Outlook 2014, meglio le azioni
Tra le diverse classi di attivi, anche per il 2014 FIA Asset Management privilegia quella azionaria. Bisogna comunque distinguere tra le diverse zone geografiche
di Redazione Soldionline 23 dic 2013 ore 14:42A cura di FIA Asset Management, Wealth Management Company indipendente
Azionario
Tra le diverse classi di attivi, anche per il 2014 privilegiamo quella azionaria, in un contesto dove i mercati continueranno a ricevere forti impulsi positivi sia da un graduale miglioramento congiunturale, sia da minor interesse verso gli investimenti obbligazionari diventati maggiormente rischiosi in una fase di rialzo dei rendimenti.
Bisogna comunque distinguere tra le diverse zone geografiche: rimaniamo particolarmente positivi sul Giappone, dove le nuove manovre economico-politiche hanno già avuto una ripercussione favorevole a livello macro e micro economico, ma soprattutto dovrebbe aumentare ulteriormente la fiducia e quindi l’interesse degli investitori stranieri a rientrare su questo mercato, disertato ormai per quasi venti anni di fila. L’evoluzione dell’azionario nipponico è e resterà comunque fortemente condizionato dal movimento della divisa locale, che a nostro avviso dovrebbe continuare a deprezzarsi. Il nostro consiglio è quindi di prediligere gli investimenti azionari giapponesi assicurandosi nel contempo la copertura dal rischio di cambio. I maggiori beneficiari di questa tendenza saranno i settori export, finanziari ed immobiliari.Un’altra regione da noi caldeggiata è l’Europa e in particolar modo i listini azionari nell’Eurozona; nonostante il recente rally, questi mercati presentano tuttora valutazioni molto interessanti e sono soprattutto influenzati dai mercati periferici a livello geografico, e dai titoli finanziari e ciclici a livello settoriale. Il graduale miglioramento congiunturale, anche se tuttora fragile, il proseguimento della politica monetaria particolarmente espansiva della BCE (al contrario del ridimensionamento delle ingenti iniezioni di liquidità negli USA), e la determinazione con la quale la BCE dovrebbe anche in futuro intervenire in eventuali nuove fasi di stress, sono gli elementi principali che continueranno ad incrementare la fiducia degli investitori e far rientrare gran parte dei capitali usciti in passato.
Rimaniamo positivi anche per l’azionario del Regno Unito, in particolare quello riguardante il comparto delle piccole-medie imprese, privilegiate nel beneficiare dal miglioramento del quadro economico sia interno (l’economia UK è in miglior salute rispetto a quella europea) che esterno (rafforzamento della sterlina da sfruttare con cambio scoperto). Ravvisiamo un potenziale inferiore per i paesi della Scandinavia che potrebbero maggiormente soffrire dell’attuale raffreddamento delle economie emergenti.
Anche l’azionario USA continuerà a beneficiare del continuo miglioramento economico, anche se con una marcia inferiore rispetto alle due aree in precedenza citate, soprattutto per il fatto di trovarsi in uno stato di crescita più avanzato e già scontato dai prezzi, quindi con valorizzazioni considerate già non più così favorevoli.
I paesi emergenti dovrebbero trovarsi anche nel 2014 in una fase di decelerazione, sia per dinamiche economico-politiche interne, sia per un riflusso verso i paesi nuovamente considerati con maggior fiducia e potenziale (Eurozona e Giappone). L’attuale nervosismo legato all’effetto “Tapering” pronunciatosi con particolar intensità proprio sui mercati emergenti potrebbe continuare anche nei prossimi mesi, ma con minor intensità, e placarsi una volta che la riduzione si sarà concretizzata. Non escludiamo comunque del tutto questa tipologia d’investimento azionaria, soprattutto se i movimenti rappresenteranno interessanti punti d’ingresso sia a livello geografico, sia come strategia d’investimento.
