a quanto molti avevano previsto ed è inoltre ben posizionato per beneficiare della ripresa economica.
Le ragioni risiedono nel fatto che il settore tecnologico è praticamente l’unico ad avere già vissuto una grave crisi nella storia recente. Lo scoppio della bolla di Internet nel 2000 ha dato vita ad un settore in grado di riprendersi più facilmente. L’implosione della bolla ha eliminato i modelli aziendali e di gestione deboli, lasciando dietro di sé un settore in generale più conservativo in termini di leve di bilancio, gestione delle scorte e previsione della domanda. Inoltre, il settore si è maggiormente concentrato sulle commesse pluriennali e sui contratti a lungo termine rispetto alla fine degli anni 90, trasferendo il rischio economico sui clienti.
La domanda di prodotti tecnologici è stata probabilmente limitata già prima della crisi finanziaria. Dallo scoppio della bolla di Internet, la spesa per i cap-ex legati alla tecnologia è stata inferiore al trend storico, con un focus primario sulle spese di mantenimento e su progetti capaci di generare ritorni veloci e dimostrabili. Pertanto, tagli significativi alla spesa per i prodotti Tech erano già più difficili.
Nonostante la crisi economica abbia certamente avuto conseguenze significative sulla domanda, i risultati sono stati meno negativi del previsto. Inoltre, con il procedere della ripresa economica, riteniamo che una significativa domanda latente ritornerà sul settore, che sembra essere valutato correttamente su base relativa. Infine, se consideriamo i bilanci attraenti e la significativa generazione di cash flow attuale, crediamo che il settore tecnologico sia molto più trainante rispetto ad altri settori.
SoldiOnline: Negli ultimi cinque anni il fondo Henderson Horizon Global Technology Fund da Lei gestito ha registrato una performance media annua del 5%. Ritiene che questo tasso di crescita possa essere sostenibile anche nei prossimi esercizi?
Stuart O'Gorman: Sebbene la media sia stata del 5% per annum, è da sottolineare che si è registrata una significativa volatilità anno su anno. Fare qualsiasi tipo di proiezione definitiva sui ritorni azionari non è possibile, a nostro parere, dal momento che i ritorni di mercato dipendono da un gran numero di variabili e da una serie di fattori al momento non prevedibili.
Tuttavia, considerando le interessanti valutazioni di settore relative e assolute e considerando le competenze che abbiamo sviluppato all’interno del nostro team, crediamo che il profilo rischio-rendimento sia favorevole. Siamo inoltre convinti che il nostro fondo possa registrare delle ottime performance nel lungo periodo.
SoldiOnline: La composizione geografica del fondo evidenzia un’esposizione preponderante sugli Stati Uniti (76,3% del capitale gestito), mentre il peso degli altri paesi è limitato. Ad esempio le aziende cinesi rappresentano solo il 4% del portafoglio. Ritiene che le differenti aree siano correttamente pesate oppure nei prossimi trimestri ci sarà un ribilanciamento?
Stuart O'Gorman: Gli Stati Uniti, in particolare la Silicon Valley, sono la patria di molte delle principali società del settore tecnologico e sono la culla dell’innovazione in questo settore. Per questo, crediamo che gli Stati Uniti continueranno probabilmente a rappresentare una larga percentuale del portafoglio del fondo nei prossimi anni. Tuttavia, l’allocazione geografica dipende principalmente dal nostro approccio di tipo bottom-up – ciò significa che identificheremo le opportunità di investimento più interessanti indipendentemente dalla posizione geografica. Considerando il nostro storico successo negli investimenti in Cina, è possibile che nel futuro sceglieremo di investire maggiormente in questa area nei prossimi anni – se si presenteranno occasioni growth interessanti.
SoldiOnline: Le aziende europee sono praticamente assenti dal portafoglio. Vuol dire che il settore tecnologico in Europa ricopre un peso marginale nel panorama internazionale del comparto? Non c’è proprio nessuna azienda tecnologica europea su cui “scommettere” nei prossimi trimestri?
Stuart O'Gorman: A nostro parere, l’Europa tende ad investire in misura minore in tecnologia, sia rispetto agli Stati Uniti e sia rispetto ad altre aree geografiche. Per esempio, all’interno del settore Internet (su cui siamo fortemente sovrappesati) i siti leader di ricerca ed e-commerce sono generalmente società americane (per esempio Google, Yahoo e Amazon). Tuttavia, stiamo identificando un certo numero di società Tech molto interessanti anche in Europa, come per esempio la britannica Autonomy, leader mondiale per le infrastrutture software, la svizzera Temenos, specializzata in software bancari e la britannica Rightmove – indiscussa leader nel settore nel marketing immobiliare nel mercato UK.
