Parmalat, Citigroup esce di scena
Il Sole24Ore ha scritto che dopo 12 anni di tribunali Citigroup, che aveva affiancato Calisto Tanzi nella sua gestione, esce di scena dal più grosso dissesto finanziario in Europa
di Edoardo Fagnani 13 mar 2015 ore 10:44PARMALAT
Il Sole24Ore di mercoledì 11 marzo ha scritto che dopo 12 anni di tribunali Citigroup, che aveva affiancato per anni Calisto Tanzi nella sua gestione, esce di scena dal più grosso dissesto finanziario in Europa. L'istituto ha anche dribblato la mina di eventuali rimborsi milionari. Così oltre a lasciare a bocca asciutta numerosissimi piccoli azionisti, rimane a bocca asciutta anche la stessa Parmalat: i francesi Lactalis, proprietari del colosso italiano dopo una scalata da 3 miliardi di euro, non potranno seguire le orme di Enrico Bondi, l’ex commissario straordinario che con le sue revocatorie alle banche ha fatto accumulare a Parmalat il famoso tesoretto: 1,4 miliardi (oggi dopo varie acquisizioni, a quota un miliardo). Alle migliaia di piccoli risparmiatori (circa 2mila, mentre oltre 40mila avevano accettato accordi transattivi ) non rimane fare causa in sede civile. La Parmalat lo farà, perché proprio con Citigroup ha in corso un procedimento da 400 milioni di dollari.Parmalat ha chiuso il 2014 con un fatturato pari a 5,55 miliardi di euro, in aumento del 3,7% rispetto ai 5,35 miliardi dell’anno precedente. Il margine operativo lordo è stato pari a 439,7 milioni di euro, in crescita dello 0,6% rispetto ai 437,2 milioni del 2013. L'utile è stato pari a 203,1 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai 221 milioni dell’anno precedente. A fine 2014 le disponibilità finanziarie nette erano pari a 1,12 miliardi di euro, in aumento di 53,5 milioni rispetto a fine 2013. Sulla base di queste indicazioni il consiglio di amministrazione ha comunicato che sottoporrà all’assemblea degli azionisti la proposta di distribuzione di un dividendo pari a euro 0,016 euro (per un importo totale di 29,27 milioni di euro). In tema di stime il gruppo ha dichiarato che per il 2015 prevede un fatturato netto e un margine operativo lordo in crescita intorno a livelli del 3-5%. E’ previsto inoltre un ulteriore aumento del fatturato di circa l’8-10% e di circa il 3-5% del margine operativo lordo dovuto alle nuove acquisizioni che saranno consolidate nel primo trimestre 2015 (in particolare, Latterie Friulane, Longwarry in Australia e LBR in Brasile) e alle acquisizioni previste a partire dal secondo semestre 2015 (BRF in Brasile e Esmeralda in Messico).
LEHMAN BROTHERS
Alcuni quotidiani della provincia di Cremona hanno riportato la notizia che una coppia di investitori ha vinto la causa intentata contro Unicredit, in merito all’acquisto di titoli di Lehman Brothers. Secondo i giudici, i risparmiatori, categorizzati tra quelli con bassa propensione al rischio, non erano stati informati dell’elevata rischiosità dell’investimento. I due risparmiatori otterranno la restituzione di 20mila euro.
GRECIA
Il Corriere della Sera di lunedì 9 marzo ha scritto che il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, ha respinto le aspettative di un via libera entro questo mese ai prestiti necessari alla Grecia in crisi di liquidità. Dijsselbloem giudica positivamente la lettera con le riforme strutturali inviatagli dal ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis e ha dichiarato che i 19 ministri delle finanze dell'Eurogruppo sono disposti a continuare ad appoggiare la Grecia ma ha anche precisato che la lettera è incompleta e va ulteriormente discussa con le istituzioni rappresentative dei creditori, ossia la Troika formata da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale di Washington. Dijsselbloem si è allineato alla posizione assunta nell’Eurogruppo del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, che intende imporre un rigido rigore di bilancio ai Paesi mediterranei con un debito eccessivo. La Germania è appoggiata dai soliti alleati del Nord (Finlandia e Olanda) e da vari governi di centrodestra. Varoufakis, invece, intende far rispettare le promesse di Tsipras, che ha vinto le elezioni garantendo la fine delle misure di austerità della troika, accusate di aver provocato l’impoverimento di milioni di greci.
La Grecia non sarà in grado di tornare a collocare i suoi bond sul mercato nel primo semestre. Lo ha dichiarato il governatore della Banca centrale tedesca, Jens Weidmann. Il numero uno dalla Bundesbank ha poi indicato che ci sono ragioni per ritenere che nel 2015 la crescita tedesca possa essere migliore anche delle previsioni che la banca centrale tedesca ha diffuso lo scorso dicembre.
Il Corriere della Sera di venerdì 13 marzo ha scritto che il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis avrebbe attualmente due problemi. Il primo con gli altri 18 colleghi dell’Eurogruppo: con loro deve negoziare un accordo, su numeri e programmi. Il secondo con le istituzioni tecniche che devono occuparsi del caso greco, soprattutto la Banca centrale europea (Bce) ma anche il Fondo monetario internazionale (Fmi). E in questo caso l’impresa è forse ancora più difficile visto che lo spazio di manovra di queste istituzioni è limitato dalle regole entro le quali si devono muovere.
