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Rassegna stampa economico-finanziaria del 17 agosto 2018

di Mauro Introzzi 17 ago 2018 ore 08:41 Le news sul tuo Smartphone

Il BTP tocca il 3,2%: lo spread con i Bonos ai massimi dal 2011 (Il Sole24Ore)

Il quotidiano economico fa il punto della situazione su spread e rendimenti dei BTP, che in questi giorni hanno raggiunto nuovi livelli di guardia: "nelle ultime due sedute - scrive il Sole24Ore - i rendimenti dei BTP a 10 anni hanno registrato forti impennate arrivando a toccare quota 3,2% come non accadeva da maggio 2014 salvo poi chiudere gli scambi a quota 3,11 per cento".

Così il differenziale di rendimento tra il nostro titolo di stato decennale e il Bund tedesco ha toccato un picco a quota 286 punti, riportandosi sui massimi toccati a maggio.

Da tenere sotto controllo, secondo il quotidiano, anche il valore dello spread tra Italia e Spagna. Il differenziale tra BTP e Bonos è arrivato a 172 punti, un livelllo che non si vedeva "dal 2011 quando la speculazione contro l’Italia portò alla caduta del governo Berlusconi".

 

Unicredit: Mustier cavalca il mattone tedesco (MF)

Il quotidiano finanziario scrive dell'esposizione di Unicredit, tramite la controllata Hvb, al settore immobiliare tedesco. Secondo quanto riporta MF "solo nella prima metà di quest’anno l’esposizione verso il comparto è salita di 658 milioni di euro, come si evince dalla semestrale che definisce comunque il portafoglio robusto e relativamente poco rischioso".

Il settore immobiliare tedesco ha registrato in questi anni un incremento degno di nota. Dal 2010 i valori delle abitazioni hanno registrato incrementi del 60% "grazie a un combinato di fattori che comprende i bassi tassi di interesse, l’abbondanza di liquidità e il livello relativamente basso delle valutazioni rispetto agli standard internazionali".

In questi anni l'approccio dei tedeschi alle abitazioni sembra essere mutato. Fino a pochi anni fa le famiglie tedesche prediligevano la locazione ma "la politica monetaria ha invece radicalmente cambiato l’approccio e oggi i mutui immobiliari vanno per la maggiore".

 

Fisco per le imprese, prove di flat tax: "prelievo del 15% fino a 100 mila euro" (Corriere della Sera)

Il leghista Riccardo Molinari, ha presentato alla Camera, scrive il Corriere della Sera nell'edizione odierna, la proposta di legge di flat tax (denominata “mini flat tax”), con un'aliquota del 15% per l'Iva e per le società fino a 100.000 euro di entrate annuali, 5% per startup e persone sotto i 35 o oltre 55 anni. “Il nuovo regime forfettario - sostiene il Corriere - che sostituirà Irpef, addizionali e Irap, oltre a prevedere una serie di semplificazioni, costerà 3,5 miliardi”.

Ma ci sono alcuni chiarimenti. La tariffa unica del 15% sarà valida per coloro che hanno ottenuto un reddito o hanno percepito una commissione non superiore a 100.000 euro.

Inoltre, i beneficiari non devono aver sostenuto spese superiori a 15 000 euro lordi o disporre di beni strumentali superiori a 40.000 euro.

Per quanto riguarda le start-up, prosegue il quotidiano, verrà applicato un tasso forfettario del 5% per 4 anni, che si applicherà anche a persone sotto i 35 o sopra i 55 per 5 periodi.

 

I mea culpa della Troika: "sulla Grecia troppi errori" (La Repubblica)

Il prossimo 20 agosto la Grecia uscirà dal Commissariamento della Troika, fa sapere la Repubblica.

Un agognato traguardo, che arriva insieme al mea culpa di Ue, Bce e Fmi, per aver somministrato al paese ellenico delle misure di austerità troppo pesanti.

Il Fondo ha ammesso che se il debito di Atene fosse stato subito ristrutturato nel 2010, il paese avrebbe sofferto di meno e per meno tempo. Ma questa opzione, continua il quotidiano, sarebbe stata scomoda per Francia e Germania a causa dei costi.

Un ulteriore errore commesso dalle istituzioni, come confermato dal Fmi, riguarda quello di non aver saputo calcolare i moltiplicatori, sottostimando l'effetto recessivo di alcune misure imposte dal paese.

La Grecia sarà fuori dalla crisi, sì, ma la povertà è aumentata.

E sembra che non termini qui:  la manovra del post- salvataggio che inizia da lunedì, obbliga il paese a rispettare paletti altissimi come “un avanzo primario del 3,5% fino al 2022 e del 2,2% fino al 2060. E il debito, causa resistenze tedesche, non è stato tagliato. Con il rischio di vederlo esplodere nel 2032 quando Atene dovrà riprendere a pagare gli interessi oggi congelati”.

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