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Rassegna stampa economico-finanziaria del 22 maggio 2019

di Mauro Introzzi 22 mag 2019 ore 07:00 Le news sul tuo Smartphone

Tim, Vivendi rilancia sulla governance (Il Sole24Ore)

Il quotidiano economico scrive che nella giornata di lunedì si è tenuto a Parigi un incontro tra Cassa Depositi e Prestiti e Vivendi. L’obiettivo della CDP era, secondo il quotidiano economico, quello di “avviare il discorso sulle prospettive strategiche della comune partecipata Telecom che - nei desiderata della Cdp, declinati pubblicamente - si vorrebbe sposare con Open Fiber per accelerare l’ammodernamento della rete fissa nazionale”.

La media company francese, però, vorrebbe innanzitutto una svolta nel consiglio di amministrazione, ponendo come precondizione per discutere qualsiasi sviluppo un rimpasto del board che metta Elliott in minoranza. 

Secondo il Sole24Ore “sarebbe stata riproposta la formula sette più sette più uno, dove l’uno sarebbe il presidente designato da Cdp in funzione di ago della bilancia e sette ciascuno i consiglieri espressi dai due blocchi azionari in lite”. Attualmente Elliott ha invece la maggioranza di 10 su 15 nel board mentre Vivendi è in minoranza con 5 amministratori. 

 

Le Gacs in ritardo sui recuperi (MF)

Il quotidiano finanziario riporta i dati sui processi di recupero delle tranche garantite dalle Gags dello Stato nell’ambito delle cartolarizzazioni degli npl bancari di questi ultimi anni. La garanzia statale è stata in questa fase di pulizia di bilancio uno degli strumenti più utilizzati dal sistema bancario.

Ieri, nel corso dell'Italian Restructuring Forum organizzato a Milano da Debtwire, sono stati indicati i cumulative collection ratio (cioè il rapporto tra recuperi effettuati e recuperi stimati dai business plan) di alcune tra le più importanti operazioni di cartolarizzazione recenti. Molte, scrive MF, sono in linea con i programmi iniziali, come Siena Npls 2018 (che oggi vede un net cumulative collection ratio al 97%). Mentre altre sono in ritardo, come Fino di Unicredit che vede un ratio netto all'85%.

 

L’Ocse avverte: Italia, crescita zero (Corriere della Sera)

Il quotidiano riporta le ultime indicazioni dell’Ocse all’Italia. Nell’ambito del suo Economic Outlook, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo ha dichiarato che “la crescita italiana nel 2019 sarà pari a zero”. Preoccupa inoltre il rapporto tra il debito pubblico e la ricchezza del Paese, “al punto da rendere l’Italia vulnerabile rispetto alle variazioni dei tassi di interesse, limitando le scelte politiche per stimolare la crescita e perseguire obiettivi sociali”. Sul banco degli imputati anche la disoccupazione, “che ha smesso di diminuire e resta alta”. 

Così, per il 2020 (per cui si attende un aumento del Pil dello 0,6%) è previsto che il debito pubblico vada verso il 135% del Prodotto interno lordo. Un livello che rende vulnerabili i conti pubblici italiani ai tassi di interesse.

 

Usa-Cina, la Ue non crede al divorzio (La Repubblica)

Il quotidiano riporta le ultime sulla guerra commerciale in corso tra Cina e Usa e sulle posizioni delle aziende europee. Le imprese del Vecchio Continente stanno oggettivamente soffrendo per lo scontro tra le due superpotenze (un terzo di loro, lo scorso anno, ha cominciato a subire l’effetto dei dazi americani), "ma solo il 6% di chi è presente anche in Cina ha portato le produzioni in altri Paesi". Lo dice un sondaggio annuale appena pubblicato dalla Camera di commercio europea a Pechino. Dal quale emerge anche che "la grande maggioranza crede poco o nulla agli impegni di apertura del leader cinese, che finora si sono concretizzati solo in minuscoli settori".

Tuttavia, secondo La Repubblica "l’uscita potrebbe intensificarsi, se il muro di dazi salisse ancora e il boicottaggio americano colpisse nell'altro senso (ossia mediante il divieto di rifornire le aziende del Dragone), come ha mostrato l’inserimento di Huawei in lista nera".

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