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Rassegna stampa economico-finanziaria del 23 aprile 2019

di Mauro Introzzi 23 apr 2019 ore 05:58 Le news sul tuo Smartphone

Ascopiave, cessione in due passaggi (Il Sole24Ore)

Il quotidiano economico fa il punto della situazione sul piano di riassetto di Ascopiave. Spiegando innanzitutto come si concretizzerà. Il processo prevede 2 operazioni distinte: la ricerca di un soggetto a cui vendere la maggioranza del business della vendita retail di elettricità e gas da 700mila clienti clienti (un asset valutato oltre 400 milioni di euro) e il reinvestimento di queste risorse nel campo della distribuzione del gas che - secondo quanto riporta Il Sole24Ore - “è considerato un business meno esposto ai crescenti rischi competitivi, normativi e di mercato”.

Questa riorganizzazione potrebbe essere completata entro la fine del 2019 e il quotidiano indica che “il prossimo appuntamento è fissato attorno a metà maggio, quando il cda sarà chiamato a fornire una prima valutazione delle offerte non vincolanti pervenute nei giorni scorsi”. In quella occasione potrebbe esserci “una prima scrematura delle proposte per arrivare poi a una short list di 3-4 soggetti da portare in finale”. 

 

Italia, Moody's boccia Quota 100 (MF)

Il quotidiano finanziario riprende le indicazioni formulate da Moody’s sulla riforma delle pensioni di Quota 100. 

L’agenzia di rating, che già nel declassamento di ottobre (quanto portò il giudizio dell’Italia a “Baa3”) considerò il fenomeno dell'invecchiamento, mette in evidenza come il nostro paese impieghi il 15% del pil per le pensioni lorde, un terzo della spesa totale del Paese al netto degli interessi sul debito. Questa cifra però potrebbe “ulteriormente salire nei prossimi anni, soprattutto a causa della forte riduzione delle persone in età lavorativa”. 

In questo quadro Quota 100 ”indebolisce la solidità dei conti pubblici, con un aggravio di 18 miliardi (1,2% del pil) per il triennio 2019-2021”.

Insomma, secondo Moody’s Quota 100, “aggiungerà pressioni sulla spesa pubblica in un Paese già fortemente indebitato”.

 

Iran, scure di Washington sul petrolio. L’Eni: non siamo attivi a Teheran (Corriere della Sera)

Il quotidiano commenta la scelta degli Stati Uniti di porre fine, dal prossimo 2 maggio, alla deroga per l’importazione di petrolio iraniano, di cui otto Paesi tra cui l’Italia godevano dal novembre scorso. Il Corriere della Sera riporta poi la posizione di Eni sulla questione: il cane a sei zampe ha spiegato di non essere presente in Iran e che “non ha effettuato importazioni di greggio durante il periodo oggetto dell’esenzione”.

Degli otto paesi oggetto della deroga Italia, Grecia e Taiwan avrebbero già bloccato le proprie importazioni mentre Cina, India, Turchia, Giappone e Sud Corea hanno continuato a rifornirsi. E, se continueranno a farlo andranno incontro a sanzioni economiche.

Il quotidiano evidenzia come la decisione della Casa Bianca abbia spinto ieri le quotazioni del petrolio ai massimi da sei mesi, con il Brent oltre i 74 dollari al barile e il Wti a quasi 66 dollari. 

 

Banche di investimento, ricavi a picco (La Repubblica)

Il quotidiano ha fatto il punto della situazione sui conti delle banche d’affari che nel Vecchio Continente si apprestano infatti a chiudere il periodo gennaio-marzo con un nuovo calo dei ricavi. Si tratta del terzo quarter consecutivo in cui si registra una flessione del giro d’affari.

La Repubblica riprende uno studio del Financial Times, che cita a sua volta gli analisti di Morgan Stanley: il calo dovrebbe essere “nell’ordine del 24%, ben superiore al meno 11% riportato dai colossi americani”.

Ma quali sono le cause di questo momento poco positivo? Tra le prime motivazioni c’è la mancanza in Europa di quotazioni e di operazioni societarie straordinarie, entrambe fonti di buoni guadagni per le investment bank. A pesare anche la minore volatilità dei mercati e le minori masse di risparmio gestito.

Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.
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