La Grecia ha collocato titoli di stato con scadenza a tre mesi per un ammontare complessivo di 1,3 miliardi di euro. Il rapporto di copertura (rapporto tra ammontare richiesto e quantitativo offerto) è stato di 1,3, lo stesso valore del precedente collocamento di febbraio. Il rendimento lordo offerto dal titolo è stato fissato al 2,7%, in aumento rispetto al 2,5% della precedente asta.
FINMEK
Plus, l’inserto del sabato del quotidiano Il Sole24Ore, rispondendo alle richieste di un lettore, ha ricordato che le speranze di recuperare quanto investito in azioni Finmek sono pressoché nulle. Il settimanale ha aggiunto che per alcuni investitori potrebbe risultare pratico cercare di eliminare queste azioni dal proprio dossier, anche se “non verrebbero riconosciute minusvalenze utilizzabili per compensare le plusvalenze eventualmente fatte registrare su altri strumenti”.
GIACOMELLI
Plus, rispondendo alle richieste dello stesso lettore, ha ricordato che anche le speranze di recuperare quanto investito in azioni Giacomelli sono praticamente a zero. Anche in questo caso potrebbe risultare pratico cercare di eliminare queste azioni dal proprio dossier, anche se “non verrebbero riconosciute minusvalenze utilizzabili per compensare le plusvalenze eventualmente fatte registrare su altri strumenti”.
SEAT PAGINE GIALLE
Seat Pagine Gialle ha chiuso il 2014 con ricavi per 408,2 milioni di euro, in contrazione del 18,9% rispetto ai 503,3 milioni realizzati nell’esercizio precedente. In forte calo anche il margine operativo lordo (-53,4%), che è sceso da 132,2 milioni a 61,6 milioni di euro. Di conseguenza, la marginalità si è ridotta al 15,1%. La società editoriale ha terminato lo scorso esercizio con un utile netto di 1,38 miliardi di euro, rispetto al rosso di 347,6 milioni del 2013. Seat Pagine Gialle ha beneficiato di proventi straordinari per 1,57 miliardi relativi all’esecuzione del concordato. A fine 2014 era diventata positiva per 71,4 milioni di euro, rispetto all’indebitamento di 1,46 miliardi di inizio anno. Sempre a fine esercizio il patrimonio netto consolidato era positivo per 174,4 milioni di euro. Nell’intero anno le attività operative dell’azienda hanno generato un flusso di cassa di 0,6 milioni di euro. Il management ha segnalato che i risultati preliminari relativi all’andamento degli ordini da clientela acquisiti a fine febbraio 2015 consentono di mantenere inalterati i target economico-finanziari di piano per il 2015, nonostante un ritardo rispetto alle previsioni, considerato allo stato recuperabile nella restante parte di anno. Il management di Seat Pagine Gialle ritiene che i fondi di investimento resteranno nell’azionariato dell’azienda almeno fino al 2018, al completamento del piano industriale.
WIND
Secondo quanto riportato da alcune agenzie stampa Wind avrebbe emesso un prestito obbligazionario senior secured per un ammontare di 600 milioni di euro, con scadenza nel 2020. Il bond è stato emesso in due tranche, una a tasso fisso e una a tasso variabile. Le risorse raccolte saranno utilizzate per rifinanziare il debito del gruppo dopo la vendita delle torri di trasmissione.
GENERAL MOTORS
I principali quotidiani di martedì 10 marzo hanno riportato la notizia che General Motors procederà con un piano di buy-back per un ammontare di 5 miliardi di dollari. La scelta è stata presa per evitare uno scontro con l’investitore Harry J. Wilson, che aveva chiesto due posti all’interno del consiglio di amministrazione del gruppo di Detroit.
La Repubblica di venerdì 13 marzo ha riportato le parole dette da Sergio Marchionne a Ginevra sul futuro di Fiat Chrysler Automobiles. Che potrebbe essere in un clamoroso matrimonio con General Motors, che farebbe nascere il gruppo automobilistico più grande del mondo con più di 15 milioni di auto vendute. L'ipotesi - insieme a quella di un'alleanza con Ford - è stata definita da Sergio Marchionne, ieri, "tecnicamente possibile".
___________
Nota per il lettore
Per utilizzare in modo corretto questa rubrica è importante tenere presente che:
- la rubrica ha lo scopo di monitorare per voi tutte le notizie importanti che vengono pubblicate settimanalmente sulle società italiane e i principali gruppi internazionali che hanno emesso Corporate Bond; non abbiamo incluso i gruppi più solidi, perché riteniamo del tutto improbabile un loro default;
- la rubrica non intende fornire analisi e valutazioni sulle società emittenti, o notizie specifiche sulle loro emissioni obbligazionarie, ma semplicemente effettuare il monitoraggio della stampa per consentirvi di reperire notizie che magari vi erano sfuggite. Chiaramente spesso da quelle notizie si possono trarre informazioni utili per valutare lo stato di salute della società, e quindi anche eventuali problemi sul rimborso delle emissioni;
- la rubrica è di fatto una rassegna stampa settimanale, quindi non contiene analisi e giudizi di chi la redige. In ogni caso, qualsiasi notizia o commento contenuto nella rubrica non può essere interpretato come sollecitazione a fare o non fare, acquistare o vendere. Qualsiasi decisione di investimento o disinvestimento sarà presa da voi in totale autonomia.