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Rassegna stampa economico-finanziaria del 20 settembre 2018

di Mauro Introzzi 20 set 2018 ore 06:59 Le news sul tuo Smartphone

C’è il primo accordo Inwit-Open Fiber. Verso il disgelo tra Tim, Enel e Cdp (Il Sole24Ore)

Il quotidiano economico scrive che l’intesa raggiunta nei giorni scorsi tra Inwit e Open Fiber “rappresenta la prima concreta forma di collaborazione tra il gruppo Telecom e lo sfidante della rete che fa capo a Enel e Cdp”. Secondo l’accordo, della durata ventennale, la joint venture a controllo pubblico affitterà da Inwit oltre mille siti.

Secondo quanto riporta il Sole24Ore “Open Fiber sta cercando da tutti i possibili fornitori – Terna, Enel distribuzione, Raiway, EiTowers, con cui ha già accordi, Vodafone e Wind-Tre con le quali sta finalizzandoli – punti d'appoggio per piazzare le sue antenne nelle zone che servirà con la tecnologia FWA (acronimo che sta per fixed wireless access, accesso fisso senza fili)”.

Il quotidiano riporta infine le indiscrezioni secondo cui “il consiglio Telecom di lunedì potrebbe discutere anche di un’eventuale riduzione della quota in Inwit”.


Bce, Unicredit chiede flessibilità (MF)

Il quotidiano finanziario indica che Unicredit avrebbe rilanciato verso la BCE la richiesta di sterilizzare le grandi cessioni di npl per il calcolo della loss given default (Lgd) ai fini dei requisiti patrimoniali.

Lo ha lanciato il numero uno della società, Jean Pierre Mustier, nel corso di una conferenza sulla regolamentazione bancaria a Parigi.

Questo ammorbidimento delle regole aiuterebbe il sistema bancario a smaltire più rapidamente i crediti deteriorati. Uno degli obiettivi più pressanti per le banche italiane da qualche anno a questa parte. I nostri istituti hanno ridotto notevolmente lo stock di crediti problematici negli ultimi due anni ma una posizione meno rigida di Francoforte agevolerebbe ulteriormente il processo di derisking. 

 

Carige, sfida all’ultimo voto tra le liste Malacalza e Mincione (Corriere della Sera)

Oggi si terrà l'assemblea di Banca Carige che nominerà il nuovo consiglio. Ieri, riferisce il Corriere della Sera, il Tribunale di Genova non ha accolto il ricorso in merito alla richiesta presentata da Malacalza Investimenti. Quindi "sì alla lista dei pattisti fermandoli però al 9,9% e congelando la quota rimanente fino al 15,2%".

È probabile che Malacalza non si fermerà alla prima decisione del giudice e l'assemblea di oggi sarà aperta sotto minaccia di procedimenti giudiziari.

"La difficile assemblea sarà presieduta da Giulio Gallazzi che è in testa alla lista di Assogestioni, considerata nello scacchiere delle alleanze come filo-pattista. Se Assogestioni, al 2,9%, riuscirà a superare il 3-3,5% e ad aggiudicarsi un consigliere, questi dovrebbe sostenere Fiorentino".

Al momento appare difficile fare pronostici, e Malacalza al momento si troverebbe di poco in vantaggio.

 

Il Tesoro studia aumenti Iva in cambio di un taglio Irpef (La Repubblica)

Sembra che il ministro dell'Economia Tria, insieme al suo team, stia elaborando una serie di simulazioni che farebbero scattare un aumento dell'Iva e, con le risorse ricavate, si proverebbe a ridurre l’Irpef o, in alternativa, il cuneo fiscale.

La Repubblica di oggi scrive che una tra le varie ipotesi circolate, "c'è quella di aumentare selettivamente le aliquote su una serie di beni, oggi al 4 o al 10 per cento, e al tempo stesso ridurre l’Iva che grava su luce, acqua, gas e telefono che altrimenti schizzerebbe all'11,5 e al 24,2 per cento: così l’effetto sulle famiglie, dove determinante è l’impatto delle bollette, verrebbe attenuato".

In questo modo si potrebbero recuperare risorse per circa 6-8 miliardi, che serviranno per tagliare la prima aliquota e accorpare due aliquote intermedie.

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