Obbligazionario
Per Il reddito fisso, vediamo complessivamente un anno a venire con scarso potenziale. Se negli USA la fine dei mega incentivi monetari è ormai soltanto questione di forma, un continuo rialzo dei rendimenti sarà inevitabile, con il decennale americano a salire in un range 3,50%-4,00% (anticipando anche di un primo rialzo tassi FED). Ripercussioni meno significative per Europa e Giappone che continueranno con una politica monetaria aggressivamente accomodante. In Europa tuttavia bisogna distinguere tra paesi leader e i paesi periferici. Se il decennale tedesco si muove maggiormente sulla scia del fratello americano, anche se con minor intensità, e dovrebbe fissare i propri rendimenti in un range 2,00%-2,50%, i paesi periferici guidati da Spagna e Italia, seguiti da Portogallo e Grecia, rappresentano ancora le maggiori opportunità anche per il prossimo anno per via di continui miglioramenti delle seppur sempre ancora fragili e insicure economie, con un conseguente ulteriore restringimento degli spread. Riteniamo che durante l’anno prossimo i decennali di Spagna e Italia si muoveranno in un range indicativo 3,30%-4,30%, con momenti di volatilità.Se negli USA anche il mercato degli High Yields sembra ormai giunto al termine, tale settore presenta ancora dei margini di guadagno nell’Eurozona, in un contesto di tasso di default delle imprese ancora a livelli bassi.
La classe dei Convertibili evidenzia ancora un buon potenziale, che tuttavia dipende anche dall’andamento del mercato azionario. Sul debito emergente invece prevediamo una graduale ripresa dei sottostanti una volta terminate le pressioni di possibile rialzo dei tassi in diversi paesi, ma rimane tuttavia presente la notevole volatilità delle divise nel caso di debito espresso nelle valute locali. Riteniamo comunque che eventuali altre correzioni al ribasso saranno da considerarsi come interessanti livelli di entrata, senza tuttavia esagerare con il peso sul portafoglio, almeno fino ad un quadro monetario internazionale maggiormente stabile e meno nervoso.
Materie Prime
Manteniamo la nostra view negativa su questa classe d’investimento, sia per una continua richiesta al ribasso da parte dei paesi emergenti (Cina in primis) sia per una continua fuoriuscita d’investitori a favore di classi d’investimento con maggiori driver di crescita come quella azionaria.
Divise
USD, GBP ed EUR si confermeranno come le divise più forti anche nel 2014, sia per l’effetto “Tapering” (USA e in parte UK), sia per i progressi di crescita delle economie (tutte e tre) mentre l’EUR dovrebbe pure approfittare di ulteriori progressi delle sue economie maggiormente a rischio. Tra le “perdenti” segnaliamo le divise legate all’andamento delle materie prime (CAD, AUD, NZD e ZAR) proprio per la tendenza di una continua discesa delle commodities stesse e lo YEN per il mantenimento della politica monetaria aggressiva in atto da parte della Bank of Japan.
Per le valute emergenti la situazione risulta ai nostri occhi meno decifrabile. Se da un lato potrebbero soffrire ulteriormente dell’effetto “Tapering” e del nervosismo ad esso legato, dall’altro potrebbero beneficiare di un possibile e fulmineo innamoramento da parte dei grandi investitori in virtù delle correzioni registrate nei periodi recenti.
Per ciò che riguarda il cambio EUR-USD vediamo un possibile movimento verso area 1,30 con rottura di tale livello in prossimità del Tapering e di un primo rialzo dei tassi FED.
Sulla parità EUR-GBP prospettiamo un movimento in area 0,80 grazie ad un’economia UK da noi considerata attualmente ad uno stadio più avanzato rispetto a quella europea.
Ci attendiamo un lento e graduale movimento del cambio EUR-CHF verso area 1,25 in virtù del miglioramento dell’economia europea, fermo restando il cap o floor da parte della SNB a 1,20.