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Rassegna stampa economico-finanziaria del 12 aprile 2019

di Mauro Introzzi 12 apr 2019 ore 06:50 Le news sul tuo Smartphone

Fca, nozze ora o mai più. Per la scelta del partner c’è un anno di tempo (Il Sole24Ore)

Il quotidiano economico mette sotto la lente Fiat Chrysler Automobiles, che vede oggi riunirsi ad Amsterdam la sua assemblea dei soci. Secondo Il Sole24Ore il gruppo italoamericano sarebbe di fronte a un bivio: con il mercato dell’auto europeo che non riparte e quello americano che rischia di rallentare, il tempo stringe e il 2019 potrebbe essere l’anno delle scelte per gli Agnelli-Elkann.

Chi è interessato a una operazione con Fca, d’altro canto, potrebbe approfittare “della geometria asimmetrica e della architettura squilibrata interna al gruppo, che ormai non sono più sostenibili”.

Per il quotidiano economico questo varrebbe per tutti. E cita tutti i pretendenti via via tirati in ballo in questi mesi: “Peugeot (i primi a venire allo scoperto, i più vicini per familiarità dinastica), Renault-Nissan (l'azzardo maggiore, nel conflitto fra componente francese e giapponese, ormai una spy story fra finanza e manette), Hyundai (i più convergenti, forse, in termini industriali), una ipotetica carta nascosta tedesca o un possibile ritorno di fiamma cinese (Geely, ma non solo, soprattutto adesso che l’Italia si è allontanata dall’Atlantismo, scegliendo con l’attuale governo la Via della Seta)”.

 

Mps apre il dossier sulle nozze (MF)

Il quotidiano finanziario fa il punto di quanto emerso dall’assemblea di Monte dei Paschi di Siena che si è tenuta ieri. Durante l’assise degli azionisti l'amministratore delegato dell’istituto, Marco Morelli, ha spiegato che il board “ha già iniziato a valutare prospettive di scenari su aggregazioni o diversificazioni dimensionali”. In altre parole, il dossier sulle nozze è decisamente all’attenzione dei vertici di MPS. Il banchiere ha però puntualizzato che “spetta all'azionista di riferimento verificare se possano esserci”.

MF ricorda però che “l’individuazione di un partner non sarà un percorso breve e c'è comunque tempo fino al 2021 per completare il processo”. Tuttavia è necessario che la banca si trovi nella condizione di attirare potenziali investitori, italiani o esteri. Non è escluso che, quindi, si possa procedere a una nuova ed ampia pulizia dell'attivo.

 

Lavoratori tartassati in busta paga. In media resta il 52,1% del reddito (Corriere della Sera)

Il quotidiano riprende il rapporto sul cosiddetto cuneo fiscale, il totale delle imposte e dei contributi a carico del datore di lavoro o del dipendente che grava sulla busta paga, pubblicato ieri dall’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Dai dati emerge che - con una quota del 39,1% nella graduatoria per la famiglie monoreddito e con due figli - l’Italia è al secondo posto, dietro solo la Francia, nella classifica delle nazioni con tassazione del lavoro più elevata. In questa graduatoria la media Ocse è pari al 26,6%.

Il Corriere della Sera scrive che “nella sezione dedicata ai lavoratori single e senza figli, l’Italia è sul terzo gradino, dopo Belgio e Germania, con un cuneo fiscale pari al 47,9% in leggero aumento (+0,2%) rispetto al 2018. In questo caso la media mondiale è al 36,1%, con una lieve flessione rispetto all’anno scorso”.

 

Unicredit rischia multa Ue su violazione concorrenza (La Repubblica)

Il quotidiano torna sull’indagine della Commissione Europea notificata lo scorso 31 gennaio a Unicredit. L’istituto guidato da Jean Pierre Mustier ha diffuso ieri una nota, prima dell'assemblea dei soci, in cui ha ufficializzato la notifica di un'investigazione "per presunte violazioni della normativa antitrust in relazione a titoli di Stato europei". Secondo quanto riporta La Repubblica, "Unicredit sarebbe coinvolta con sette istituti in un sistema collusivo teso ad alterare la concorrenza". In particolare i soggetti indagati si sarebbero scambiati, nel periodo compreso tra il 2007 e il 2012, una serie di dati sensibili.

Il quotidiano riporta che per Unicredit una possibile colpevolezza "potrebbe comportare una sanzione fino a 2 miliardi, un decimo dei ricavi". La banca deve replicare a Bruxelles entro il 29 aprile.

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