SoldiOnline: A livello di segmento di mercato la composizione del portafoglio è più equilibrata, con una quota simile tra “Hardware” (41,3%) e “Software” (38,8%), mentre il peso dei semiconduttori è limitato al 16,5%. Ritiene che questa composizione possa subire modifiche nei prossimi trimestri?
Stuart O'Gorman: Come detto, la scelta dei settori (come per le aree geografiche) dipende in larga misura dal nostro approccio bottom up. Al momento identifichiamo meno valutazioni interessanti e meno opportunità growth all’interno del settore dei semiconduttori rispetto ad altri settori, ma questa situazione potrà nel tempo modificarsi.
SoldiOnline: Apple, Cisco Systems, Microsoft, Google e IBM sono le società su cui il vostro fondo è maggiormente pesato. Ritiene che nei prossimi esercizi qualche azienda tecnologica, in particolare nei paesi con i maggiori tassi di sviluppo possa prendere il loro posto? Mi riferisco, ad esempio alla cinese Baidu.com…
Stuart O'Gorman: Dipenderà dalle opportunità. Attualmente i titoli large cap menzionati sopra offrono un rapporto rischio/rendimento molto interessante (che è poi la ragione alla base della nostra scelta). Questo fondo è costruito su una base “index aware”, quindi nel caso in cui sia Google sia Baidu offriranno opportunità ugualmente interessanti, allora Google avrà un peso maggiore nel nostro portafoglio rispetto a Baidu - considerata la sua considerevole importanza all’interno dell’indice. Tuttavia, siamo entusiasti delle performance di Baidu e manteniamo una posizione overweight. Abbiamo inoltre posizioni significative in Tencent e in CTrip – altri due interessanti portali cinesi.
Stuart O’Gorman, Henderson Global Investors - Gestore del fondo Henderson Horizon Global Technology Fund
In Henderson Global Investors dal 2000, Stuart O’Gorman è Director of Technology Investment dal 2001. O’Gorman è Fund Manager del fondo Henderson Horizon Global Technology Fund, con un’esperienza di oltre 10 anni nel settore.
Prima dell’ingresso in Henderson, ha lavorato per cinque anni come Technology Fund manager specialistico presso Scottish Equitable Asset Management (oggi Aegon UK).
Stuart O’Gorman ha conseguito un Master in Financial Economics e un Diploma in Investment Analysis rispettivamente presso le Università di Dundee e di Stirling. E’membro della Society of Investment Professionals.
SoldiOnline: Dal suo punto di vista come si è comportato il settore tecnologico in questo contesto di crisi di mercato, soprattutto se paragonato ad altri comparti?
Stuart O'Gorman: Dall’inizio della recessione ad oggi, i titoli del settore tecnologico hanno registrato performance superiori a quelle del resto del mercato. Il settore ha dimostrato di avere migliori capacità di ripresa rispetto a quanto molti avevano previsto ed è inoltre ben posizionato per beneficiare della ripresa economica.
Le ragioni risiedono nel fatto che il settore tecnologico è praticamente l’unico ad avere già vissuto una grave crisi nella storia recente. Lo scoppio della bolla di Internet nel 2000 ha dato vita ad un settore in grado di riprendersi più facilmente. L’implosione della bolla ha eliminato i modelli aziendali e di gestione deboli, lasciando dietro di sé un settore in generale più conservativo in termini di leve di bilancio, gestione delle scorte e previsione della domanda. Inoltre, il settore si è maggiormente concentrato sulle commesse pluriennali e sui contratti a lungo termine rispetto alla fine degli anni 90, trasferendo il rischio economico sui clienti.
La domanda di prodotti tecnologici è stata probabilmente limitata già prima della crisi finanziaria. Dallo scoppio della bolla di Internet, la spesa per i cap-ex legati alla tecnologia è stata inferiore al trend storico, con un focus primario sulle spese di mantenimento e su progetti capaci di generare ritorni veloci e dimostrabili. Pertanto, tagli significativi alla spesa per i prodotti Tech erano già più difficili.
Nonostante la crisi economica abbia certamente avuto conseguenze significative sulla domanda, i risultati sono stati meno negativi del previsto. Inoltre, con il procedere della ripresa economica, riteniamo che una significativa domanda latente ritornerà sul settore, che sembra essere valutato correttamente su base relativa. Infine, se consideriamo i bilanci attraenti e la significativa generazione di cash flow attuale, crediamo che il settore tecnologico sia molto più trainante rispetto ad altri settori.
SoldiOnline: Negli ultimi cinque anni il fondo Henderson Horizon Global Technology Fund da Lei gestito ha registrato una performance media annua del 5%. Ritiene che questo tasso di crescita possa essere sostenibile anche nei prossimi esercizi?
Stuart O'Gorman: Sebbene la media sia stata del 5% per annum, è da sottolineare che si è registrata una significativa volatilità anno su anno. Fare qualsiasi tipo di proiezione definitiva sui ritorni azionari non è possibile, a nostro parere, dal momento che i ritorni di mercato dipendono da un gran numero di variabili e da una serie di fattori al momento non prevedibili.
