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Rassegna stampa economico-finanziaria dell'11 gennaio 2019

di Mauro Introzzi 11 gen 2019 ore 09:07 Le news sul tuo Smartphone

Carige, sale la pressione su Malacalza ma la famiglia tiene il punto sul piano (Il Sole24Ore)

Il quotidiano economico fa il punto della situazione sulla posizione dei Malacalza nella vicenda che sta interessanto Banca Carige, di cui la holding della famiglia è il primo socio con il 27,5%.

L'azionista di riferimento, con la sua astensione in assemblea, ha di fatto contribuito in modo fondamentale al naufragio dell'aumento di capitale. Alla base delle sue scelte le richieste su chiarezza sul passato, piano industriale e numeri certi.

Anche per questo - scrive il Sole24Ore - l’azionista "vedrebbe con favore e quasi con sollievo che, finalmente, stiano facendo capolino richieste di chiarimenti (da parte governativa, ndr) sulle cause del dissesto e sulle liste dei debitori di Carige, sia del passato che rispetto alle ultime rettifiche".

 

Carige, le condizioni di Unicredit (MF)

Il quotidiano finanziario riporta alcune indiscrezioni che danno Unicredit potenzialmente interessata al dossier Banca Carige, "ma solo a determinate condizioni". Il dossier sarebbe arrivato sul tavolo dell'amministratore delegato Jean Pierre Mustier.

Una proposta di un acquisto a condizioni di mercato sarebbe però considerata da Unicredit una via impraticabile. Da valutare, invece, la possibilità del versamento di una dote, come nel caso dell'operazione mediante la quale IntesaSanpaolo rilevò nel 2017 gli asset di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Con delle risorse statali l'istituto di Messina coprì - come ricorda MF - "la pulizia del bilancio e gli esodi del personale".

Appetibile, per Unicredit, sarebbe "il tesoretto di 2 miliardi tra crediti fiscali, add on e modelli interni". E, rilevando Carige,  "Unicredit potrebbe propiziarsi il governo in vista di un’ipotetica operazione internazionale".

Il quotidiano finanziario segnala infine che Unicredit ha preferito non commentare le indiscrezioni e che non sarebbe iniziata alcuna trattativa.

 

Popolare di Bari: 500 milioni, soci a rischio azzeramento (Corriere della Sera)

La banca Popolare di Bari, riferisce il Corriere della Sera, ha preso la decisione di trasformarsi in una società per azioni per accelerare il risanamento chiesto dalla Banca d'Italia.

Inoltre è previsto un aumento di capitale pari a 300 milioni di euro e l'emissione di un bond subordinato da circa 200 milioni di euro: le azioni tuttavia non dovrebbero venire offerte agli attuali soci.

Si pensa che buona parte di quest'ultimi, per non vedere azzerata la propria quota, possa esercitare il diritto di recesso.

 

Ford, retromarcia in Europa taglio a impianti e modelli migliaia di licenziamenti (La Repubblica)

La casa automobilistica Ford ha annunciato la revisione della gamma di modelli e un ridimensionamento e taglio di alcuni stabilimenti europei, che costerà caro, secondo quanto riportato da Repubblica, a circa 54 mila dipendenti.

La divisione europea nel terzo trimestre del 2018 ha perso circa 245 milioni di dollari, mentre negli ultimi 20 anni le vendite in Europa sono quasi dimezzate, dall’11% delle vendite nel 2000 al 6,4% del 2017.

Per fronteggiare una delle più basse reddittività operative del settore (3,9% nella prima metà del 2018), Ford non ha escluso la chiusura di diverse fabbriche, a cominciare da Blanquefort, in Francia.

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