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Popolare Etruria e Lazio, focus sugli obbligazionisti

Una sola delle obbligazioni emesse dalla Popolare Etruria e Lazio è quotata. Al momento gli scambi su questo bond sono sospesi a tempo indeterminato

di Edoardo Fagnani 20 feb 2015 ore 10:22

POPOLARE ETRURIA E LAZIO
Il Sole24Ore di martedì 17 febbraio ha segnalato che nella crisi della Popolare Etruria e Lazio potrebbero essere coinvolti anche gli obbligazionisti. Il quotidiano ha segnalato che nella relazione del bilancio del 2013 l’istituto ha evidenziato che oltre la metà delle obbligazioni emesse dalla banca sono state disintermediate: in pratica i bond sono passati dagli investitori istituzionali ai piccoli risparmiatori. Il Sole24Ore ha avvertito che in caso di liquidazione della banca (ipotesi al momento remota) gli obbligazionisti perderebbero tutto quanto investito, mettendosi sullo stesso piano degli azionisti. Il quotidiano finanziario ha ricordato che una sola delle obbligazioni emesse dalla Popolare Etruria e Lazio è quotata. Al momento gli scambi su questo bond sono sospesi a tempo indeterminato. Gli altri prestiti obbligazionari non sono quotati. Il Sole24Ore ha segnalato che questi titoli potrebbe essere riacquistati solo dallo stesso istituto di credito.
Secondo quanto scritto sul Corriere della Sera di mercoledì 18 febbraio la Popolare Etruria e Lazio avrebbe chiuso il 2014 con una perdita netta di 400 milioni di euro.
banca-etruriaMF di giovedì 19 febbraio ha scritto che la Guardia di Finanza starebbe svolgendo accertamenti sul regime Iva applicato sull'argento da Oro Italia Trading, società per azioni controllata al 100% dalla Popolare Etruria e Lazio e attiva nel campo dell'intermediazione di metalli preziosi. L'istituto avrebbe applicato nell'intermediazione e nella commercializzazione dell'argento il regime agevolato di cui gode l'oro. Si tratta, secondo quanto scrive MF, "dell'ennesima grana" per la banca popolare aretina commissariata lo scorso 11 febbraio e alla quale Banca d'Italia avrebbe contestato, oltre alle gravi perdite patrimoniali una scarsa discontinuità nel ricambio della governance e la mancata aggregazione con la Popolare di Vicenza.

ALITALIA
Affari&Finanza, l’inserto del lunedì del quotidiano La Repubblica, ha scritto che in Alitalia inizia l'era di Etihad. La gestione del gruppo arabo parte con il vento in poppa, grazie al petrolio, e allontanandosi dalla rotta di AirFrance-KLM. La gestione beneficia del miglioramento della situazione, con un traffico aereo che consolida i suoi progressi con un +4,8% nel 2014 e un +6% a dicembre. Un andamento che da l'idea di un trend in miglioramento in vista del jolly dell'expo. L'andamento del greggio è una manna per i conti della compagnia, al netto dei derivati usati per ammortizzare i capricci dell'oro nero. La prima cosa fatta è stato un lifting radicale del network, dimagrito per poter tornare a crescere: la scure si è abbattuta sui collegamenti domestici, ridotti di un quarto vista la concorrenza dell'alta velocità Roma-Milano e delle low cost.
MF di venerdì 20 febbraio ha scritto che il calo del prezzo del petrolio potrebbe consentire ad Alitalia di ridurre il costo dei biglietti, utilizzando una politica commerciale più aggressiva per giocare d’anticipo sui concorrenti. Il quotidiano finanziario ha ricordato che la spesa per il carburante incide in media sul 35% dei costi di una compagnia aerea. MF ha aggiunto che Alitalia-CAI ha siglato un accordo con IBM Italia per la cessione del ramo informatico della compagnia aerea. Le attività sono state vendute a un prezzo di 2,6 milioni di euro.

TANGO BOND   
Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters un tribunale britannico ha stabilito che sui bond argentini denominati in euro va applicata la giurisprudenza inglese. Il pronunciamento del tribunale britannico riguarda 225 milioni di euro detenuti dalla banca fiduciaria Bank of New York Mellon. Questa decisione potrebbe favorire il pagamento delle cedole sui bond che erano state bloccate dalla giustizia statunitense.
Plus, l’inserto del sabato del quotidiano Il Sole24Ore, ha ricordato che a distanza di 13 anni dal default Argentina alcuni risparmiatori cercano di recuperare parte dei loro investimenti. Ci sono, infatti, alcune emissioni con quotazioni che oscillano tra 20 e 30/100, con qualche punta che può arrivare a 40 o 50/100. Tuttavia, non c'è facilità nel perfezionare l'operazione anche perché gli operatori che quotano sono pochissimi. E spesso, per vendere anche valori nominali ridotti occorrono diversi giorni. Intanto, una sentenza del Tribunale di Terni fornisce nuove indicazioni su come si decide a livello giurisprudenziale sul caso. Ai risparmiatori che avevano investito in bond Argentina, vengono riconosciuti gli interessi legali, nonché il maggior danno individuato nella differenza tra il rendimento medio annuo dei titoli di Stato e il tasso di interesse legale determinato annualmente. Il Tribunale di Terni ha stabilito che il termine decennale di prescrizione della responsabilità contrattuale della banca decorre dal momento in cui il danno concretamente verificatosi è divenuto conoscibile al danneggiato (o è stato da questi effettivamente conosciuto). E secondo il Giudice, certamente non prima del dicembre 2001, data in cui c’è stato il default Argentina.

GRECIA
La Grecia ha chiesto un’estensione del prestito di salvataggio della durata di sei mesi. Lo ha dichiarato il capo dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Da capire quali siano le condizioni proposte dal governo greco. Fossero quelle in vigore fino ad oggi, si tratterebbe di una parziale sconfitta per la coalizione guidata da Tsipras, che ha vinto le elezioni sulla base di un programma che prevedeva una radicale riforma delle politiche di austerità imposte dalla trojka come condizione del prestito stesso. Secondo molti commentatori, se la proposta greca contemplasse la modifica delle condizioni di austerità, sarebbe con ogni probabilità bocciata dall’Eurogruppo. Il ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis, aveva nei giorni scorsi parlato di un’estensione del prestito senza condizioni, in modo da permettere alla Grecia di arrivare fino a settembre e di impostare nel frattempo una proposta di accordo di più ampia portata.
La Germania ha rigettato la richiesta della Grecia di un’estensione di sei mesi del prestito di salvataggio.

PORTOGALLO
Il Portogallo ha collocato titoli di stato con scadenza a tre mesi per un ammontare complessivo di 250 milioni di euro, rispetto a una domanda di 1,07 miliardi di euro. Il rapporto di copertura (rapporto tra ammontare richiesto e quantitativo offerto) si è attestato a 4,3, mentre il rendimento lordo offerto dal titolo è stato fissato allo 0,061%, in forte calo rispetto allo 0,148% dell’asta precedente per questa scadenza effettuata nel mese di novembre. Lo stesso Portogallo ha collocato titoli di stato con scadenza a undici mesi per un ammontare complessivo di un miliardo di euro, rispetto a una domanda di 2,01 miliardi. Il rapporto di copertura è stato di 2. Il rendimento lordo offerto dal titolo è stato fissato allo 0,138%.


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