Tuttavia, considerando le interessanti valutazioni di settore relative e assolute e considerando le competenze che abbiamo sviluppato all’interno del nostro team, crediamo che il profilo rischio-rendimento sia favorevole. Siamo inoltre convinti che il nostro fondo possa registrare delle ottime performance nel lungo periodo.
SoldiOnline: La composizione geografica del fondo evidenzia un’esposizione preponderante sugli Stati Uniti (76,3% del capitale gestito), mentre il peso degli altri paesi è limitato. Ad esempio le aziende cinesi rappresentano solo il 4% del portafoglio. Ritiene che le differenti aree siano correttamente pesate oppure nei prossimi trimestri ci sarà un ribilanciamento?
Stuart O'Gorman: Gli Stati Uniti, in particolare la Silicon Valley, sono la patria di molte delle principali società del settore tecnologico e sono la culla dell’innovazione in questo settore. Per questo, crediamo che gli Stati Uniti continueranno probabilmente a rappresentare una larga percentuale del portafoglio del fondo nei prossimi anni. Tuttavia, l’allocazione geografica dipende principalmente dal nostro approccio di tipo bottom-up – ciò significa che identificheremo le opportunità di investimento più interessanti indipendentemente dalla posizione geografica. Considerando il nostro storico successo negli investimenti in Cina, è possibile che nel futuro sceglieremo di investire maggiormente in questa area nei prossimi anni – se si presenteranno occasioni growth interessanti.
SoldiOnline: Le aziende europee sono praticamente assenti dal portafoglio. Vuol dire che il settore tecnologico in Europa ricopre un peso marginale nel panorama internazionale del comparto? Non c’è proprio nessuna azienda tecnologica europea su cui “scommettere” nei prossimi trimestri?
Stuart O'Gorman: A nostro parere, l’Europa tende ad investire in misura minore in tecnologia, sia rispetto agli Stati Uniti e sia rispetto ad altre aree geografiche. Per esempio, all’interno del settore Internet (su cui siamo fortemente sovrappesati) i siti leader di ricerca ed e-commerce sono generalmente società americane (per esempio Google, Yahoo e Amazon). Tuttavia, stiamo identificando un certo numero di società Tech molto interessanti anche in Europa, come per esempio la britannica Autonomy, leader mondiale per le infrastrutture software, la svizzera Temenos, specializzata in software bancari e la britannica Rightmove – indiscussa leader nel settore nel marketing immobiliare nel mercato UK.
SoldiOnline: A livello di segmento di mercato la composizione del portafoglio è più equilibrata, con una quota simile tra “Hardware” (41,3%) e “Software” (38,8%), mentre il peso dei semiconduttori è limitato al 16,5%. Ritiene che questa composizione possa subire modifiche nei prossimi trimestri?
Stuart O'Gorman: Come detto, la scelta dei settori (come per le aree geografiche) dipende in larga misura dal nostro approccio bottom up. Al momento identifichiamo meno valutazioni interessanti e meno opportunità growth all’interno del settore dei semiconduttori rispetto ad altri settori, ma questa situazione potrà nel tempo modificarsi.
SoldiOnline: Apple, Cisco Systems, Microsoft, Google e IBM sono le società su cui il vostro fondo è maggiormente pesato. Ritiene che nei prossimi esercizi qualche azienda tecnologica, in particolare nei paesi con i maggiori tassi di sviluppo possa prendere il loro posto? Mi riferisco, ad esempio alla cinese Baidu.com…
Stuart O'Gorman: Dipenderà dalle opportunità. Attualmente i titoli large cap menzionati sopra offrono un rapporto rischio/rendimento molto interessante (che è poi la ragione alla base della nostra scelta). Questo fondo è costruito su una base “index aware”, quindi nel caso in cui sia Google sia Baidu offriranno opportunità ugualmente interessanti, allora Google avrà un peso maggiore nel nostro portafoglio rispetto a Baidu - considerata la sua considerevole importanza all’interno dell’indice. Tuttavia, siamo entusiasti delle performance di Baidu e manteniamo una posizione overweight. Abbiamo inoltre posizioni significative in Tencent e in CTrip – altri due interessanti portali cinesi.
Stuart O’Gorman, Henderson Global Investors - Gestore del fondo Henderson Horizon Global Technology Fund

Prima dell’ingresso in Henderson, ha lavorato per cinque anni come Technology Fund manager specialistico presso Scottish Equitable Asset Management (oggi Aegon UK).
Stuart O’Gorman ha conseguito un Master in Financial Economics e un Diploma in Investment Analysis rispettivamente presso le Università di Dundee e di Stirling. E’membro della Society of Investment Professionals.
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